Calabria, sanità allo sbando. Parola d’ordine? Riorganizzazione…

di Saverio Di Giorno

Sarebbe stato forse troppo facile affondare nel dolore dei troppi casi di malasanità per dire che in Calabria è persino ipocrita festeggiare la Festa della Mamma. Non si può partorire né garantire l’adeguata assistenza. Sarebbe veramente troppo facile e forse troppo retorico fare l’elenco in continuo aggiornamento di questi casi per ricaricare il serbatoio della rabbia. Sarebbe facile, ma non è necessario perché ci ha pensato di recente il Consiglio di Stato a sottolineare che la carenza di sanità è una precisa decisione politica. E Occhiuto e i suoi annunci sulla sanità ne escono malissimo.

Di queste storie conosciamo i mandanti, i soldi, chi ne ha beneficiati. Ma tutto ciò non basta. Evidentemente…

Le piazze sono ancora calde della protesta – l’ennesima – per una sanità pubblica. Pochissime settimane fa (29 aprile 2025, n. 3640/2025) è stata pubblicata una sentenza che gela la riapertura dell’ospedale di Praia. I comuni di Praia a Mare e Tortora avevano presentato ricorso chiedendo di eseguire puntualmente quanto stabilito da ben quattro sentenze precedenti del Consiglio di Stato (n. 2576/2014, 2968/2015, 1153/2017 e 384/2022), e cioè il ripristino dei servizi ospedalieri sul territorio. I comuni avevano fatto ricorso contro un provvedimento di Occhiuto, del 12 luglio 2023. Il solito provvedimento, sul rientro, sul disavanzo. La solita logica dell’eterna emergenza.

Innanzitutto, il Consiglio di Stato riconosce “l’inerzia iniziale della struttura commissariale” e poi spiega che le sentenze non sono immediatamente applicabili perché l’assetto ospedaliero regionale è stato oggetto di un complesso processo di riforma. Riorganizzazione: teniamola in mente questa parola. La riorganizzazione della Rete ospedaliera è cambiata, dice il Consiglio di Stato, specie durante e post pandemia. E chi l’ha cambiata? Tra l’altro il Consiglio di Stato riconosce una carenza del sistema sanitario. Anche dopo il cambiamento, evidentemente. Tradotto: una politica disastrosa che ha mantenuto le carenze e impedisce l’attuamento delle sentenze. Il sindaco di Praia, De Lorenzo, prova a calmare le acque dicendo che il verdetto si riferisce alla richiesta di modifica del decreto aziendale del 2023 però, successivamente, le cose sono cambiate grazie ad un nuovo atto aziendale e una nuova riorganizzazione. Ovviamente però sulla carta, senza nessuno stanziamento reale di fondi. Ancora chiacchiere.

I fatti invece raccontano altro: neanche un anno fa invece andava in fibrillazione Paola, nel quale si paventava l’ennesima chiusura di un reparto nell’ospedale della cittadina. Qui il reportage https://www.youtube.com/watch?v=p6V037GKrLo&t=23s.

Oppure potremmo ancora una volta riannodare i fatti corroborati da decine di documenti. Potremmo tornare al 2017, un audio dell’allora commissario Scura pubblicato da “La Lince” dove afferma che l’ospedale di Praia può rimanere chiuso perché tanto c’è un punto a Belvedere e “nessuno viene in vacanza per ammalarsi”. La clinica belvederese (allora Tricarico) che ha finanziato le campagne elettorali del Pd. L’anno prima nel 2016 si parlava di un filone dell’inchiesta Frontiera che riguardava esponenti del Pd cosentino, vicini al clan Muto e ai boss della sanità privata. Poi c’è la famigerata inchiesta sul gruppo iGreco e la spartizione dei gruppi sul territorio nelle quali si parla anche del Tirreno.

Nel mezzo si potrebbe ancora riassumere la carriera di Angela Riccetti, responsabile vicina alla politica locale e delle mille ombre in merito alle relazioni che documentavano assenze al servizio. Oppure si può tornare al 2012 e alle parole di Vincenzo Cesareo riportate in atti di indagini «Io mi sento come uno, tu lo sai, della famiglia»: parlava con gli esponenti del boss Pelle… Le telefonate con il medico Quartucci (medico di Villa degli Oleandri). Si fa il nome dei fratelli Gentile, per scalare l’Asp. Il dialogo è avvenuto il 26 maggio 2010, un anno dopo Cesareo, che non è stato coinvolto nell’indagine, diventerà dirigente dell’ospedale di Cetraro, mantenendo anche l’incarico di dirigente del presidio di Praia a Mare. Pochi giorni dopo la nomina gli revocano l’incarico. Le motivazioni? Riorganizzazione della struttura provinciale cosentina. Ancora una riorganizzazione.

Nel 2017 la sentenza in primo grado del processo Parcelle d’oro condanna l’ex direttore generale Gianfranco Scarpelli (che aveva firmato il decreto di nomina di Cesareo) a 2 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per un anno. L’avvocato di Gentile, Nicola Gaetano, al quale sono andati circa 800mila euro di incarichi legali e consulenze, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Il processo finirà in una bolla di sapone. Assoluzioni per tutti. Non si fermano però i flussi di soldi che tra contenziosi, parcelle e avvocati finiscono fuori regioni e in società di factoring, l’ultimo casino è scoppiato a fine anno e torniamo a chiedere: dove sono i documenti dell’Asp di Cosenza alla BFF? https://www.iacchite.blog/cosenza-sanita-venduta-dove-sono-gli-allegati-della-transazione-milionaria-dellasp-con-la-banca-bff/

Riannodando piano piano i fili si arriva a circa 15 anni fa, 2010 quando Scopelliti riorganizzava la sanità e ad applaudire c’era Roberto Occhiuto. Quello che ora dovrebbe riorganizzare dopo la riorganizzazione durante la pandemia di cui parla il Consiglio di Stato. Riorganizzano. Sempre…