di Giorgio Cremaschi *
Fonte: Contropiano
Da anni in Italia si sta sdoganando il fascismo. Uno dei mezzi di questa operazione è propalare fakenews, di cui la più vecchia, scontata e banale è: “Mussolini ha anche fatto cose buone”. Altre però sono più insidiose, anche perché spesso non vengono solo usate dai fascisti, ma da chi si dichiara antifascista, ma poi usa l’antifascismo per sostenere gli interessi delle élite del potere, contribuendo così alla prima fakenews sul fascismo: che esso sia contro il potere ed il sistema.
Riprendiamo e riassumiamo qui alcune di queste falsità; anni fa non ce ne sarebbe stato bisogno, ma dopo decenni di revisionismo storico e politico e con al governo gli eredi del neofascismo post bellico, beh forse è necessario.
1) “Mussolini e il fascismo dono andati al potere con il consenso della maggioranza degli italiani”
FALSO. Nelle elezioni del 1921 i fascisti ottennero 37 deputati su 535, poco più del 6%, presentandosi assieme ai liberali conservatori in una lista guidata da Giolitti, che complessivamente ottenne il 19% dei voti. Questa era la forza elettorale e parlamentare di Mussolini, quando il re Vittorio Emanuele III il 28 ottobre 1922 lo incaricò di formare il governo.
I fascisti dopo inaudite violenze e assassini contro il movimento operaio e i democratici, organizzarono la Marcia su Roma con la copertura di gran parte dell’apparato dello stato. L’esercito poteva disperderli, ma il GOLPE del re diede avvio alla dittatura.
Va ricordato che anche Hitler non ottenne mai la maggioranza da libere elezioni, quando nel gennaio del 1933 il presidente tedesco Hindemburg lo nominò capo del governo aveva il 32%.
È vero che i fascisti han conquistato il potere con il consenso, ma quello delle classi dominanti, degli apparati dello stato, dei ricchi e dei poteri costituiti, che li hanno sostenuti e usati; e hanno permesso loro di instaurare la dittatura.
Infatti il 25 luglio del 1943 quando il re, causa la guerra persa, destituì e fece arrestare Mussolini, il fascismo si sciolse come neve al sole..e ritornò solo come servo dell’occupazione militare tedesca.
2) “Mussolini era contro il liberismo economico e a favore di una sorta di socialismo nazionale”
FALSO. Queste le parole dello stesso Mussolini nel suo primo intervento alla Camera nel 1921:
“Lo Stato ci dia una polizia, che salvi i galantuomini dai furfanti, una giustizia bene organizzata, un esercito pronto per tutte le eventualità, una politica estera intonata alle necessità nazionali. Tutto il resto, e non escludo nemmeno la scuola secondaria, deve rientrare nell’attività privata dell’individuo. Se voi volete salvare lo Stato, dovete abolire lo Stato collettivista, così come c’è stato trasmesso per necessità di cose dalla guerra, e ritornare allo Stato manchesteriano.”
Questo ultraliberismo, che oggi è il programma del fascista brasiliano Bolsonaro, non furono solo parole, ma la politica economica reale del fascismo fino alla grande crisi del 29.
Solo dopo quella crisi devastante Mussolini fu costretto, come quasi tutti gli stati del mondo, all’intervento pubblico per impedire il collasso dell’economia.
In ogni caso il fascismo italiano decise per legge la riduzione dei salari, come avrebbe fatto il dittatore fascista cileno Pinochet cinquant’anni dopo e come vorrebbe fare oggi il presidente fascista argentino Milei. Il fascismo è una violenta dittatura liberista, con lo stato a brutale servizio del privato ed il mercato.
3) “Il fascismo oggi sarebbe contro l’euro e la moneta unica per i sacrifici che comporta”
FALSO. Mussolini volle per pure ragioni di potenza la parità fissa della lira con la sterlina, la cosiddetta “quota 90”, cioè un cambio fisso di novanta lire per una sterlina, Questa rinuncia ad ogni manovra sulla moneta, anzi sopravvalutando quella italiana, produsse danni enormi al sistema industriale e una terribile politica di austerità, culminata nella riduzione dei salari. Quota 90 era insomma una sorta di anticipazione dell’Euro.
