Lamezia 2025. Doris Lo Moro, la sindaca di… Corso Numistrano che somiglia tanto alla “Contessa” di Fantozzi

DORIS LO MORO, LA SINDACA DI… CORSO NUMISTRANO

Doris Lo Moro ha perso. Su tutti i fronti. Una disfatta oceanica: è riuscita a perdere un ballottaggio nel quale tutti – ma proprio tutti – la davano favorita. E ha pagato una presunzione e un’arroganza dilagante.

Del resto, nell’ultima intervista di Doris Lo Moro alla Gazzetta del Sud pochi giorni prima del secondo turno, finalmente usciva fuori l’anima superba, altezzosa, aristocratica che fino a quel momento era rimasta più o meno nascosta e non avevamo visto. Gli atteggiamenti, i comportamenti, le parole melense, insipide e stucchevoli ci sono ancora ma esce fuori anche il piglio altezzoso e sicuro.

La giornalista tenta di far apparire la Lo Moro come la vera vincitrice del primo turno elettorale inventandosi: “È stata la candidata a sindaco che ha ottenuto più preferenze”. Questo dato non sappiamo da dove spunta fuori, visto che il candidato che ha ottenuto più consensi è stato Mario Murone con oltre 15 mila voti presi, anche se perde oltre duemila voti rispetto ai risultati della sua coalizione. La Lo Moro è stata la seconda come preferenze fermandosi a poco più di 11 mila voti tanti quanti i voti presi dalla sua coalizione. Quindi anche la sua funzione di traino sulle liste del centrosinistra non c’è stata o c’è stata marginalmente. La Lo Moro si ferma ad un deludente 31,77%, mentre le sue liste arrivano ad un 32%. Quindi anche la narrazione che certa stampa amica sta sostenendo facendola passare come l’artefice di una tenuta positiva del centrosinistra è completamente falsa e fuorviante.

Certamente la Lo Moro ha avuto l’abilità di mettere su una coalizione vasta (o se preferite “larga”) che va dal Pd fino al M5S passando per Azione. E questo è un merito, quando vuole e quando serve sa tirare fuori le sue capacità seducenti e il suo carisma che hanno fatto presa nel mondo della politica politicante. La Lo Moro è una che ha saputo vendere bene la sua immagine grazie anche ai tanti giornali amici che hanno costruito la narrazione della statista che ritorna nella sua città per farla rinascere.

Purtroppo – per lei… – il risultato elettorale è stato molto deludente e lei cerca di arrampicarsi sugli specchi affermando: “Il dato ufficiale è che si va al ballottaggio. Quindi le elezioni sono andate bene perché l’obiettivo è o vincere o andare al ballottaggio”. Sembra una massima alla Catalano del tipo: “Cari ragazzi, è meglio essere promossi a giugno, che bocciati a settembre”. Lei ci sta dicendo: meglio andare al ballottaggio che perdere al primo turno…

Ma poi anche la sua sicumera cede e prende atto della scoppola subita: “Mi aspettavo qualcosa in più in termini di percentuali, ma il ballottaggio è un’altra votazione, quindi ora dobbiamo andare avanti”. La candidatura Lo Moro possiamo dire tranquillamente che è stata una candidatura di Palazzo nata in circoli ristretti della politica lametina con la spinta e il sostegno dei media di regime e di alcuni poteri trasversali. Tutti gli ambienti che contano la davano per vincente al primo turno non prevedendo il voto del popolo che è andato verso il terzo candidato Bevilacqua che prende oltre 8 mila voti, assicurandosi oltre 3 mila voti in più delle sue liste.

In pratica la Lo Moro è stata votata nella Ztl di Lamezia terme, su Corso Numistrano e vicinanze. Lei stessa lo riconosce: “Cercherò di arrivare dove non sono arrivata, e cioè maggiore presenza nelle periferie, perché tra i ponti delle festività non siamo riusciti ad arrivare in alcuni luoghi, per questo devo colmare questo aspetto. Il dovevo essere più presente”. Mica i ponti di primavera si potevano trascorrere nei quartieri popolari di Lamezia. Immaginate un po’ voi l’accoglienza che riceverà nei quartieri popolari dove la gente non la vede da decenni. Però lei ci proverà perché Bevilacqua le ha insegnato una cosa e cioè che “non bisogna trascurare le piccole cose”. A lei che è abituata con tutta la sua coalizione a parlare di futuro, di prospettive future al di là delle piccole cose…

E’ mai possibile, o porco di un cane, che una risorsa di Lamezia del suo livello si debba abbassare ad andare a Fronti, a Bella, a San Teodoro? Cose da pazzi. Così come assurda è la possibilità che Lei perda il ballottaggio. Hanno vinto tutti in Calabria da Nicola Fiorita a Catanzaro, a Enzo Romeo a Vibo, a Franz Caruso a Cosenza. Questa possibilità non è contemplata nello scenario politico calabrese.

Infatti la Lo Moro respinge con sdegno la domanda finale del giornalista che osa chiederle se rimarrà in Consiglio in caso di sconfitta. Come osa!!! E qui esce fuori la Doris Lo Moro dei tempi felici: “Lo valuterò. Io non ho bisogno di formarmi. Il consiglio comunale è un luogo dove le persone si formano. Verificheremo se fare una guida in via provvisoria, certamente non scappo via neanche dal consiglio Comunale. DI SICURO NON MI SONO CANDIDATA PER ANDARE IN CONSIGLIO COMUNALE MA PER DIVENTARE SINDACO”.

Strano questo concetto che riduce il consiglio comunale ad una specie di scuola di partito. Quindi in consiglio comunale non ci andrà, o ci andrà per pochi mesi per fare da guida a gente come Gennarino Masi e Muraca, gente che il consiglio comunale lo conoscono come le loro tasche. Ed ha ragione, già chiederle di fare il sindaco è stata una forte diminutio, osare di chiederle di fare la consigliera comunale sarebbe un affronto imperdonabile. Sarebbe il terzo “tradimento” ai lametini. Il primo quando si dimise da sindaco per tentare in seguito l’entrata in Parlamento. Il secondo quando da assessore regionale alla Sanità accettò lo scioglimento dell’Asp di Lamezia Terme. E questo sarebbe il terzo verso i suoi elettori.

Detto questo, rimane un dubbio. Non riusciamo a capire se assomiglia di più al Marchese del Grillo: “Io so io e voi non siete un cazzo”. Oppure meglio ancora alla Contessa Serbelloni Mazzanti vien dal Mare, la mitica Contessa del “Secondo Tragico Fantozzi”. “Vadi, vadi Contessa !!! Il popolo di Lamezia Terme vuole lei”. PS Ora che il popolo non l’ha votata… si potrebbe giocare la carta Romania e annullare tutto… O magari chiamare Andrea Gentile, della dinastia dei Cinghiali di Cosenza: lui sì che è un esperto!