Calabria 2025. La deriva della malapolitica: ormai sono tutti una cricca

CALABRIA 2025: IL VALORE DI ESSERE NATU, CRISCIÙTU E PASCIÙTU IN… CALABRIA

♦️ Altro che paracadutati da Roma, con la valigetta in una mano e la promessa vuota nell’altra. I Calabresi ne hanno pieni i polm… no, troppo elegante… i coglioni di questi candidati “importati”, che arrivano con l’accento romano, la faccia sorridente da spot elettorale e la stessa frase stantia: “La Calabria è una terra meravigliosa, merita di più”.
Ah sì? E tu quando ci sei stato l’ultima volta, oltre alla settimana di agosto a Tropea, per farti i selfie al mare?

♦️ La verità è che i calabresi – quelli veri, quelli che la mattina si alzano tra disoccupazione, strade colabrodo e ospedali da terzo mondo – vogliono un candidato natu, crisciùtu e pasciùtu qua. Uno che sappia cosa vuol dire aspettare l’autobus che non arriva mai, uno che conosce il sapore delle file infinite in pronto soccorso e l’odore delle promesse tradite a ogni campagna elettorale.

♦️ Uno che quando mangia si’nzìva, che sa cosa significa alzarsi alle 4 di mattina, sudare tutto il santo giorno ed alla sera, stanco, ringraziare Dio per essere riuscito a portare almeno una zuppa calda ai propri figli.
♦️ I paracadutati da Roma, invece, scendono all’aeroporto di Lamezia con l’aria di chi pensa: “Ma guarda si cazz’e selvaggi, come farebbero senza di noi?”. Si mettono in posa con la nduja in mano, recitano due proverbi calabresi imparati al volo, e poi vanno via. E i calabresi restano, con i problemi veri e i soliti noti che ci speculano sopra.

♦️ Il popolo non vuole più marionette col filo collegato al ministero romano. Vuole facce che si sporcano le mani, che parlano la lingua della gente e che, se serve, sappiano pure tirare fuori un “’nculacchitè” in dialetto, quando la situazione lo richiede.
♦️ I Calabresi ne hanno pieni i coglioni dei vari Adamo, Gentile, Occhiuto, Bruno-Bossio, Spirlì, Ferro… e compagnia cantante.

♦️ Smettetela di trattare la Calabria come un malato cronico, sdraiato su un lettino d’ospedale, flebo attaccata, con diagnosi incerta ma prognosi sempre riservata. Ogni campagna elettorale diventa una visita specialistica: c’è chi ausculta, chi prescrive pillole miracolose, chi promette trapianti di organi istituzionali e chi giura di avere la cura definitiva.

♦️ Ma la verità è che, prima di potersi atteggiare a primari plurilaureati e plurispecializzati, questi medici della politica hanno provveduto a far ammalare il paziente. Hanno indebolito il corpo della Calabria con tagli, clientele, sprechi e malaffare; hanno intossicato il sangue con corruzione e silenzi; hanno soffocato i polmoni con disoccupazione e fuga dei giovani; hanno ridotto il cuore a un battito stanco, perché la speranza qui viene sempre anestetizzata.

♦️ Così ogni volta si possono presentare di nuovo con il camice stirato e il fonendoscopio al collo, a recitare la parte del salvatore. “Siamo qui per guarirvi” – dicono – come se non fossero loro ad aver diffuso il virus. Ma nella pratica non curano, non guariscono: prolungano la degenza. L’importante è che la Calabria resti sempre a metà strada tra la vita e la morte, abbastanza viva per votarli, abbastanza malata per giustificare la loro presenza indispensabile.
♦️ E ogni volta che il paziente-Calabria si aggrava – un’infrastruttura mai nata, un ospedale chiuso, un giovane che emigra o una speranza che si spegne – i medici-politici se ne lavano le mani. Nessuna responsabilità: “era già grave”, “non c’era niente da fare”. Ma intanto il curriculum cresce, le tasche si riempiono, le panze si abbùttano: primari di un ospedale che non guarisce mai nessuno.
♦️ La Calabria resta così: non una terra da vivere, ma un reparto da amministrare, e i politici ogni volta i suoi camici bianchi abusivi.
♦️ Smettetela di trattare la Calabria come un “laboratorio politico”, non è il “test elettorale” per misurare i consensi del leader nazionale di turno.
💥La Calabria è casa nostra!
♦️ E qui, per governare, devi essere cresciuto tra queste strade, pasciùto con questo pane, e soprattutto devi avere la dignità di non venderti al primo partito che passa col portafoglio in mano.
🔴 E voi, calabresi, capitelo: il futuro non scende col paracadute, non ci viene prescritto da Roma, non è targato Schlein, Meloni, Conte, Tajani, Salvini…
🔴 Il futuro si costruisce da qua, con chi qua ci vive, ci soffre e ci lotta ogni santo giorno.
💥Il futuro può chiamarsi solo CALABRIA!