NELLA FOTO. In alto da sinistra: Valentina Cavaliere, Paolo Posteraro, Ernesto Ferraro, Vincenzo Pezzuto, Eugenio Garofalo, Andrea Bruni, Ernesto Esposito, Tonino Daffinà e Iole Fantozzi.
6 giugno-5 luglio. E’ passato meno di un mese dal primo blitz della procura di Catanzaro e della Guardia di Finanza alle Ferrovie della Calabria a quelli di queste ultime ore nel cuore della Cittadella di Germaneto, al 3° piano (Dipartimento Salute-Sanità), al 7° piano (negli uffici del subcommissario alla depurazione), all’8° piano (Dipartimento Economia e Finanze) e finalmente anche al 10° piano (Ufficio di Presidenza ovvero la ridicola control room nella quale Occhiuto “gioca” con i droni e altre “barzellette” del genere per prendere per il culo i calabresi). In mezzo, qualche giorno fa, anche il blitz che ha riguardato lo scandalo al reparto di Oculistica a Catanzaro – semplificato con le efficaci definizioni “clinica Dulbecco” e “liste d’attesa privatizzate” – ed ha reso visibile e tangibile a tutti il marcio che c’è nella sanità targata Occhiuto, con l’arresto di un primario e il coinvolgimento di due pezzi importantissimi del cerchio magico del presidente, uno – Andrea Bruni – suo consulente personale ed amico di vecchia data, l’altro addirittura presidente del Comitato Etico (sic!). Entrambi hanno truffato a tutta… birra quello stesso Servizio Sanitario Regionale che Occhiuto dice di voler “preservare” dagli avvoltoi: ccuri cazzi si dice a Cosenza!
E poiché siamo arrivati a un mese dall’inizio delle “forche caudine” alle quali il cosiddetto “fuoco amico” dei suoi alleati ha costretto Occhiuto facciamo una sintesi dell’inchiesta in corso alla maniera dei grandi investigatori, quelli che appendono al muro le foto degli obiettivi indicandone gerarchie, compiti e ruoli.
FILONE TRASPORTI – Nel cosiddetto filone trasporti, che punta con decisione alle gestioni fallimentari delle Ferrovie della Calabria e dell’Amaco ci sono Paolo Posteraro ed Ernesto Ferraro, due petali fondamentali del “giglio magico” occhiutiano. La procura di Catanzaro, giustamente, fa iniziare tutto dalla tragicomica vicenda della vigna ovvero dell’azienda vitivinicola “Tenuta del Castello” di Montegiordano, che Robertino aveva individuato come suo “mestiere”, considerato che per decenni e decenni gli è riuscita una sola cosa ovvero quella di fare il parassita sociale “assistito” solo e soltanto dai soldi della malapolitica. La vigna, come tutti sappiamo, è finita a… puttane, in perfetto stile Occhiuto ma nel senso di Mario, ormai famoso in tutta Italia per le sue bancarotte.
La “Tenuta del Castello” è stata portata da Robertino e da Posteraro sull’orlo del fallimento dopo appena due anni e dopo un investimento di oltre due milioni da parte di Posteraro, ormai noto anche lui in tutta Italia come il “bamcomat” di Occhiuto, che per restituirgli qualcosa rispetto alla “mazzata” gli ha conferito nomine e incarichi per un ammontare totale di circa 500 mila euro e ha dato il via libera all’insediamento dell’uomo da lui indicato – Ernesto Ferraro – alla guida delle Ferrovie della Calabria.
Il Ferraro, parente diretto dei boss rendesi Michele e Umberto Di Puppo, cresciuto a pane e mafia nelle scuole guida del clan Lanzino, dopo appena due giorni dalla nomina, in pieno stile “gioco dei compari” ha nominato Posteraro consulente a 120mila euro all’anno e la circostanza adesso mette in grave imbarazzo Occhiuto, che sta provando a dire che non ne sapeva niente ma non gli crede manco… la mamma.
Anche perché Posteraro, tra le tante nomine che ha ricevuto, può addirittura vantare una medaglia sul petto: quella di essere il capo della segreteria della compagna di Robertino, la svampita Matilde Siracusano, sottosegretaria del governo Meloni, che speriamo si stia seriamente interrogando sulla deriva nella quale è piombata da quando frequenta queste “cattive compagnie”.
