Abbiamo sempre nutrito una profonda stima e simpatia per il bravo attore Peppino Mazzotta, cosentino doc. L’ispettore Fazio per tutta l’Italia, indimenticabile nel ruolo intenso di “Rocco” in Anime Nere, protagonista di una filmografia vasta e ricca di personaggi interpretati con rigore, passione e maestria. Una bravura che traspare da anni di gavetta, studio e dedizione. Peppino è uno di quei cosentini di cui andare fieri: un attore impegnato non solo sulle scene, ma anche nella vita, da sempre schierato dalla parte della legalità e contro ogni forma di mafia. Così lo abbiamo sempre visto. E così continuiamo a vederlo. Ma non nascondiamo di aver avuto un sussulto, un moto di incredulità, nel vederlo protagonista di uno spot pubblicitario — poi finito anche sui manifesti cittadini — che di fatto sponsorizza non solo una triste e clientelare amministrazione comunale, ma soprattutto uno dei personaggi più ambigui e discutibili dell’intera Calabria: Eugenio Guarascio.
Titolare dell’azienda Ecologia Oggi, che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti a Cosenza, e presidente del Cosenza Calcio, Guarascio è universalmente riconosciuto come il principale responsabile, insieme alla complicità del suo braccio destro Rita Scalise, del disastro societario e sportivo che ha affondato il calcio a Cosenza. Un personaggio la cui arroganza è pari solo alla sua insaziabile fame di denaro. Incapace di provare empatia, totalmente privo di senso civico, con un disprezzo profondo per la legalità e per la città che dovrebbe servire. Perché una persona seria come Peppino Mazzotta abbia potuto prestare il suo volto a un personaggio del genere resta, per noi, un mistero. Un mistero che vogliamo risolvere solo appellandoci alla sua buona fede. Forse — vogliamo crederlo — lo ha fatto semplicemente per amore della sua, della nostra, città. Ma resta un errore grave.
A pubblicare per primo lo spot della “campagna di educazione ambientale” con testimonial Peppino Mazzotta è stato Franz “pennacchio” Caruso, lo stesso sindaco-burattino che fino a pochi giorni fa sbraitava contro Guarascio, annunciando l’avvio della procedura per recuperare oltre un milione di euro di canoni non versati dal Cosenza Calcio per l’utilizzo dello stadio San Vito-Marulla.
E non finisce qui. Perché Franz Caruso parla sempre in base alla convenienza del momento. Prima tace, poi sbraita, infine si inginocchia. È il suo metodo. O meglio, è il metodo di chi aspetta il via libera da Nicola Adamo per ogni mossa. Così, dopo aver spianato la strada a Guarascio nell’appalto per la nettezza urbana, coprendone per anni tutte le inefficienze — dalla sporcizia nelle strade alle lamentele dei cittadini — e ignorando le denunce pubbliche, anche da parte di assessori come Francesco De Cicco, improvvisamente si sveglia. Ma non per convinzione: solo perché la città è esplosa di rabbia. E allora, per salvarsi la faccia, recita la parte del sindaco risoluto, minacciando azioni legali contro Guarascio. Finge fermezza, ma dura un attimo. Appena si abbassa il polverone, eccolo lì, di nuovo al fianco del suo vecchio compare. E oggi addirittura gli regala uno spot istituzionale, elogiandolo pubblicamente per le sue competenze nella gestione ambientale. Una pacca sulla spalla travestita da campagna educativa. È questa l’unica vera coerenza di Franz: servire sempre lo stesso padrone, anche quando finge di opporsi.
Un doppiogiochista da quattro soldi, che non sa da che parte stare: con i cittadini o con gli affaristi? Ma la sua nota vigliaccheria e la paura di perdere il “pennacchio” lo paralizzano, lo rendono un vegetale politico. Di Franz Caruso ormai non si fida più nessuno. Nessuno lo prende sul serio. Nessuno si aspetta che possa risolvere qualcosa. Questo spot è un insulto alla città. Uno sputo in faccia ai cosentini. Una vergogna che Franz preferisce infliggere ai cittadini piuttosto che scomodare Guarascio. E questo dice molto su quali interessi vengano prima, per lui: quelli di Guarascio, non certo la dignità dei cosentini.
Un sindaco serio, con un minimo di coraggio, un personaggio come Guarascio lo avrebbe già cacciato da Cosenza. Altro che spot! Certo, qualcosa forse si poteva evitare. E qui ci rivolgiamo a Peppino Mazzotta, che conoscendo il dibattito infuocato in città attorno a Guarascio e al Cosenza Calcio, avrebbe potuto evitare di entrare in una discussione così delicata a gamba tesa. Magari affrontandola con ironia, come ha fatto Nicola Savino, altro cosentino di cui andare fieri, che con una battuta geniale ha centrato il punto: «Faccio delle cose “molto sleali”: prendo i rossoblù, trucco tutti i parametri e il mio budget alla fine è tipo un miliardo di euro. Persino con ciò… il primo anno, in quanto il Cosenza parte chiaramente dalla Serie B, non ce la faccio subito a prendere Mbappè. Alla fine poi l’attacco sarà sempre composto dal francese e da Haaland, i migliori dei migliori». Ecco, si può parlare di Cosenza e anche di calcio senza dover passare per i Guarascio di turno.