Enrico Letta fece vincere la Meloni: ora proviamo con i disegnini (di Antonio Padellaro)

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Proviamo con i disegnini. Il candidato A del M5S chiede ai propri elettori di riversare i voti sul candidato B del Pd meglio piazzato nei sondaggi. O viceversa. In questo modo non disperdendo il consenso della coalizione sarà più agevole sconfiggere il candidato C della destra. È un accordo preventivo che, ovviamente, prima di tutto dovrà stare bene ai vertici del M5S e del Pd. Alla vigilia delle elezioni politiche del 2022 Michele Emiliano presidente della Puglia convinto che nella sua regione il centrosinistra possa fare strike in tutti i collegi fa un tentativo. Beppe Grillo e Giuseppe Conte danno la loro disponibilità. Enrico Letta gli risponde a brutto muso: non facciamo pasticci, non mi creare problemi.

COSì LETTA JR FECE VINCERE MELONI (https://www.iacchite.blog/italietta-trasversale-cosi-letta-jr-fece-vincere-meloni/)

Questo ha raccontato Emiliano, la sera di mercoledì 9 luglio nella piazza gremita di Polignano sul palco del Libro Possibile. Sul Foglio di ieri in un paio di volenterosi articoli si definisce il tutto una “favola” e si chiama come testimone a favore quell’Ettore Rosato (ieri dem, poi italovivo, oggi di Azione, domani chissà) passato alla storia dei sistemi elettorali per averne escogitato uno che non ha capito neppure lui. Infatti, il povero Rosatellum (che non è un vino da tavola) finisce per incartarsi tra desistenze, collegi uninominali e voti disgiunti. Mentre la proposta di Emiliano prevedeva semplicemente un’intesa politica preventiva (altro disegnino) e non un’incursione negli astrusi meccanismi elettorali del buon Ettore. Poiché – vero Cerasa? – nessuno può impedire a nessuno di rinunciare ai propri voti per darli un altro.

Ma il vero rodimento fogliesco si rivela nel titolo: “Il falso complotto Letta-Meloni-Nato”. Eppure il giornale Sturmtruppen non ha mai smesso di attaccare quel pericoloso pacifista di Giuseppe Conte reo, dopo aver votato il primo decreto con cui si autorizzava l’invio di armamenti all’Ucraina, di aver detto no già nel maggio 2022 ad altre armi italiane per Kiev. Senza buttare tutto in caciara è così assurdo pensare che all’atlantista Enrico Letta – a un passo dal pareggio (e forse anche di una pur risicata vittoria) – sia venuto il braccino corto pensando ai casini nei rapporti con la Casa Bianca del fu Joe Biden che la presenza del leader 5Stelle nella maggioranza di governo gli avrebbe sicuramente causato.

Via colleghi del Foglio, voi sempre così informati su tutto il globo terracqueo, alto e basso di sopra e di sotto, pensate davvero che il supergoverno Nato di Giorgia Meloni sia nato sotto un cavolo?