Le motivazioni del fascismo erano quella di stare monetariamente alla pari con la superpotenza di allora, la Gran Bretagna.
Le motivazioni dell’Euro sono apparentemente diverse, ma hanno sempre alla base una scelta di potenza, stare alla pari della Germania e dall’Europa che più conta. In ogni caso al di là di ogni motivazione, gli effetti di Quota 90 sulla economia italiana furono disastrosi.
4) “Il fascismo stava dalla parte degli operai”
FALSO. Il fascismo andò al potere organizzando il crumiraggio contro gli scioperi, bastonando ed uccidendo lavoratori e sindacalisti, bruciando le Camere del Lavoro. Dopo il 1925 sciolse i sindacati indipendenti e obbligò i lavoratori ad iscriversi ad un solo sindacato, quello corporativo fascista del quale facevano parte anche i padroni.
Il fascismo imponeva la collaborazione di classe nel nome dell’impresa e dello stato e con il codice penale Rocco comminava anni di carcere per lo sciopero e per ogni forma di protesta del lavoro. La lotta di classe era il male da estirpare per il fascismo, come lo è ancora oggi per la Confindustria e qualsiasi multinazionale.
Alla fine degli Anni Venti il fascismo impose la RIDUZIONE DEI SALARI dal 10 al al 20%. Il fascismo è sempre stato nemico dell’aumento dei salari e oggi il Governo Meloni si oppone fermamente al salario minimo di legge. Sotto il fascismo nelle fabbriche fu introdotto il “cottimo Bedaux”, il capostipite dei sistemi di sfruttamento taylorista, con la galera per chi protestava.
È vero che il fascismo organizzò dopolavoro, colonie estive, servizi per gli operai, ma come compensazione per il feroce sfruttamento a cui essi erano sottoposti, che produceva enormi profitti per i padroni, a partire da Gianni Agnelli (il padre dell’”Avvocato”, ndr), senatore del regno, che accolse in camicia nera Mussolini nel 1939.
Lo accolse a Torino per inaugurare la fabbrica Mirafiori, e Mussolini parlò davanti a 50.000 operai che lo accolsero in silenzio, senza applausi, senza grida di “viva il Duce”. Per questo il dittatore fascista abbandonò furioso il palco. Non aveva sufficientemente tenuto conto di un rapporto dei servizi segreti del 1937 che diceva: “Nella massa lavoratrice si riscontra sempre un ambiente decisamente avverso alle istituzioni del regime”…
5) “Il fascismo era una dittatura all’acqua di rose”
FALSO. Il fascismo colpiva ogni piccolo dissenso e reprimeva ogni opposizione e resistenza. Era un regime poliziesco di massa che cominciava con la delazione anche per una sola battuta sul regime.
Si veniva allora convocati dalla locale Casa del Fascio e sottoposti a intimidazioni, olio di ricino, bastonature. Chi lavorava poteva essere licenziato per inosservanza delle disposizioni del regime, come indossare la camicia nera il 28 ottobre (Mio nonno tranviere a Roma fu licenziato per questo).
Poi c’era il sistema poliziesco di stato che culminava nell’OVRA, la polizia politica che se necessario si trasformava in organizzazione terrorista per uccidere gli oppositori, e nel Tribunale Speciale.
Questo organismo istituito nel 1927, instaurò migliaia di processi contro gli antifascisti, condannandone più di 4500 a enormi pene detentive, tra essi Antonio Gramsci e Sandro Pertini, e diverse decine alla pena di morte che il fascismo aveva reintrodotto. Il primo ucciso dal Tribunale fascista fu un muratore comunista.
6) “Il fascismo non era razzista e antisemita, lo divenne solo dopo l’alleanza con Hitler”
FALSO, il fascismo è sempre stato dichiaratamente razzista, verso gli slavi, contro i quali iniziò in Venezia Giulia e Istria una feroce pulizia etnica, e naturalmente verso gli africani.
