Corrado Alvaro ci porta nell’Italia della seconda guerra mondiale

CORRADO ALVARO CI PORTA NELL’ ITALIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
di Pino Tassi

Nel 130° anniversario della nascita di Corrado Alvaro vi propongo un viaggio nell’Italia del fascismo e della seconda guerra mondiale attraverso le riflessioni e gli appunti che Corrado Alvaro pubblicò nel suo diario “Quasi una vita”. Pubblicato nel 1950, in pieno dopoguerra, sono le considerazioni che lui scriveva in quegli anni dal 1927 al 1947. Naturalmente gli appunti riportati sono stati scelti in base al mio sentire. In questo viaggio ho preferito dividere le riflessioni di Alvaro in maniera tematica. Partiamo oggi da Alvaro e la seconda guerra mondiale. E quindi restringiamo il periodo dal 1939 al 1945. Di fronte alla guerra imminente esce fuori la pochezza di personaggi come Mussolini e il re Vittorio Emanuele III… 

1939

-Hitler ha dichiarato la guerra. Pare che il governo italiano lo abbia saputo soltanto dalla notizia ufficiale. È scoppiato, dicono persone molto addentro tra quei personaggi, un grande litigio nella famiglia del Duce. Egli e il suo ministro degli Esteri si rinfacciano le loro debolezze…. A Corte, il re accenna all’idea di andarsene. La regina ha pianto. In casa del Duce, hanno preso la cosa come un fatto personale e un affronto. Per tutta la giornata, non erano riusciti ad avere notizie dall’Ambasciata tedesca.

-Si legge nei giornali, e di buone penne: “I grandi uomini sono vissuti dalla Storia.” “Hitler è, dopo Napoleone, l’unico uomo di Stato che tenti una soluzione unitaria dei problemi europei.”

-Avere sofferto credendo di trovarsi in mezzo a un grande dramma, avere avuto magari dei dubbi per essersene estraniati e accorgersi poi che tutto prende il livello che doveva avere. Vi sono personaggi di decadenza che nei momenti di stanchezza delle nazioni e di distrazioni del mondo, salgono il palcoscenico antico d’una storia tramontata e irrepetibile.

-Siamo governati da un tipo di anarchico ( n.d.r Mussolini) che, arrivato al potere ha provocato avvenimenti contrari alla natura del suo paese, alla sua tradizione, alla sua storia. Ha momenti di debolezza, e i cedimenti inconsulti dei violenti. Non tollera che si parli di altri, e vorrebbe il mondo concentrato su lui solo. Ha profondi abbattimenti. Ha creduto, e forse crede ancora, di non poter essere toccato dal destino, e forse di essere fisicamente immortale.

-La mancanza di solidarietà nella vita sociale, ha portato a quel tradimento dell’Europa compiuto da Hitler. La mancanza di solidarietà con una civiltà unica, ha portato a trattare le nazioni di Europa come possedimenti coloniali. In piccolo e in grande, nella morale pubblica e in quella individuale, le offese sono sempre le stesse, e una sola l’origine dei mali.

-Credo che non essendovi più poteri cavallereschi ma regimi che cercano il successo a ogni costo, si vedono in Europa tante bassezze compiute come se fossero eroismi….

1940

-Roma, 10 giugno: Uscito di casa dopo la dichiarazione di guerra. La folla, come sgravata d’un peso, rideva tornando da piazza Venezia per il Corso. La strada vivace, ignara, né preoccupata ormai né serena. La sera coi lumi spenti. Pallore della città. Nell’ombra, un brivido più forte di vita animale. La notte chiara, il cielo luminoso, la città con la sua massa di edifici nel cielo. Roma era improvvisamente ricaduta in un altro tempo.

-All’Unione Militare. Gente di diverse generazioni ordinavano un’uniforme. Vi si riconoscevano facce, atteggiamenti, mentalità dell’altra guerra e degli anni seguenti. Generazioni che hanno sopportato o preparato o fatto tutto quanto è accaduto….

– In Calabria, le donne hanno salutato come una fortuna il richiamo dei loro uomini alle armi. Così percepiscono un sussidio. Hanno comperato scarpe, vestiti, e rispondono a fronte alta e con insolenza a coloro cui ieri erano sottomesse perché povere.

-S. ha telefonato a una sua amica: “Hai visto che le cose si mettono secondo le mie idee?” Ci sono persone che, in mezzo ai grandi avvenimenti, confuse in mezzo alla folla, credono di governarli e guidarli. Io ho l’impressione contraria, del salto nel buio….

-Tutti hanno una speranza di novità. Il mondo sembra cambiare E se i tedeschi avessero due dita di cervello legislativo e una civiltà universale, l’Europa stanca e delusa per il crollo dei vecchi miti, si butterebbe in ginocchio davanti a loro. Ma non ci riusciranno, probabilmente, perché non possono. E d’altra parte l’Europa di ieri si sente che è morta, l’Europa civile e democratica.

1941
-Un dramma dei poveri in Calabria. La ricerca della fortuna con le terre nuove e l’emigrazione. Poi del semplice pane, con le guerre. Il potere, fantasia dei semplici sul potere. Senso della necessità stretta che nessuno è mai riuscito a descrivere.

-Tutte le volte che ascolto la radio, mi aspetto un dramma da questo impassibile strumento. Quando crollò la Francia, stavo ascoltando la trasmissione di Parigi. Parlava una donna e dava i soliti incrollabili bollettini. A un certo punto chiese scusa, proprio così, di doversi allontanare dal suo posto, dicendo che sarebbe tornata fra poco. Aveva la voce rotta, di chi sta per piangere. Non tornò più. Vuoto e silenzio. Parigi era caduta. Voce littoria alla radio. Essa pronunzia guirra per guerra, e tarre per terre.

