A LONGOBUCCO ORMAI NON HANNO RISPETTO NEMMENO DI GIACOMO MATTEOTTI
Da pochi giorni sotto la vecchia targa marmorea a ricordo di Giacomo Matteotti nella piazza principale di Longobucco (la ex cittadella rossa della Sila) è apparso un cartello arraffazzonato, con indicazione di parcheggio, malamente apposto sul muro dell’ex sezione fascista con quattro viti. Alla faccia del «nuovo decoro urbano» di cui vanno cianciando in queste ore sindaco e assessori.
Da ricordare agli smemorati di Via Mazzini (sede municipale) che nella cittadina silana fu confinato presso l’Albergo Grisaro dal 17 al 31 luglio del 1932 proprio Amerigo Dumini, l’infame assassino di Giacomo Matteotti. Dumini fu poi trasferito nuovamente alle Tremiti, a seguito delle reiterate lamentele della madre che così descriveva Longobucco in una lettera al duce: «Un luogo di bestie, tanto per il clima, per l’isolamento, per il vitto».
A furor di popolo, all’indomani della guerra il 12 ottobre 1946, la piazza proprio accanto all’albergo, dove Dumini passeggiava con amante a seguito, venne intitolata a Matteotti, il martire della libertà.
Ma il sindaco dr. Pirillo «dall’aria vagamente socialista e che non sbaglia mai» poco se ne cura, del tutto immerso nell’ultimo sport locale: la caccia alle fioriere ballerine. E speriamo di non ritornare alla vecchia denominazione di Piazza Umberto I!










