Caro Direttore,
in questi giorni, grazie alla lettera che la vostra redazione ha pubblicato, si è finalmente accesa una luce sul disastro sanitario in atto all’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Ovviamente, in contemporanea, si è accesa anche la caccia alle streghe e il clima è diventato ancora più irrespirabile.
COSENZA, SEI MESI DI GESTIONE PASQUA: ARROGANZA E ACCORDI SOTTOBANCO (https://www.iacchite.blog/cosenza-sei-mesi-di-gestione-pasqua-la-sanita-pubblica-in-mano-allarroganza-e-agli-accordi-sottobanco/)
Per capire davvero come si è arrivati a questo sfacelo, bisogna mettere in chiaro chi è Pino Pasqua e come è stato costruito il suo arrivo alla Direzione Sanitaria.
Pasqua non è una novità per chi lavora nella sanità calabrese. È conosciuto da anni, più per le sue abilità nel saltare da una parte all’altra che per meriti professionali.
- È stato nominato primario grazie ai fratelli Gentile, che per anni lo hanno sostenuto.
- Più tardi, Simona Loizzo – allora figura forte in ambito ospedaliero – lo ha fatto nominare direttore di dipartimento.
E lui? Li ha mollati entrambi, dentro lo stesso ospedale in cui gli avevano dato fiducia, come ha sempre fatto con chi gli ha aperto la strada.
Finita la fase con la Loizzo, è cominciato il suo “giro” per trovare un nuovo aggancio politico. Lo ha trovato in Pierluigi Caputo, elemento di spicco della “cricca” dei fratelli Occhiuto e del boss Carmine Potestio, che ha preso in mano la sua candidatura a Direttore Sanitario, facilitato dal rapporto personale con Marco Bombini, genero di Pasqua e suo amico stretto.
Così si arriva all’incastro:

- Caputo lo propone,
- De Salazar lo accoglie (dopo averlo sempre considerato inaffidabile),
- Occhiuto lo approva, ma a precise condizioni.
E qui viene il punto: Occhiuto ha accettato Pasqua solo a patto che lasciasse la direzione dell’Anestesia e Rianimazione, dove era primario, per piazzare lì un suo amico personale. Un’operazione politica, costruita con freddezza, con la complicità del rettore dell’Unical, Nicola Leone, che ha dato il via libera all’accordo.
Una mano lava l’altra, e nel mezzo ci finisce la sanità pubblica. Il ruolo di Pasqua, in tutto questo, è chiaro:
- non è lì per guidare l’Azienda,
- non è lì per curare i problemi,
- è lì per fare da terminale politico, per riferire a chi lo ha piazzato.
Occhiuto – questo è evidente – lo ha voluto lì per controllare De Salazar, con cui i rapporti sono gelidi da tempo e per il quale ha già più volte valutato la rimozione.
Ma la storia lo insegna: Pasqua, appena ne avrà la necessità, mollerà anche De Salazar e Caputo, come ha già fatto con tutti gli altri, al fine di cercare l’amico più influente del momento. È il suo stile: salire dove conviene, scendere appena cambia il vento. E mentre questi giochi si consumano ai piani alti, il Pronto Soccorso dell’Annunziata affonda:
- pazienti abbandonati sulle barelle,
- personale esausto,
- zero organizzazione.
Il reparto che dovrebbe essere il cuore pulsante dell’ospedale è oggi il simbolo del fallimento.
Chi lavora dentro lo vede ogni giorno. Chi si ammala, lo vive sulla pelle. E chi governa, fa finta di niente.
Direttore, Pasqua non è il problema unico, ma è il simbolo perfetto del sistema: un uomo che ha fatto carriera spostandosi, adattandosi, tradendo. E che oggi occupa un ruolo chiave non per capacità, ma per utilità politica. Chi conosce la sua storia, non si stupirà del prossimo voltafaccia. È solo questione di tempo. La ringraziamo ancora per l’attenzione che ci ha dato e per l’utilità che, speriamo, ne trarranno i pazienti.