Cosenza. Ciao Peppino Ghionna, l’uomo dell’alba

Oggi la città di Cosenza piange con sincera commozione e partecipazione la scomparsa di Peppino Ghionna. No, Peppino non era una personalità politica, culturale o magari sportiva. No, era semplicemente un commerciante: ha lavorato per una vita nel suo bar, che si chiama ancora Disco Verde e che da qualche tempo da via Calabria si è spostato a piazza Fera. Perché tutta la città lo piange? Perché aveva una profonda carica umana e capiva al volo con chi aveva a che fare quando qualcuno si avvicinava al bancone per chiedergli un caffè o una birra. E sapeva perfettamente se doveva accompagnare la richiesta con un sorriso, con un ghigno o con qualcos’altro… Bastava poco per diventare suo amico e bastava pochissimo per confidarsi con lui: era proprio la sua aria serena a spingerti al racconto e lui ascoltava senza mai interferire o prendere posizione. Ascoltava e basta, come gli aveva insegnato suo padre Attilio, il Ghionna che aveva avuto la grande intuizione di aprire un bar insieme al biliardo, passione cosentina per eccellenza.

Peppino Ghionna per i “ragazzi” nati negli anni Sessanta è stato un doppio punto di riferimento. Per decenni il suo “Bar Biliardi Disco Verde” è stato il “paradiso” della gioventù cosentina, sia per quelli che giocavano a “carambola” o a “numerata” o alle altre specialità del biliardo ma anche per quelli che si divertivano solo a guardare, ovviamente consumando qualcosa. La foto ritrae la sede, in via Calabria, agli inizi degli anni ’90. Un luogo che ha continuato a fare la storia della città, spinto dalla passione e dalla tradizione della famiglia Ghionna. Via Calabria è una traversa di corso Mazzini, a 100 metri dal vecchio Palazzo degli Uffici, oggi Prefettura e da lì passava la meglio gioventù, quasi sempre di sinistra a dire il vero. Più recentemente, all’alba degli anni Duemila, il bar si era spostato a piazza Fera.

Peppino era l’uomo delle albe timide – per dirla alla Vasco – dopo le notti brave. Quando facevi tardi perché ti eri divertito o perché scappavi da qualcuno o da qualcosa e stava per fare giorno, c’era il suo bar: o a via Calabria o a piazza Fera l’alba era sempre sua, una sorta di marchio di fabbrica. E lui capiva sempre il tuo stato d’animo e ne assecondava ogni desiderio con il suo sguardo allegro o tenero a seconda dei momenti. Ci piace ricordare così la sua grande umanità, con un velo di tristezza al pensiero che non lo vedremo più. Un abbraccio ai familiari.