Cosenza Calcio. Franz “pennacchio” può e deve pignorare il conto corrente della società: sta arrivando il “paracadute”

“Eugenio Guarascio è debitore verso il Comune di Cosenza per fitto stadio e Tari di 810.000 euro. Questo fino a tutto il 2024. Se aggiungiamo i 5 mesi del 2025 arriviamo a quasi un milione di euro”. Le dichiarazioni di un consigliere comunale in una trasmissione televisiva vengono ampiamente commentate in città. E il pietoso comunicato del sindaco, che non chiarisce un bel nulla ed è solo un patetico tentativo di difesa, dopo che Franz “pennacchio” ha clamorosamente cucito un bando su misura a Guarascio per consentirgli di vincere il terzo appalto per la raccolta rifiuti, ha indignato ancora di più i cosentini.

Il vero problema non è l’entità del debito, che costituisce comunque un problema enorme per l’iscrizione al prossimo campionato del Cosenza, ma l’omesso controllo da parte di chi era preposto: dirigente al ramo, a partire dall’ufficio legale per continuare con tutti gli altri soggetti preposti. È intollerabile che si sia potuto consentire che si arrivasse ad un credito di tale entità. Non è pensabile che un soggetto privato possa arrivare a tale importo di debito e chi doveva vigilare e controllare non ha fatto niente. Un atteggiamento – beninteso – che è stato ripetuto nei confronti di molti altri soggetti legati alla “paranza” del “padrone” di Palazzo dei Bruzi, che come tutti sanno non è… il sindaco.

Chi doveva vigilare non ha vigilato, chi doveva controllare non ha controllato. Il fatto è gravissimo.
La Corte dei Conti potrà intervenire sanzionando pesantemente chi ha omesso di provvedere all’immediato recupero, esponendo il Comune al rischio di non vedersi recuperato il credito.
I consiglieri comunali, gli assessori ed il sindaco devono immediatamente provvedere al recupero del credito nei confronti del faccendiere Gargamella ed allontanare chi ha omesso di intervenire facendo lievitare il debito fino all’attuale importo.

Guarascio questo debito lo deve pagare perché si tratta di soldi della collettività, dei cittadini di Cosenza che potrebbero essere utilizzati per fare fronte a mille emergenze sociali che purtroppo dilagano in città. La mancata riscossione costituisce danno erariale e non crediamo che dirigenti comunali ed amministratori vogliano andare davanti alla Corte dei Conti perché poi saranno problemi seri. E infatti il sindaco “telecomandato” è stato costretto a intervenire affermando che si è già mosso per imporre a Guarascio di scucire i soldi che deve ai cosentini monitorando i conti correnti della società del Cosenza Calcio per pignorare i primi soldi che ci saranno. E persino Franz Caruso è al corrente che dopo la retrocessione il Cosenza Calcio incasserà il cosiddetto “paracadute” dalla Lega di Serie B che ammonta a circa 1 milione. Del resto, non sarebbe il primo ad agire con il pignoramento ed è appena il caso di ricordare che il Cosenza ha subito 4 punti di penalizzazione proprio perché il conto è stato pignorato, per giunta per una cifra minore rispetto a quella del debito che Guarascio ha nei confronti del Comune. Per non parlare dell’istanza di fallimento che si potrebbe configurare nei confronti della società. Tradotto in soldoni: il percorso verso l’iscrizione del Cosenza al campionato di Serie C è parecchio accidentato e bisogna fare di tutto per cacciare Guaraacio. Costi quel che costi…