Ormai che le liste sono state presentate e i dadi tratti, cominciamo a fare un po’ di storia. Tanto basta per esplorare i nomi forti e quasi sempre imbarazzanti che reggono la politica e le economie locali. Poche sorprese. Sempre gli stessi. Ma tanto vale ricordare le loro storie e porre le solite domande: vi pronuncerete in piazza su questi temi o siete ancora succubi di questi interessi?
di Saverio Di Giorno
Dopo Cetraro continuiamo con Scalea che così si può riassumere: i “tre della piazza” da un lato e le contraddizioni di Perrotta dall’altra. A Scalea la situazione è quasi noiosa: lo dicono loro stessi che regna un clima di generale pacificazione tra quasi tutte le liste. E come non potrebbe essere tra compari: negli anni scorsi le carriere dei diretti candidati o i membri delle liste di Russo, Licursi e Paravati si sono incrociate, sovrapposte, avvicinate o politicamente o attraverso incarichi legali, economici, sostegni elettorali sbandierati ecc. ecc.
Quindi: da una parte il gruppo di Perrotta che nonostante tutti i fuoriusciti ha comunque messo insieme una squadra di fedeli e nuovi. Perrotta però per raccontarsi come l’alternativa (come fu alla precedente tornata) deve fare i conti con la tessera elettorale di Forza Italia che dopo il caso Gentile (ma non solo…) è proprio brutta.
Dall’altra parte abbiamo invece liste di navigati e uomini attivi nella politica locale da decenni. Raccolgono anche fuoriuscite dell’amministrazione Perrotta e su tutti fa più rumore in città il passaggio di Annalisa Alfano (IdM, ex vicesindaco) con Russo. Un segreto di pulcinella mormorato in città e ora ufficiale. Lei rivendica il lavoro fatto con Perrotta, per Russo invece gli ultimi anni sono stati un’ecatombe.
Riassumendo: la destra si sparpaglia in mille liste e malumori interni, come su tutto il Tirreno. Grande assente la sinistra. I 5stelle sparsi qua e là.
A differenza di Cetraro, per Scalea c’è un’intera letteratura sui media nazionali che negli anni si sono occupati di Scalea, dalle immagini sui Tg nazionali in occasione delle retate e gli approfondimenti de L’Espresso che titolava sulla “tangentopoli” in proposito si spese, false rendicontazioni, incarichi a società amiche e legali amici che hanno causato buchi milionari.
L’ultimo è Panorama che aveva titolato con “Romanzo Criminale in Salsa cosentina” (Qui l’articolo completo: https://www.panorama.it/attualita/politica/scalea-sindaci-commissari-mafia) e riassumeva le vicende dal 2013 al 2020 tramite le carte delle inchieste Plinius 1 e 2, Ghost work e Re Nudo. Si comincia, appunto nel 2013: 38 persone furono arrestate, tra cui l’allora sindaco Pasquale Basile, i suoi 5 assessori, tecnici comunali, imprenditori e uomini d’onore, ritenuti responsabili di una lunga serie di reati, tra cui associazione per delinquere. Molto si disse a proposito delle intercettazioni secondo molti incomplete o ad un certo punto messe da parte. All’improvviso Scalea scoprì l’esistenza di cosche Stummo e Valente satelliti di Muto. “All’epoca, i carabinieri perquisirono abitazione e studio medico, visto che la Dda ipotizzava la vicinanza della sua precedente amministrazione proprio al sodalizio criminale locale, soprattutto in occasione dei lavori per la costruzione del porto turistico della sua città, da allocare nelle acque dello storico gioiello architettonico di Torre Talao. Opera mai eseguita, ovviamente, da appaltare ad una ditta riconducibile ad un presunto appartenente ad un clan di Castellamare di Stabia, nel napoletano, per un importo di oltre 14 milioni di euro. Rimane ancor oggi un mistero il silenzio giudiziario che calò proprio sul nome dell’ex sindaco che, magicamente, si eclissò da quell’inchiesta.”
Nel 2019 è la volta di Gennaro Licursi che collezionò 650 ore di assenze ingiustificate presso l’azienda ospedaliera. Finì col patteggiare a due anni di reclusione la sua esperienza di sindaco e la sua lunga carriera nella politica locale. Infine, è la volta di Re Nudo che investe proprio Mario Russo, arrestato nella sua qualità di presidente della Commissione per le invalidità civili. Descritto come pronto a qualunque compromesso finalizzato “(…) sia al proprio arricchimento illecito e sia a mantenere ed incrementare il pacchetto di voti che egli movimenta in occasione delle varie consultazioni elettorali, come da lui stesso affermato nel corso di alcune conversazioni captate (…). È in questo mare magnum di carte che intercettato il Russo si esprime su Scalea indicandola come una città impossibile da amministrare, piena di debiti e gente che ti assale “ma chi me lo fa fare dice…” .
Avrà cambiato idea su Scalea e gli scaleoti, ma non sulle idee di sviluppo dato che allora come oggi riparla di porti turistici.
Di certo i cittadini non hanno sorprese. Conoscono tutto di molti candidati, li hanno visti all’opera e se ne ricordano la storia e di alcuni ne hanno sentito pure le intercettazioni. Più trasparenza di così! Intanto andiamo avanti facendo la storia delle altre cittadine al voto.