Porti calabresi. Gioia Tauro (sola) contro tutti e contro il bilancio florido dell’ente

PORTI CALABRESI, GIOIA TAURO (SOLA) CONTRO TUTTI E CONTRO IL BILANCIO FLORIDO DELL’ENTE: PROVE TECNICHE DI UNO SCONTRO PROVINCIALISSIMO CHE FA PERDERE DI VISTA I NUOVI OBIETTIVI UTILI DA RAGGIUNGERE (CHE INFATTI NESSUNO ESPLICITA E SU CUI NESSUNO CHIEDE CONTO)

dalla pagina FB di Agostino Pantano

Ai tanti che da giorni cominciano a chiedersi che nuova figura e che nuovo metodo di governo si imporrebbero alla guida dell’Autorità di sistema portuale, nel caso in cui non dovesse essere prolungato il mandato dell’attuale presidente – alla scadenza naturale prevista a metà giugno – viene in soccorso in queste ore il sito internet dell’Ente.
Vi si trova infatti una delibera con cui il comitato di gestione nei giorni scorsi ha approvato il bilancio consuntivo 2024 con l’astensione – e qui sta la sorpresa – del rappresentante del Comune di Gioia Tauro. “Quattro voti favorevoli e uno astenuto”, recita il documento in maniera inspiegata, ponendo platealmente una distanza siderale tra il delegato gioiese e i conti virtuosissimi consegnati dall’attuale governance: basti dire che in occasione dell’approvazione della delibera era stato diramato un comunicato che dava conto di un avanzo di amministrazione di oltre 1.121.000 e di risultati raggiunti al 100 % rispetto alle previsioni che erano state comunicate al ministero.

Non sapremo mai per le vie ufficiali cosa abbia portato a scegliere una simile divaricazione, da parte di colui che di fatto è il rappresentante di una giunta comunale che il mese scorso, anche in maniera formalmente goffa e amministrativamente clamorosa, era arrivata a chiedere – senza ottenerlo – il commissariamento dell’ente attraverso una delibera, col sindaco assente per tentare di evitare il conflitto di interesse, clamorosamente trasmessa a tutte le istituzioni del globo terraqueo, (con l’esclusione del solo Priorato della madonna di Polsi, vai a capire il perchè di tanta ammuina).

Fatto sta che ormai questo “voto non voto”, in assenza di ogni comunicazione in merito, agevolmente può venir letto come una nuova stroncatura della gestione amministrativa e degli uffici dell’ente portuale che la sponda gioiese del porto nelle varie articolazioni – a differenza dei delegati della Regione, della Città metropolitana e del ministero – decide nell’ambito di un braccio di ferro che Palazzo Sant’Ippolito, con la richiesta di commissariamento rivolta al ministro Salvini, rivelatasi infruttuosa per quel che ne sappiamo – ha tentato di trasformare anche in uno scontro politico.

Ecco, facendo 2+2 potremmo arrivare a ipotizzare che il futuro del governo del porto potrebbe riservarci questa novità, che sembra preoccupante dopo i quasi 10 anni di una presidenza trasversalmente voluta – quindi niente affatto di una sola parte politica – ovvero la legittimazione e l’assuefazione ad un approccio quotidianamente divisivo e logorante, l’autorizzazione a ritenere che l’area portuale possa essere terreno di scontro e di conquista.

Tale condizione, per certi versi inedita nella storia del 30nnale rapporto tra gli enti locali e il “loro” porto, rischia di far perdere di vista il dato – trasversalmente e utilmente politico questa volta – che invece è giusto tenere al centro delle scelte future che competono al ministero e alla regione: difendere ed espandere i record dei due terminal portuali, potenziare l’intermodalità dei trasporti, favorire un compiuto distretto portuale-industriale che imponga alla regione di non essere più parassita dei successi altrui.

Come calabresi dalla memoria (e dagli archivi) pieni, Vorremmo che di questo, e non del luogo di nascita, si discutesse nel momento ministro e regione devono trovare l’intesa per il nuovo (o vecchio) presidente. Invece, ci troviamo di fronte al mistero di una governance che tutti (tranne gioia tauro) dicono di apprezzare: a meno che non sia un sostegno di facciata, e’ bene che vi sia un dibattito franco e trasparente a cui il territorio non deve sottrarsi : una nomina per un ruolo cosi importante non e’ mai un passaggio burocratico che si conosce solo a cose fatte, il le citta’ che ospitano i porti e le categorie produttive devono rivendicare – cosi come e’ per gli aeroporti – una governance condivisa, anche se la legge crea una diarchia (regione mimistero) che potrebbe essere refrattaria alla necessita’ di una meritocratica partecipazione.

Notizie di stampa mai smentite inducono a ritenere che sembrerebbe possibile che l’ostilità con l’ente Gioia Tauro possa dipendere da uno o più provvedimenti disciplinare che avrebbero colpito il sindaco (in quanto dipendente dell’autorita’ portuale) ma noi – che ne scriviamo qui sui social nel pieno rispetto delle regole giornalistiche (che autorizzano a commentare con linguaggio continente fatti pubblici rilevanti come lo scontro in atto) a partire da notizie vere (tanto più come questa del voto in comitato di gestione che non si sapeva) – non vogliamo credere che un giudizio così nevralgico per il futuro della calabria e del primo porto italiano possa dipendere da motivazioni così localistiche e autoreferenziali .
Sarebbe un grande sconforto constatare che è per questo che Gioia Tauro torna ai tempi di prodi e dalema che mandano a comandare i genovesi che dalla cortina di fumo fecero perfino apparire un commissario col compito di dirimere (inutilmente) i conflitti (autoprodotti).
Nb: anche in questo caso per evitare commenti offensivi, peraltro scritti da falsi profili, ho impostato una restrizione che questo testo “agostiniano” lo si puo’ solo leggere, condividere, al limite salutare con un mi piace o copiare per mandarlo a qualche parente detenuto 🤣🤣🤣 ma non commentare…