Al decimo piano della Cittadella il tempo sembra essersi fermato. La tensione si taglia a fette, si parla quasi a bassa voce, la prosopopea occhiutiana sembra ormai solo un ricordo sbiadito. La celeberrima control room di Robertino è desolatamente vuota, ci sono solo i fedelissimi, Veronica e Augilmeri. Gli assessori vengono guardati con sospetto e manco ci provano a chiedere lumi al capo. Si respira aria di “gombloddo”, qualcuno timidamente chiede se è “fuoco amico” come ormai scrivono tutti.
Anche la fuga di notizie di domenica 8 giugno – quella che preannunciava un terremoto giudiziario – è diventata una farsa: ma se tutti vedono lo zampino di Fratelli d’Italia dietro la procura di Catanzaro, molti faticano ancora ad ammettere che non può che esserci Occhiuto dietro il “terremoto” annunciato dalla molto presunta corazzata dell’informazione calabrese 13 giorni fa. Eppure oggi nessuno parla più di quella “profezia”, sembra quasi che non sia mai uscita fuori, non la rivendica più neanche chi l’ha scritta, anzi pare proprio che l’abbia rimossa. Come se non fosse mai esistita.
Grazie alla prima fuga di notizie, nel giro di altri tre giorni, Occhiuto ha avuto certamente il tempo di chiudere il cerchio dei “traditori” che hanno informato il giornale Domani e ha capito che dietro la figura di Ernesto Ferraro si celava addirittura il viceministro della Giustizia del governo Meloni…
IL TRADITORE E’ FERRARO E DIETRO DI LUI C’E’ IL “FUOCO AMICO” (https://www.iacchite.blog/calabria-corrotta-occhiuto-il-traditore-e-ferraro-e-dietro-di-lui-ce-il-fuoco-amico-protagonisti-e-retroscena/)
Ma Occhiuto, anche se sa tutto da giorni, non può gridare al “gombloddo” né tantomeno ha potuto far scrivere la notizia a qualche media (amico o no che sia) per non tagliarsi… gli zebedei e intanto i suoi avversari già sguazzano anticipando senza freni i suoi possibili successori. Non solo Sbarra ma anche Orsomarso e persino Gallo: quoque tu Brute filii mii…
C’è chi dice che stia comunque pensando alle dimissioni e che si andrà al voto a dicembre, ma c’è chi dice che non mollerà mai e infatti ha provato a parare il colpo prima nel salotto di Nicola Porro e poi con una patetica conferenza stampa “locale”. Ma ormai i buoi sono scappati dalla stalla e lo sbianco del “fuoco amico” è clamorosamente uscito fuori e difficilmente si fermerà, anche perché la procura di Catanzaro ha ricevuto ordini ben precisi e non può sgarrare. Tanto che il procuratore Curcio è stato costretto a incassare i colpi della fuga di notizie e si è spinto in pratica fino al punto di rivelare i nomi dei responsabili quasi a mettere le mani avanti: guardate che sono loro che l’hanno mollato!
In tutto questo, con decenza e rispetto parlando, la cartina di tornasole degli equilibri di forza e di potere è data dalla Calabria Film Commission. Vigna si è già promesso al “nemico”, Russo è sempre stato dalla parte giusta e Calabrese è peggio di una canna al vento. La Cittadella non è più il regno di Robertino, oggi somiglia al Palazzo dei veleni e la parola d’ordine per tutti è una sola: si salvi chi può… chi non può accompagni Occhiuto all’uscita.








