Tra comitati fedeli e partiti in fuga, Vincenzo Voce si prepara al bis: quando il potere si conquista nel vuoto lasciato dagli altri
Fonte: ‘U RuccularuÂ
Un Quadro di Paralisi
Crotone si avvia verso le elezioni comunali del 2026 in un contesto di profonda crisi politica.
I partiti tradizionali appaiono immobili, inchiodati da dinamiche autoreferenziali, con leadership riciclate e una paralizzante incapacitĂ di innovazione.
L’astensionismo è da record: 72% alle Europee del 2024.
E il crollo dei consensi – FdI, PD e FI tutti sotto i 3.000 voti – riflette un distacco drammatico tra cittadini e istituzioni.
L’attuale sindaco, il grande favorito per la rielezione, si muove in mezzo a un’opposizione frantumata, incapace di esprimere una visione, figurarsi una proposta.
Crisi della Rappresentanza: Partiti Senza Futuro
Statici, ripetitivi, immobili.
I partiti crotonesi sembrano bloccati in un loop conservatore, dove l’unico ricambio è quello ereditario: “il figlio di…”.
Una classe dirigente che somiglia piĂą a una parodia di se stessa, priva di contatto con le urgenze di una cittĂ che soffre disoccupazione, povertĂ di servizi, isolamento.
La politica qui non è più un’arte del possibile, ma un gioco meschino dove non si cerca di vincere: si gioca solo per non far vincere gli altri.
Pura difesa.
Una retroguardia autoreferenziale.
Dinamiche Elettorali: Astensionismo e Declino dei Consensi
Il paradosso dell’astensionismo a Crotone è inquietante.
Il 72% dei cittadini non vota, un silenzio assordante.
Ma i partiti fanno finta di nulla, quasi non li riguardasse.
Solo 13.266 votanti alle Europee 2024.
Numeri che dovrebbero far tremare le fondamenta.
In questo scenario, i risultati diventano gusci vuoti: FdI (2.546 voti), PD (2.194), poco più del 5% dell’elettorato potenziale.
Il Movimento 5 Stelle? Un fantasma.
Forte a livello nazionale, evanescente a livello locale: nel 2020 prese solo il 4,91%.
Una prova evidente che certi messaggi non arrivano dove la fame di lavoro, servizi, salute è più pressante delle battaglie simboliche.
Candidati e Coalizioni: Il Gioco della Sconfitta
Riciclo, sempre lo stesso copione. I nomi? Torromino, Zurlo, Vallone, Grillo.
Volti giĂ visti, giĂ votati, giĂ bocciati.
Candidature usate come paracadute per assicurarsi almeno il seggio da consigliere.
Nessuna ambizione di cambiare davvero la cittĂ . Niente primarie aperte, nessun confronto.
Solo il timore, palpabile, che un outsider – uno vero – possa spezzare il cerchio magico.
E allora meglio restare tra pochi, pur di restare.
La paura di perdere il controllo è più forte del desiderio di vincere.
Scenari per il 2026: Tra Continuismo e Svolta
Il sindaco in carica è in netto vantaggio.
La sua forza non sta solo nella visibilitĂ , ma nella debolezza degli altri.
CDX e CSX sono divisi, senza candidati credibili, senza idee.
E nel vuoto, l’elettore si rifugia nell’usato sicuro, o peggio, si ritira.
Ma qualcosa potrebbe cambiare.
C’è chi sogna un outsider: una figura autonoma, credibile, che viene dal lavoro vero, dalla vita vera. Non dai salotti dei partiti.
Qualcuno che parli di sviluppo economico, sanitĂ pubblica, tutela ambientale.
Temi veri.
Temi sentiti.
Temi che potrebbero riaccendere il 70% di cittadini che oggi stanno a casa, muti e arrabbiati.
La Sfida della Rigenerazione
Le amministrative 2026 potrebbero essere l’ultima occasione per invertire la rotta.
Due scenari si delineano all’orizzonte:
Vince lo zio Enzo, perché le opposizioni non riescono a diventare alternative, restando sempre più marginali.
Oppure, e sarebbe rivoluzionario, emerge una coalizione civica, trasversale, guidata da una figura fuori dai giochi, capace di unire le forze sane della cittĂ e presentare un progetto serio per il futuro.
E qui si aggiunge una variabile fondamentale, che cambia la partita: l’astensionismo, paradossalmente, non danneggia Voce.
Anzi, lo favorisce.
Perché?
Perché il sindaco uscente ha saputo coltivare, nel corso del mandato, rapporti solidi con comitati di quartiere, associazioni del terzo settore, mondi cattolici.
RealtĂ che, in nome della continuitĂ amministrativa, si mobilitano per garantire la prosecuzione dei progetti avviati.
Pacchetti di voti organizzati, fedeli, pronti.
Una base solida che, in un’elezione a bassa affluenza, può bastare – matematicamente – per accedere al ballottaggio.
La posta in gioco è altissima.
Crotone può scegliere se rassegnarsi a un lento declino o se dare spazio al cambiamento, riscoprendo la forza della partecipazione per ricostruire Dal basso, Dal reale, Dal possibile.