A Catanzaro da ieri si ride. Di gusto, con le lacrime agli occhi. Nelle chat private, nei commenti social, nei comunicati stampa della destra: la città è in pieno sghignazzo per l’ultima trovata di Giusy Iemma, che si è auto-incoronata paladina del clima dopo che il Sole 24 Ore ha piazzato Catanzaro al nono posto dell’Indice del Clima 2025. Avete capito bene: il sole splende grazie al PUMS, l’aria è pulita per merito del PSC, e la brezza marina soffia sotto direttiva dell’amministrazione. Si mormora che il prossimo step sarà un’ordinanza per regolare l’umidità e una mozione per stabilire quante nuvole saranno ammesse in cielo al mese.
E sia chiaro: non si tratta di una battuta fuori luogo. È la naturale conseguenza del culto dell’apparenza che la Iemma porta avanti con ostinazione. Politicamente non lascia alcuna traccia, ma fotograficamente è ovunque. Un’assenza di contenuti compensata da una presenza scenica degna di un talent show. Ogni occasione è buona per un primo piano. E così oggi, con un clima che premia Catanzaro per la sua posizione geografica (grazie mare, grazie monti), la vicesindaca coglie la palla al balzo e si attribuisce il merito del sole. D’altronde, in un’amministrazione in cui la sostanza latita, ci si aggrappa anche ai raggi UV pur di avere qualcosa da rivendicare.
Catanzaro merita di meglio. Di molto meglio. Perché mentre la città cerca risposte vere, c’è chi si limita a rincorrere riflettori, selfie e titoli. Ma la politica non è un set fotografico, e amministrare non significa intestarsi i meriti del sole. Il sole, per fortuna, continuerà a sorgere ogni mattina. Non grazie a Giusy Iemma. Ma… nonostante Giusy Iemma.