Dove c’è corto muso, c’è scudetto. Il, Napoli di Conte ci riconcilia col calcio vero
di Massimiliano Gallo
Fonte: Il Napolista
Il vero calcio è allo stadio Via del Mare. Il calcio con cui siamo cresciuti. Il calcio che ci ricorda che cos’è lo sport. Tensione agonistica. Tensione nervosa perché il traguardo è lì, a tre curve. E non si può giocare futbol bailado. Il Napoli di Conte supera l’ostacolo più insidioso delle ultime quattro giornate. Vince a Lecce 1-0. Di corto muso. È la settima vittoria del Napoli di Conte per 1-0. Così si vincono gli scudetti. Sta pagando con gli interessi l’iniezione di vera juventinità (non farlocca come quella di Giuntoli) nel Napoli attraverso Antonio Conte. Il suo Napoli – facciamo gli scongiuri – sta smentendo con i fatti la leggenda metropolitana autolesionistica secondo cui se il Napoli fosse arrivato a giocarsi lo scudetto punto a punto, avrebbe perso. Anzi la legge dello sconfittismo è: “non ce la fanno vincere”. È questione anche di conoscenza storica. Perché uno scudetto punto a punto e in rimonta nel finale, il Napoli lo ha già vinto. Nel 1990. Quello fu vinto contro il Milan. Questo il Napoli se lo sta giocando con l’altra squadra di Milano. Ma, si sa, il populismo frammisto allo sconfittismo fa sempre breccia nell’animo dei tifosi.
Il Napoli ha vinto con gol di Raspadori. Che ha giocato perché ancora una volta Conte ha dovuto fronteggiare l’ennesima emergenza. Fuori Neres. Fuori Buongiorno. Fuori Juan Jesus. E allora Rafa Marin in panchina, Olivera centrale e Raspa al fianco di Lukaku.
E Raspa ha segnato, è lui l’uomo scudetto. Ha segnato su punizione calciata al limite dell’area sul palo del portiere Falcone che però non ha visto niente perché McTominay gli ha chiuso la visuale. È superfluo ricordare che la punizione è nata dal solito schema con Lukaku pivot che l’ha appoggiata a Raspadori che ha subito fallo pochi centimetri fuori l’area.
Il Napoli aveva segnato dopo un minuto ma il gol di Lukaku è stato annullato per fuorigioco millimetrico di Romelu. Il Lecce ha provato a reagire ma in realtà oltre la traversa di Gaspar (colpo di testa) non è andato. Gli interisti più che i leccesi hanno protestato per un presunto tocco di braccio di Spinazzola dopo la traversa. I tifosi del Napoli invece hanno lamentato l’assenza di un rigore per fallo su Raspadori nel finale di tempo anche se Raspa aveva già colpito e calciato di poco a lato. Il secondo tempo è di sofferenza tifosa. In realtà il Lecce tira in porta una sola volta, per di più grazie a una deviazione.
Al termine della gara, negli studi di Sky Sport, Paolo Condò, parla così del campionato degli azzurri di Antonio che vedono sempre più vicino il sogno scudetto: «L’impresa di quest’anno sarebbe la più grande. Questo Napoli sicuramente non è la squadra più forte del torneo, la sua capacità di tenerla sempre in corsa e farla rimbalzare subito. Ricordate la partita col Verona a inizio stagione, come ha costretto il club a muoversi sul mercato. Sei arrivato a tre giornate dalla fine che dipende dal Napoli».
LE PAROLE DI CONTE
«Vittoria veramente importante, non è la più importante ma è importante. Temevo tantissimo questa partita per tante situazioni. Il Lecce veniva da un pareggio acciuffato alla fine contro l’Atalanta. Poi questa disgrazia che è capitata a una persona che conoscevo benissimo, conoscevo anche papà suo. Era una situazione particolare. Sono molto vicino al Lecce, ai tifosi, ai calciatori. Abbiamo fatto la nostra partita, siamo venuti per vincerla. Era un passo importante, dovevamo farlo. Anche interpretando un primo tempo di ottima fattura. Poi è subentrata non dico la voglia di proteggere quel gol ma l’importanza di quel gol ci ha portato a essere meno arrembanti, meno propositivi».
«È una tappa importante, non mento. Temevo il Lecce a casa sua, la lotta salvezza. Siamo arrivati qui gestendo un’emergenza. Sembra tutto normale. Ma oggi ha giocato Olivera da difensore centrale, è la prima volta che l’ha fatto con me. Doveva già farlo col Torino poi il problema di Raspadori ci ha portato a cambiare e ha giocato Buongiorno. La squadra sta rispondendo con tutti gli effettivi. Penso a Scuffet a Bologna. È una rosa di ragazzi perbene, che ce la stanno mettendo tutta. Bisogna poi essere in gara, nello spartito, sia per quel che riguarda la fase offensiva che per quella difensiva. È una squadra che secondo me è cresciuta in modo incredibile. Io me lo ricordo l’esordio al Maradona contro il Modena, facemmo 0-0 e passammo ai rigori. Alla prima di campionato abbiamo perso a Verona 3-0. Oggi tappa importante, ma non la più importante».