1942

-Fa di tutto per imboscare il figlio, ma si augura una guerra lunga e con una larga partecipazione per la vittoria, del suo partito, s’intende. La guerra la facciano gli altri. Sono tutti molto impensieriti, e confondono la patria col patrimonio.

– Il feldmaresciallo Göring è venuto a chiedere vite umane. Veste in uniforme bianca, stivali di marocchino rosso, mantello azzurro foderato di petit-gris, e il bastone del comando costellato di gemme.

-Dopo il bombardamento di Torino, una vecchia ha trovato, di un corpo di donna, soltanto un dito con un anello, e lo portò all’obitorio. Vi fu un uomo che vi riconobbe sua moglie, e s’inginocchiò pregando.

1943

-Mi vado convincendo che un certo nazionalismo italiano, diffuso anche nelle sfere più popolari, proviene da un complesso di inferiorità. Spesso non si ha altro orgoglio che di considerarsi defraudati, misconosciuti, traditi. La propaganda aiuta tale risentimento.

-25 luglio: Un aforisma del papa: “Mussolini è finito male non perché fosse un tiranno, ma perché era un dittatore.” Un aforisma del re: “Hanno fatto la fine di tutti i partiti; si sono eliminati da sé.” Così raccontano.

-Insieme col comunicato dell’armistizio, il ministero della C.P. ci fa sapere che è desiderio personale di Badoglio che tale comunicato sia pubblicato fra due strisce nere a lutto. Formalismo nella tragedia. Il primo ministro si raccomanda poi, e ne fa obbligo, che nel commento si elevi un pensiero grato al re. Corre voce che re e Badoglio siano scappati. Nessuno si è sentito di “elevare il pensiero”. Un tale, cui non avevo mai sentito dire nulla di impressionante, mi dice semplicemente: “Comincia una tragedia che costerà la vita a centinaia di migliaia d’italiani.”

1944
-Non c’è qualità più irritante della furberia.

-Povero paese, abituato a vedere esempi di miseria, egoismo, viltà, prepotenza in tutti i suoi rappresentanti, paese infelice che custodisce geloso la sua infelicità: che aspetta sempre dagli altri e da fuori benefici e favori, e mai il suo diritto, pronto a voltarsi a chiunque prometta o dimostri di essere potente. È molto che il popolo sia, malgrado tutto, caritatevole….

– Smarrimento dei cittadini e dei giornali. Incapacità di servirsi della libertà dopo tanti anni. Mentalità fascista radicata. Il fascismo non fu soltanto un’invenzione di M., ma piuttosto una creazione della furberia italiana. Qualcuno rimpiange addirittura i tedeschi; cioè l’ostilità di gente in qualche modo affine, più onorevole del disprezzo di questi altri. Liberi non ci si ritrova.

-È legittimo il dubbio che gli Alleati vogliano salvare le forze reazionarie italiane e affidarsi a esse per essere tranquilli in un paese e in una storia di cui non intendono niente. E chi intende, non vuole. Fra l’altro, c’è da pensare che un impedimento alla vita italiana, cui d’altra parte non si consente un intervento più attivo alla guerra, non provenga soltanto dai soliti errori d’un esercito occupante e preoccupato di portare a fondo la sua campagna, ma dallo studio di non offrire a un governo sgradito nessuna possibilità di successo, suscitando nel popolo quello scontento che gli farà accettare qualunque soluzione purché riporti le possibilità più elementari del vivere civile che oggi non esistono….

-Dicono che Churchill sia partito dall’Italia dicendosi più che mai convinto che la monarchia debba essere conservata. Del luogotenente è incantato, e dice: “I like Umberto”.

1945
-…Dopo la liberazione del nord e quello che si dice dell’azione dei patrioti, la città non è più umiliata, risolleva il capo. Un po’ di patriottismo è necessario nella catastrofe, tanto più.

– Si affollano per comperare le fotografie del Duce in piazza Loreto, e sono troppi per non lasciar pensare che siano quasi tutti quelli che lo applaudirono e lo lusingarono fino all’abiezione. Uno dice: “Lo porto a mia moglie.” Sono quasi esilarati di non essere potenti, e quindi di tenersi la loro piccola e tremebonda vita. Un giornale ha venduto centocinquantamila copie di queste riproduzioni. Guadagno, un milione e mezzo.

– … Gli Alleati smentiscono di avere portato via merci dall’Italia, ma gl’inglesi stanno spiantando la Sila e le Serre in Calabria, e la provincia di Catanzaro ha consegnato ingenti quantità di olio. Il prefetto che vi si opponeva è stato destituito.,,

–  Splende l’immane colonna della bomba atomica, tre chili di roba, la cui esplosione è scambiata, dai sismografi, per un terremoto. In un silenzio di spavento, i legislatori annunziano questa nuova potenza che può distruggere un continente. E intanto l’incorreggibile uomo seguita a pensare ancora alla giustizia, alla libertà, ai diritti del lavoro e ai diritti dell’uomo. Questo è il suo abito secolare: è enorme, non si sa più se nella sua tragica grandezza o nel suo ridicolo. Poiché egli ha scoperto anche questo.

BRANI TRATTI DA: QUASI UNA VITA- CORRADO ALVARO – BOMPIANI EDITORE
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