Vibo. Largo Murmura, fu (tutto) vera gloria?

LARGO Senatore ANTONINO MURMURA. 

di Pino Tassi

Qualche giorno fa  è stato inaugurato Largo Murmura nel centro storico di Vibo Valentia. È stato bello vedere la targa largo Murmura al fianco della targa Piazza Giuseppe Garibaldi.
Per fortuna nostra è saltato il progetto iniziale di intestargli piazza Giuseppe Garibaldi dirottando su Largo Gagliardi. Sarebbe stata un’offesa vedere scomparire l’eroe dell’unità d’ Italia dalla toponomastica di Vibo, città, forse unica d’Italia che dedica i due suoi corsi a re Vittorio Emanuele III, quello che apri le porte al fascismo e poi scappò a Brindisi, e il secondo corso a Re Umberto I, quello che sparò sugli operai.

Se è giusto che la moglie e i figli  ricordino la figura di Murmura come politico e giurista, così come il sindaco e l’amministrazione comunale gli dedichino un largo, il pericolo che intravedo in alcuni commenti è che si scivoli nell’idolatria, in una santificazione che non ha nulla a che vedere con le tante sfaccettature della sua azione politica e istituzionale. La stessa cosa che avviene da sempre per Luigi Razza della cui figura controversa a Vibo non si può discutere e guai a toccare qualche piazza, via, scuola, a lui intestate.

Forse la stampa e le associazioni dovrebbero aprire una riflessione seria sul perché Vibo Valentia, nonostante questa figura importante, che è stata in Parlamento per oltre trent’anni, rimane ad oggi una delle province con problemi seri  in quasi tutti i campi: economici, democratici, sociali, culturali. E non è vero che una volta Vibo era un giardino sul mare. Ultimi eravamo e ultimi siamo rimasti.

Forse servirebbe un confronto serio su quegli anni e su polemiche aspre che si sono avute ad iniziare da quella tra il senatore Murmura e l’avvocato Tassone che nessuno ricorda nonostante sia stata una figura di primissimo piano sotto l’aspetto politico, sociale e culturale. Chi si ricorda oggi di Quaderni calabresi che portò al centro del dibattito tanti temi ad iniziare dalla questione meridionale e la lotta alla ‘ndrangheta? Ricordo che fino a metà anni Ottanta la quasi totalità della politica, della stampa, della cultura, della stessa magistratura affermava che Vibo fosse un’isola felice dove la ‘ndrangheta non esisteva e chi affermava il contrario diffamava un’intera città…