Emergenza acqua, Calabria ridotta alla sete. Tutto è nelle mani di A2A

IdroEmergenza Estate 2025, la Calabria alla sete. L’acqua nelle mani di A2A

Fonte: U’Ruccularu

Crotone, 29 maggio 2025 – La stagione estiva non è ancora cominciata e la provincia di Crotone è già in codice rosso. I dati forniti dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale confermano che la severità idrica è “elevata”, con carenze estreme per l’uso potabile e irriguo. Ma mentre i cittadini si preparano a razionamenti e gli agricoltori invocano irrigazione di soccorso, l’acqua continua a fluire… verso le turbine idroelettriche di A2A.

LE PREVISIONI: L’ESTATE DELLA SETE
Secondo gli scenari elaborati dall’ISPRA e dall’Osservatorio ANBI, l’estate 2025 sarà tra le più aride dell’ultimo ventennio. In Calabria si prevede:
-60% di precipitazioni rispetto alla media trentennale,
+2,5 °C di temperatura media,
aumento della domanda idrica del 18% nei mesi tra giugno e settembre.
Nel Crotonese, si temono fino a 90 giorni consecutivi senza piogge. Una condizione che, in assenza di invasi attivi e reti moderne, azzererà le riserve idriche per intere aree agricole già in sofferenza.

AGRICOLTURA AL COLLASSO: “SENZA ACQUA, SI CHIUDE”
L’impatto stimato sul comparto agricolo è drammatico:
Circa 400 aziende tra Cutro, Isola, Rocca e Cirò rischiano il default.
Si calcola una perdita media del 30-50% della produzione ortofrutticola, con punte del 70% per vigneti e agrumeti non irrigati.
Le colture di pregio (come l’uva DOC Cirò) sono le più esposte, prive di reti di soccorso e penalizzate dalle scelte di rilascio idrico.
> “Abbiamo l’acqua sotto i piedi, ma non possiamo usarla. La vediamo passare e ci viene chiesto di pagare per irrigare il nulla”, denuncia un agricoltore di Strongoli.

IL NODO A2A: ENERGIA AL NORD, SETE AL SUD
Mentre l’economia agricola crotonese affonda, i bacini della Sila continuano a essere regolati secondo un accordo vecchio di 56 anni, che assegna priorità assoluta alla produzione idroelettrica.
A gestirli è A2A, colosso lombardo dell’energia “green” che, però, non partecipa a nessun progetto PNRR per l’efficientamento idrico in Calabria.
I dati parlano chiaro:
L’invaso di Calusia e la diga del Lese, in uso idroelettrico, non rilasciano volumi adeguati all’irrigazione.
La Calabria produce appena l’1,2% dell’energia idroelettrica nazionale, ma paga un prezzo agricolo disproporzionato.
Il Codice di Rete di Terna impone a A2A livelli minimi nei serbatoi per garantire la stabilità elettrica nazionale, anche a scapito delle comunità locali.

ESG, GREENWASHING E SILENZI POLITICI
A2A si fregia di alti punteggi nei report ESG (ambiente, sociale, governance), ma nella pratica:
non ha mai aggiornato la convenzione del 1969 con la Regione Calabria,
non ha alcun obbligo di rilascio d’acqua in caso di siccità,
non partecipa ai tavoli interistituzionali sul riuso delle acque reflue.
A fronte di tutto questo, la Regione resta immobile.
Nessun piano di rinegoziazione delle priorità idriche, nessuna pressione sul gestore.
Anzi, continua la narrazione di “distretto energetico calabrese” come nuova frontiera industriale.
Ma a morire sono i campi, non le centrali.

UN FUTURO NEGATO (E PRIVATIZZATO)
Quella che doveva essere una transizione energetica giusta si sta trasformando in una desertificazione idrica silenziosa, dove l’acqua diventa merce e non diritto. Con le centrali a turbina attive, ma le campagne a secco.
E mentre A2A garantisce dividendi agli azionisti, Crotone non garantisce più nemmeno l’acqua nei rubinetti di Tufolo, Poggio Pudano, Fondo Gesù, san Francesco, lampanaro, vescovatello.
L’estate che si appresta alle porte sarà per questi quartieri come le precedenti: un emergenza continua ininterrottamente, un estate di disagio, emergenza sanitaria.

L’ACQUA AI TERRITORI, NON AI MERCATI
L’acqua calabrese non può restare ostaggio di una logica industriale lontana e opaca. È tempo di revisionare la convenzione idrica con A2A,
pretendere rilascio minimo garantito per uso agricolo e inserire clausole vincolanti nei PNRR per la gestione partecipata delle risorse naturali.
Perché la sostenibilità non è un bilancio. È un pozzo pieno. O vuoto.

APPROFONDIMENTI:
Crotonese, L’acqua contesa tra turbine e campi:
il dilemma di A2A che divide la Calabria.
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