Cosenza. Le mani dell’Unical sull’ospedale dell’Annunziata

Le mani dell’Unical sull’ospedale dell’Annunziata di Cosenza

Fonte: Stampalibera

In questa parte del nostro excursus sulla sanità calabrese esamineremo l’ultima (per ora) boutade inventata per distrarre e confondere i cittadini di Cosenza e Provincia, ovvero l’istituzione all’Unical della Facoltà di “quasi” Medicina.

Prima di proseguire è bene chiarire due cose. Qualche “purista” troverà che vi sono delle semplificazioni un po’ “spinte”. Vero, ma sono necessarie per motivi divulgativi e di comprensione, ai più, di una materia decisamente ostica. Le semplificazioni, tuttavia, non inficiano minimamente i fatti ed il senso delle cose. Il secondo chiarimento riguarda il perché continuo a definirla di “quasi” Medicina. Sono decenni che a Cosenza si tenta di avviare una seconda facoltà di Medicina in Calabria, senza mai riuscirci. Da un punto di vista amministrativo, finanziario e di bacino d’utenza sarebbe decisamente irrealizzabile. Le bocciature, da parte di tutti gli organi deputati all’autorizzazione, si sono succedute senza soluzione di continuo fino a quando un’intuizione, veramente geniale, dell’attuale Rettore ha inventato di fatto una nuova facoltà che è un connubio tra Medicina e Bioingegneria. L’intuizione la definisco veramente geniale e non in senso sarcastico.

Con l’evoluzione tecnologica e l’avvento della AI (intelligenza artificiale) quello che è un connubio tra le due aree, effettivamente, è destinato a diventare fusione. Il problema sorgerà nel momento in cui quella che è realmente un’intuizione visionaria si scontrerà con il fatto che siamo in Italia e particolarmente in Calabria. Alle nostre latitudini, la metabolizzazione di certe novità ha tempi biblici. Uno dei problemi, decisamente non il primo e neppure il più grosso, si evidenzierà quando, tra tre anni, i primi laureati di questa facoltà dovranno entrare nel mondo del lavoro. Dal sistema saranno considerati medici, ingegneri, entrambe le cose o nessuna? Potranno accedere all’esame di abilitazione di almeno una delle due branche? Ci sarà spazio nella nostra terra per permettere a questi giovani di avere una possibilità lavorativa? A quanto mi risulta una risposta definitiva, al momento, non c’è. Quando però si è pionieri bisogna accettare il rischio di dover lottare per affermarsi.

Ritornando al nostro ragionamento, aprire questa facoltà di medicina ha dovuto superare uno scoglio non da poco, rappresentato dalle resistenze catanzaresi che vedevano nell’iniziativa un’indubbia minaccia alla loro leadership. Per farlo è stato creato una sorta di partenariato che lasciava all’Università Magna Grecia di Catanzaro l’esclusiva sul secondo triennio della facoltà. Il secondo triennio di Medicina è quello prettamente clinico pertanto l’accordo lasciava a Catanzaro il controllo sulla parte più pregnante di ogni Facoltà di Medicina.

In effetti l’accordo si è dimostrato un grimaldello per superare le resistenze perché, in quasi contemporanea con l’autorizzazione ministeriale della nuova facoltà di Cosenza, è stata firmata una convenzione tra l’Università della Calabria e l’Azienda Ospedaliera di Cosenza per l’utilizzo delle strutture di quest’ultima a fini didattici. Ma se la parte clinica restava di competenza catanzarese, a cosa serviva questa convenzione?

In pratica, uno stratagemma per la costituzione del policlinico universitario a Cosenza che, nel tempo, servirà ad affrancarsi anche dal legame con Catanzaro per il triennio clinico della facoltà.

La manovra, oltre che rappresentare da subito un argomento distrattivo per i cosentini, porta come effetto collaterale l’occupazione dell’Ospedale di Cosenza da parte dell’Unical. Primo atto della manovra è stato infatti individuare i reparti (UOC, Unità Operative Complesse) dell’Annunziata da trasformare in cliniche universitarie. Tale procedura porterà a interessare tutte le UOC a mano a mano che i loro Direttori lasceranno libero il posto perché andranno in pensione o perché non rinnovati nell’incarico. Diventando le UOC reparti universitari, i loro Direttori saranno nominati direttamente dal Rettore dell’Università della Calabria saltando tutte le procedure concorsuali previste dall’attuale legislazione. Peccato che tutto ciò non sia propriamente legale. Infatti, si verifica all’interno di una convenzione che non è la costituzione di una Azienda Universitaria-Ospedaliera che, ancora, non esiste.

Al momento, l’Annunziata è un’Azienda Ospedaliera che dovrebbe rispondere alla normativa per l’accesso al ruolo di dirigente medico nel Servizio Sanitario Nazionale. Ossia i Direttori e tutti gli altri Dirigenti Medici di una UOC ospedaliera possono diventare tali solo attraverso procedure concorsuali e non per chiamata diretta del Rettore di una Università.

Per la stragrande maggioranza dei cittadini, essere ricoverato in un reparto universitario dovrebbe dare maggiori garanzie rispetto ad uno ospedaliero. Pia illusione! Prove del contrario sono riscontrabili in tutte le università, anche in quelle più blasonate. Sembrerà assurdo ai più, ma è tecnicamente più facile diventare Direttore di un reparto universitario che di uno ospedaliero. C’è meno concorrenza, meno controlli e più che altrove basta avere i “giusti” appoggi o “cromosomi” e percorrere le “giuste” strade. Anche la favola secondo cui il connubio con l’Unical porterà maggiori finanze per l’Annunziata è, appunto, una favola. Con i tagli ai finanziamenti alle Università perpetrati dal Governo, sarà più probabile che possa essere l’ospedale a dover dare qualcosa all’Università. Ma tant’è, l’Unical ha comunque messo le mani sull’ospedale Annunziata di Cosenza. Cosa implica ciò? Cercheremo di scoprirlo nella prossima puntata.

Rodolfo Gualtieri