Bonifica di Crotone, il ritorno del Generale

BONIFICA DI CROTONE, IL RITORNO DEL GENERALE

Fonte: U’Ruccularu 

Dal silenzio istituzionale al sopralluogo sul SIN: il commissario difende la sua ordinanza, mentre la città resta sospesa tra lavori iniziati, ricorsi in tribunale e sfiducia collettiva, intanto qualcun’altro è sparito.
È tornato!
Dopo settimane di silenzio e un’assenza che aveva alimentato polemiche e teorie sul suo isolamento politico, il generale Emilio Errigo – commissario straordinario per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone-Cassano-Cerchiara – è tornato a farsi vedere. E a parlare.
Lo ha fatto con un sopralluogo operativo, dichiarazioni e un rinnovato appello al rispetto del diritto come bussola per uscire dal pantano ambientale che soffoca Crotone da decenni.
Un ritorno annunciato dopo quello che Errigo definisce «un doveroso silenzio istituzionale, osservato nel rispetto del procedimento in corso presso il TAR Calabria».
La causa: l’impugnativa dell’Ordinanza 1/2025, firmata dallo stesso commissario il 3 aprile, che impone a Eni Rewind lo smaltimento dei rifiuti pericolosi del SIN nella discarica di Columbra, l’unica struttura in Calabria pienamente autorizzata a riceverli.
Una scelta che ha scatenato una bufera istituzionale e giudiziaria, dividendo partiti, enti locali, associazioni ambientaliste e cittadini.

IL SOPRALLUOGO: RITORNO TRA LE POLVERI E LE TENSIONI
Accompagnato dai militari specializzati dell’Arma dei Carabinieri, Errigo ha visitato l’area della discarica e i siti di bonifica.
«Torno per continuare ciò che sto facendo da tempo in tutte le sedi: lavorare incessantemente nel rispetto del mandato che mi è stato affidato. Solo il diritto, applicato con fermezza, può guarire questa ferita che dura da quasi un secolo»,
ha dichiarato.
Una presenza “tecnica” ma dal forte peso simbolico, giunta in un momento delicatissimo: il TAR Calabria si è appena riservato la decisione sull’ordinanza, dopo l’udienza del 18 giugno.
Il commissario, tuttavia, mostra fiducia nei giudici: «Sapremo distinguere tra responsabilità amministrative, scelte politiche e disinformazione».

LA DIFESA DELL’ORDINANZA: “LA BONIFICA NON È TEORIA”
Errigo non cambia rotta. Riafferma con forza la legittimità dell’ordinanza che, secondo lui, incarna il principio di prossimità e razionalità: «La bonifica non è un concetto teorico: è terra, scavi, rimozione, conferimento, norme sulla sicurezza. E può essere anche contrasto, quando prevalgono interessi e punti di vista divergenti. Ma la legge e la tutela della salute dei cittadini devono essere i pilastri su cui si fondano tutte le nostre azioni».
Sul contestato invio dei rifiuti in Svezia, autorizzato nel frattempo dal Ministero, Errigo ridimensiona: «È un passo molto utile, ma parliamo di meno del 5% del problema.
Tra meno di un anno l’Europa potrebbe vietare questo tipo di esportazioni.
L’alternativa estera può affiancare, non sostituire, la soluzione interna.
Questo è il senso profondo dell’ordinanza».

IL CONTESTO: CONSIGLIO COMUNALE IN FERMENTO E CITTADINI IN ALLARME
Nel frattempo, la città è in fermento.
Il recente Consiglio comunale straordinario sulla bonifica, tenutosi a metà giugno, ha evidenziato fratture politiche profonde, accuse reciproche e la totale assenza del commissario al confronto istituzionale, che ha sollevato critiche trasversali.
I comitati civici, protagonisti dell’esposto pubblico sulla mancata denuncia per omessa bonifica, hanno espresso forti preoccupazioni per i rischi sanitari, denunciando l’insufficienza del monitoraggio ambientale e chiedendo l’intervento della Procura e del Governo.
La percezione diffusa è quella di un processo di bonifica opaco, frammentato e senza un timone chiaro.

I RAPPORTI CON ROMA E IL TENTATIVO DI RICOSTRUIRE LA FIDUCIA
Nel suo ritorno, Errigo ha voluto però rimarcare la continuità del rapporto con il Governo, sottolineando di aver incontrato di recente il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin per condividere aggiornamenti e pianificare le prossime mosse.
Ha anche incontrato l’Istituto Superiore di Sanità, presentando dati sullo stato di contaminazione e sollecitando azioni concrete a tutela della salute pubblica.
«Auspico davvero che si possa ripristinare un dialogo cooperante con tutti gli attori coinvolti», ha dichiarato.
«Solo tutti insieme possiamo restituire dignità a questa terra».
Non è mancata, infine, una nota di solidarietà personale al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, recentemente coinvolto in un’inchiesta per corruzione:
«Sono pienamente fiducioso che saprà superare questa fase con trasparenza».

UNA BONIFICA A RISCHIO IMPASSE
Il ritorno del generale Errigo riporta sotto i riflettori un conflitto ancora irrisolto, fatto di divergenze amministrative, opposizioni politiche e attese giudiziarie.
Sul campo, i lavori di bonifica sono partiti in alcune aree, ma il cuore del problema – lo smaltimento dei rifiuti – resta sospeso nel vuoto, in attesa di un verdetto del TAR e, forse, di una nuova fase politica.
> Il commissario è tornato. Ma la fiducia, quella vera, resta tutta da bonificare.

PER UN GENERALE CHE RIAPPARE C’È QUALCUNO CHE SCOMPARE
Una volta erano ovunque.
Con striscioni, comunicati, appelli alla mobilitazione.
Denunciavano, pungolavano, mettevano all’angolo politica e aziende.
Erano la coscienza civile di una città intossicata. Ma oggi, le voci del Comitato “Fuori i Veleni” sembrano affievolite.
Il loro silenzio fa rumore quasi quanto quello del commissario nei giorni dell’attesa.
Cosa è successo? Forse la bonifica ha stancato.
Troppe promesse, troppi tecnicismi, troppa palude normativa.
Forse non si sa più con chi prendersela, in questo gioco di specchi tra enti, ministeri, Eni Rewind, TAR e ordinanze sospese.
Oppure, più cinicamente, la battaglia ambientale non ha prodotto i ritorni elettorali sperati, e chi ne aveva fatto bandiera si è defilato, lasciando il campo vuoto.
C’è anche chi ha provato a cavalcare – senza successo – il tema della bonifica per far dimenticare i propri processi.
Eppure il Comitato “Fuori i Veleni – Crotone vuole vivere” nasceva proprio per non lasciar cadere il silenzio.
Per chiedere trasparenza, per pretendere che i rifiuti non rimanessero a Crotone, per denunciare Eni Rewind e spronare il commissario Errigo. Oggi che Errigo è tornato, che la bonifica (forse) è partita, il Comitato dov’è?

PARADOSSO AMARO
quando qualcosa si muove, le voci si spengono.
E la città resta sola tra scavi, sentenze e fumi tossici.
Serve ancora una coscienza collettiva.
Perché la bonifica non è solo una pratica amministrativa: è una battaglia culturale.
E nessuno può vincerla da solo.