Il sindaco “Cantante Solitario”: una gestione controcorrente per Crotone?

Il sindaco “Cantante Solitario”: una gestione controcorrente per Crotone?

Fonte: U’Ruccularu

L’ennesima rassegna “E io ci sto”, con le sue serate tra cinema e “cin cin” sul molo, rappresenta senza dubbio un’occasione per i giovani crotonesi di riappropriarsi della città e socializzare. Ed è un bene che gli eventi proliferino, poiché la crescita di una città passa anche dalla vivacità culturale e sociale.
Cin cin. Tuttavia sembra che a dover crescere sia piuttosto la figura del sindaco.
La critica mossa non è denigratoria, anzi, si configura quasi come un consiglio disinteressato che, purtroppo, sembra destinato a scontrarsi con la ben nota risposta “Io so tutto”.

Questa chiusura al dialogo e l’incapacità di ammettere interlocutori sono evidenti nella reazione alle critiche, anche quelle pacate come quella di Stelvio Marini riguardo ai tempi dei lavori in piscina.
Un lavoro può subire rallentamenti, è normale, ma ciò che non è accettabile è l’assenza di comunicazione, soprattutto da parte di un’amministrazione che si circonda di addetti alla comunicazione, reporter e agenzie.
Si evidenzia una palese contraddizione nella comunicazione del sindaco: da un lato si promuovono fotografi che immortalano la bellezza di Crotone, dall’altro, persone a lui vicine, i cosiddetti “Voce boys” e “Voce girl”, spendono tempo a documentare il degrado e l’immondizia, spesso accompagnando le immagini con “sproloqui e parole cariche di odio”.
Questo atteggiamento non fa che smentire la stessa linea comunicativa che il sindaco cerca di veicolare.
Lui parla di bellezza, quelli che vogliono qualcosa invece pubblicano immondizia.
Che acume! Che crescita!
Se una persona di Mantova decidesse di scendere a Crotone, grazie ai post dei Voce boys ci penserebbe tre volte.

Ancor più preoccupante (ritorniamo al sindaco che beve dal bicchiere) è il suo atteggiamento in contesti formali, come i tavoli di discussione con ENI.
Urlare e prevaricare chi osa contraddirlo, anziché controbattere con argomentazioni solide, non solo lo delegittima, ma getta anche un’ombra negativa sull’immagine della città.
Se le sue argomentazioni fossero sufficienti, non avrebbe bisogno di ricorrere a reazioni così scomposte contro quelli che i suoi “Voce boys” definiscono “gli odiatori di Crotone”.
Infine, emerge il ritratto di un “cantante solitario”: un sindaco che, dopo aver goduto del supporto della gente in campagna elettorale, li scarica senza un saluto o un caffè, dando l’impressione che tutto gli sia dovuto.
Poi quanto è culturalmente basso sentirsi dire: “Io ho fatto questo e quello. Tu cosa hai fatto?”. Roba che nemmeno nei film dei bambini.

Poi la sua onnipresenza a ogni iniziativa altrui, presenziando a conferenze come se fossero eventi comunali o persino a messe, denota una mentalità da “sindaco di paesino” piuttosto che da primo cittadino di una città.
Non è paragonabile ai sindaci di grandi città come Roma o Milano, che delegano e si concentrano sul lavoro amministrativo, come dimostra la presenza di un semplice consigliere comunale e non del sindaco stesso alla cerimonia di consacrazione del vescovo Torriani (ma a proposito, dove è? Che fa?) di Milano.
I primi cittadini sono eletti per lavorare e non per sfilare su passerelle o andare a messa con la fascia.

In sintesi, l’incapacità di accettare il contraddittorio, le reazioni spropositate e la tendenza a voler essere al centro di ogni evento, rivelano una figura politica che deve ancora maturare.
Questa immaturità, purtroppo, non solo lo penalizza personalmente, ma finisce per far fare una brutta figura a tutta la città di Crotone, che meriterebbe una guida più incline al dialogo e alla collaborazione.