Il Giorno del Ricordo che oggi condanna le violenze dei Partigiani jugoslavi sulla popolazione italiana, dovrebbe prima di tutto ricordare la ferocia razzista e lo sterminio delle popolazioni slave da parte di fascisti e soldati italiani.
Il razzismo verso gli africani era così normale che Indro Montanelli, allora giovane ufficiale dell’esercito di occupazione in Etiopia, poté abusare di una schiava bambina.
E in Italia ci sono ancora i monumenti al generale nazista Graziani, che fece massacrare decine di migliaia di civili etiopi inermi. La stessa canzone fascista “Faccetta Nera”, che celebrava la guerra di aggressione all’Etiopia, fu proibita dal regime perché accusata di favorire la commistione delle razze. Per il fascismo PRIMA GLI ITALIANI era la base fondante di ogni discriminazione razziale.
Le leggi razziali contro gli ebrei varate nel 1938 furono rivendicate dal fascismo come realizzazione dello spirito originario del partito. Mussolini dichiarò che il fascismo era antisemita fin dalla sua fondazione nel 1919. Giorgio Almirante, fondatore del MSI e padre putativo non rinnegato del partito di Giorgia Meloni, era nella direzione della rivista antisemita “La difesa della razza”.
7) “Il fascismo era patriottico”
FALSO. Il fascismo era un regime aggressivo che usava il patriottismo per coprire i propri interessi e il proprio potere. Dalla metà degli anni 30 il fascismo iniziò una politica di guerra e aggressioni militari, Etiopia, Spagna, Albania, che culminò nella partecipazione al fianco di Hitler alla seconda guerra mondiale.
Il patriottismo copriva la guerra e la guerra serviva per affari, potere e consenso. E la guerra subordinava il fascismo alla potenza straniera. Che la guerra e le servitù della guerra per il fascismo venissero prima della Patria lo dimostra la cosiddetta Repubblica Sociale, lo stato fantoccio che i nazisti imposero con l’occupazione militare dell’Italia centro settentrionale, dal 1943 al 1945.
I fascisti, scomparsi, dopo il 25 luglio, ricomparvero come collaborazionisti con l’invasore. Non erano “patrioti”, ma scherani della Germania, a cui Mussolini aveva venduto il paese, compresa la cessione di Trento e Trieste.
Quando fu catturato dai partigiani Mussolini era travestito da soldato tedesco e stava fuggendo in Svizzera per consegnarsi agli Americani. Il fascismo è sempre stato servo di potenze estere.
Matteotti fu ucciso perché stava per svelare i finanziamenti esteri del fascismo, la sua borsa, con le prove degli sporchi traffici di Mussolini con multinazionali britanniche, fu il primo bottino dei suoi assassini.
8) “Il fascismo era duro ma onesto”
FALSO. Il fascismo era un regime ad altissimo tasso di corruzione. I gerarchi fascisti erano i titolari, in ogni territorio o area di influenza, di affari, mazzette, tangenti. Un gigantesco flusso di danaro arricchiva la gerarchia fascista.
Tutti i capi fascisti, nessuno escluso, si arricchirono enormemente durante il ventennio. I capi fascisti erano quasi tutti poveri spiantati nel 1920 e tutti straricchi nel 1940. Si può anzi dire che il fascismo fu il primo regime in Italia ad organizzare scientificamente la corruzione politica.
Ci si iscriveva al partito anche con la speranza di diventare ricchi. Questa corruzione alimentava le ruberie ai danni dello stato dei fornitori privati, che giunsero anche a colpire le truppe italiane in guerra.
Ad esempio i soldati italiani furono mandati a combattere contro l’Unione Sovietica con scarpe di cartone, per le ruberie dei fornitori e le mazzette ai fascisti.
Lo stesso Prefetto Mori, il feroce prefetto di ferro mandato nel 1920 in Sicilia per combattere la mafia, fu destituito dal fascismo quando cominciò ad indagare sui legami tra cosche mafiose e gerarchi fascisti locali.
