Lamezia 2025, ballottaggio sempre più vicino. Scontro tra la Lo Moro (che resta favorita) e il cavaliere inesistente

SCONTRO TRA LA LO MORO E IL CAVALIERE INESISTENTE

A Lamezia Terme il ballottaggio è diventato uno scontro al calor bianco tra Doris Lo Moro e Mario Murone. È bastata una nota di Mario Murone, dopo giorni e giorni di silenzio, per far arrabbiare la candidata Doris Lo Moro e farle minacciare querele e quant’altro. Domenica scorsa la Doris Lo Moro ha chiamato i suoi sostenitori sul Corso Numistrano. Al grido di “fare chiarezza” ne ha dette di tutto e di più sul centrodestra e sul candidato Murone. Siccome il candidato Murone ha brillato fino a quel momento per la sua impalpabile presenza fisica e oratoria, la Lo Moro non si aspettava una reazione così pesante.

Ma che cosa ha detto Murone? Già l’inizio è una sberla di quelle pesante: “In politica l’autorevolezza non si misura a colpi di ‘io sono’, ‘io ho fatto’, ‘io decido cresce con progetti concreti, non con slogan vuoti”. Come non dare ragione al Cavaliere inesistente alias anche “cavallo scosso” per la tragicomica vicenda dei 3000 voti che i suoi stessi candidati gli hanno tolto negandogli clamorosamente la vittoria al primo turno e costringendolo al ballottaggio.

Più che votare sul futuro di Lamezia Terme sembra che si debba votare sulle esperienze amministrative della Lo Moro. Il colpo va a segno ma il colpo più pesante arriva alla fine quando Murone afferma: “Sono tornato a viverci (a Lamezia n.d.r) a far crescere qui i miei figli, a lavorarci. Non l’ho mai usata per fini personali, a dispetto di chi ha sempre e soltanto usato Lamezia per scopi e interessi propri, dal crearsi l’isola pedonale e il giardino di palme sotto il balcone, allo svendere la ASL n.6 per avere in cambio l’inserimento di un emendamento che le consentisse la supervisione sui concorsi medici e non”.

Questo uno-due è pesante e infatti la Lo Moro ha replicato duramente: “Leggo le dichiarazioni di Mario Murone e fatico a comprenderne il senso. Non è chiaro di chi parli, né su quali fatti fondi certe accuse. A quale titolo, ad esempio, si permette di evocare “scambi” e “interessi personali”? Con quale idea della funzione pubblica? Parole gravi, dette con irresponsabilità”.

Sta di fatto che da quel momento il dibattito e lo scontro si rianimano e il cavaliere inesistente riacquista la parola e il palcoscenico. Fino ad arrivare nella giornata di ieri alla fuga della Lo Moro, che non si è presentata ad un confronto televisivo. Ora, scappare dal confronto televisivo in genere non è una bella cosa, figuratevi poi davanti ad un cavaliere considerato inesistente e preso per il culo dai suoi stessi candidati.

Sembra il ribaltamento dei ruoli: fino ad oggi la Lo Moro aveva accusato Murone di non essersi presentato a quattro confronti, al quinto confronto è invece lei che non si presenta. Errore grave che avrebbe potuto incidere sulle sorti del ballottaggio. Doris Lo Moro avrà capito l’errore e in serata si è presentata ad un nuovo confronto televisivo. Il sesto confronto è quello giusto.

Per oltre un’ora una noia totale: Murone e la Lo Moro parlano del nulla, una noia mortale. Poi negli ultimi dieci minuti abbiamo visto i due accapigliarsi, e insultarsi a vicenda. La Lo Moro prima dice che vuole parlare dei contenuti e poi all’improvviso si scaglia contro Murone. Il vaso era già colmo per le presunte offese ricevute nei giorni precedenti. Ma è traboccato all’osservazione di Murone che lei, in caso di vittoria, non avrebbe avuto la maggioranza in consiglio se non andando a convincere i consiglieri uno per uno. A questo punto Doris Lo Moro non ci ha visto più: perde il suo self control e alza la voce. Alla sua maniera, ovviamente: “Io non so chi è lei, che mestiere fa, non so se è laureato. Lei è un maleducato e da stasera nemmeno la saluto”, conclude una Lo Moro in preda ad una mezza crisi isterica. Per fortuna che Murone non replica e che il moderatore riporta alla calma i due pugili… pardon i due candidati.

Nonostante ciò, non solo secondo noi ma secondo tutti – nessuno escluso – gli addetti ai lavori, la Lo Moro rimane la grande favorita del ballottaggio, in caso contrario sarebbe la prima volta che il centrosinistra andrebbe a perdere un ballottaggio dopo Cosenza (2021(, Catanzaro (2022) e Vibo (2024). Tutti ballottaggi nei quali il candifato del centrodestra è stato sostanzialmente “impallinato” dai suoi stessi candidati.

In più metteteci che Mario Murone è stato lasciato solo da Roberto Occhiuto, dai suoi media di riferimento (che tifano per Doris da mesi e hanno insultato chi cercava di evitare la sua scesa in campo) e dal suo staff. A Lamezia non si è visto un assessore regionale, per non dire di ministri. In più, Bevilacqua ha dato libertà di voto. Il che significa che non farà vitare Murone, lo sanno tutti…

Aggiungeteci che si vota in concomitanza con i referendum sul lavoro, e che per il comizio finale arriva Salvini (toccatevi se volete ma questa è…) e il cerchio si chiude. Noi però al posto della Lo Moro qualche piccolo correttivo lo porteremmo alla campagna elettorale. L’egocentrismo, la sicumera, il vaniloquio possono a volte provocare un effetto boomerang devastante. Solo la Lo Moro può perdere questo ballottaggio che somiglia tanto ad un rigore a porta vuota. In fondo il ballottaggio si riduce a questo: saranno di più i fan della Lo Moro ad andare a votare oppure coloro che un suo ritorno al Palazzo Comunale lo vivono con terrore? Al ballottaggio l’ardua sentenza.