Quanto a Ferraro, ormai tutti sanno che è lui il traditore, cioè colui che ha passato le carte dell’inchiesta al giornale Domani, che le ha divulgate e ha dato inizio al tritacarne mediatico dal quale Occhiuto non è più uscito attraverso il suo legale difensore, che è il figlio di Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, a testimonianza diretta che tutte queste operazioni della procura di Catanzaro sono “pilotate” dal cosiddetto “fuoco amico” che fa capo a Fratelli d’Italia, smaniosa di mettere un suo uomo (Orsomarso o Sbarra) al posto di Occhiuto con il placet della Lega e della stragrande maggioranza dello stesso partito di Robertino, Forza Italia.
Dentro il filone trasporti ci sono anche altri due elementi del potere occhiutiano che hanno partecipato attivamente alla truffa della vigna e rispondono ai nomi di Valentina Cavaliere e Vincenzo Pezzuto. La Cavaliere, commercialista, già candidata al consiglio comunale in una delle tante liste di Occhiuto, ha avuto un ruolo-chiave quando si è trattato di rastrellare fondi europei e Pezzuto, da buon servitore della causa, era inserito dentro il business eseguendo i patetici ordini del “capo” e di conseguenza non possono essere esclusi dal nostro “collage” con tutte le facce della banda del parassita.
FILONE SANITA’- Che ci fosse un secondo filone d’inchiesta oltre a quello dei trasporti lo sapevamo sin dal 2021 quando sui media nazionali sono iniziate ad emergere le vicende relative al ruolo del “boss” della sanità privata Carmine Potestio, figura decisamente centrale del cerchio magico occhiutiano. La procura catanzarese, tuttavia, ha deciso di partire da altri due soggetti comunque fondamentali nell’economia dei giochi di potere della famiglia Occhiuto. Si tratta di Andrea Bruni ed Eugenio Garofalo, amici per la pelle, entrambi giovanissimi ed entrambi protagonisti di una folgorante carriera all’ombra di Occhiuto tra il Policlinico di Germaneto e l’Università Magna Graecia. Una scalata per certi versi imbarazzante, dal momento che a 38 anni sono già… professori associati e hanno “guadagnato” una barca di denari truffando lo stato e il solito Servizio Sanitario Regionale. Una scalata resa poi ridicola dalla nomina di Bruni a primario di Anestesia all’Annunziata, una nomina talmente illegittima che Occhiuto stesso è stato costretto a nascondere per evitare guai ancora peggiori.
Successivamente, la procura di Catanzaro ha dato il via all’assalto al famigerato Dipartimento Salute-Sanità. A finire perquisito è stato il dirigente generale Tommaso Calabrò, che altro non è che un… agronomo nominato ad interim perché la titolare del posto Iole Fantozzi, essendo stata nominata subcommissario nella struttura di Occhiuto, non poteva più restare là. Calabrò ovviamente aveva fatto presto ad integrarsi nei meandri del potere di Robertino e così aveva obbedito con entusiasmo agli ordini di fare la spia del Dipartimento per tutte le esigenze dei boss della sanità privata, ai quali ha spifferato tutto quello che c’era da spifferare e forse anche di più.
Insieme a Calabrò e alla Fantozzi, nel cerchio magico ha rivestito e riveste ancora una certa importanza anche Ernesto Esposito, reclutato dai generosi ranghi della sanità lucana (dove già aveva fatto… danni) con la promessa di lavorare insieme al generale dei carabinieri Bortoletti, che poi non è mai arrivato in Calabria. Esposito ha manifestato più volte il suo malessere dilagante ma alla fine è rimasto intrappolato e supponiamo che sia uno dei sette attuali indagati dalla procura.
L’ultimo tassello – finora – della banda di Occhiuto finito nel mirino della procura è quello che fa capo al leggendario Tonino Daffinà. il “Mister Wolf” di Vibo, pezzo grosso della massoneria, specialista nell’occupazione di posti e poltrone, recentemente destinato alla maladepurazione, ma che ha le mani in pasta, con decenza parlando, in tutti i settori possibili e immaginabili. Le voci che giravano da giovedì hanno trovato conferma nella serata di ieri: Daffinà è stato sottoposto a perquisizioni tra case e uffici per corruzione e turbativa d’asta. Il suo rapporto con Robertino risale ai tempi di Pierferdinando Casini ed è un rapporto consolidato e collaudato da mille truffe andate a buon fine.
Quanto agli altri, quelli che ancora non sono comparsi nelle carte della procura, c’è solo da attendere e molto presto vi offriremo un bel “collage” delle facce (di bronzo) che ancora mancano per completare il mosaico di “tutti gli uomini e le donne del presidente parassita”. A prestissimo.