Il fascismo fu un regime di ladrocinio organizzato, perché sulla corruzione si fondavano il potere e il consenso. E Mussolini era il vertice ed il garante di questo regime. Se allora ci fosse stata una magistratura indipendente, il fascismo sarebbe stato travolto dalla TANGENTOPOLI NERA. Tutto questo oggi è ampiamente documentato.
9) “Partigiani e fascisti, pur da parti opposte, avevano lo stesso amor di patria”
FALSO. Questa è la mistificazione della cosiddetta memoria storica condivisa, un imbroglio della destra condiviso da esponenti del PD decenni fa, che oggi viene usata da ogni revisionismo storico. Fino alle cialtronerie di Salvini che parla di derby tra fascisti ed antifascisti.
Prima del 1943 chi resisteva al fascismo doveva operare in clandestinità a prezzi altissimi.
Dopo l’8 settembre 1943, quando i tedeschi occuparono l’Italia centro settentrionale, essere antifascisti significava combattere l’ occupazione militare nazista e il collaborazionismo fascista.
Le due parti non erano eguali. Chi sceglieva la Resistenza rischiava tutto, per sé e per i familiari, doveva vivere sui monti o nelle cantine delle città. Chi stava coi nazisti era al caldo, protetto e al sicuro. Tanti pur non essendo fascisti decisero di aspettare, di non rischiare, i partigiani scelsero di opporsi.
I partigiani facevano la guerra agli occupanti ed ai loro servi, i fascisti collaboravano alle stragi per rappresaglia verso la popolazione civile. Certo potevano esserci un partigiano manigoldo ed un fascista onesto, ma comunque il primo lottava contro i criminali di Auschvitz, il secondo stava con loro.
Antifascismo e fascismo non sono solo una contrapposizione politica, ma un insanabile contrasto morale. Il fascismo non è una semplice idea politica sbagliata, è un crimine materiale e morale.
La Resistenza e stata la sola vera rivoluzione popolare italiana, il momento nel quale il popolo italiano è insorto in massa contro il potere, il momento nel quale il popolo ha fatto giustizia della tirannia e ha conquistato la democrazia con le proprie mani. Per questo ancora oggi è tanto odiata, al di là dei pronunciamenti di facciata.
10) “Fascismo e antifascismo non hanno più senso oggi”
FALSO. Anche se una certa retorica antifascista è servita a coprire le malefatte del potere, i valori autentici dell’antifascismo ed il rifiuto delle basi di fondo del fascismo sono sempre, anzi ancora più, attuali.
Dal 1945 ad oggi in Italia il neofascismo si è periodicamente affacciato sulla scena politica. Come strumento di ricatto verso la DC se avesse voluto spostarsi troppo verso il PCI. Come terreno di coltura della strategia della tensione e delle bombe contro le lotte degli anni 70. Come ideologia dell’ordine, dell’autoritarismo e della sopraffazione.
Siccome il fascismo in quanto tale è ancora screditato, il neofascismo oggi si veste diversamente, non indossa la camicia nera. Anche il potere lo aiuta attribuendo a questo neofascismo altri nomi, più neutri ed accattivanti, come sovranismo, populismo, radicalismo di destra. In questo modo il potere ottiene due risultati: non chiama i fascisti con il loro nome nobilitandoli nella eventualità di servirsene, attribuisce ad ogni opposizione alle ingiustizie sociali un carattere reazionario ed eversivo.
Per questo è giusto squarciare il mascheramento fascista ed usare questo termine per chiunque oggi innalzi il vessillo reazionario intitolato a DIO PATRIA FAMIGLIA. I fascisti si offendono se dai loro dei fascisti, ma poi in ogni loro parola riaffermano l’ideologia fascista. Non sono razzista ma.. non sono fascista ma…
Ecco, ciò che viene dopo quel ma è moderno fascismo e non bisogna avere paura di chiamarlo come tale, se lo si vuole ancora una volta sconfiggere.
* dal suo libro “Liberal-fascismo“