Il Corriere della Sera con Antonio Polito, editorialista di punta del giornale dedica un video commento sulle elezioni in Calabria. La finalità del video è quella di sputtanare Pasquale Tridico trattandolo come una specie di ultimo giapponese che esce dalla foresta e tenta di riportare in vita vecchi strumenti della politica populista quali il reddito di cittadinanza. Sono passati ormai diversi giorni e da Tridico non è arrivata nessuna replica, neanche timida. Zero.
La discesa in campo di Pasquale Tridico, dice Polito, sta dando i suoi clamorosi frutti (ahahah… che ridere). Innanzitutto Pasquale Tridico ha resuscitato il reddito di cittadinanza. Tutta l’operazione giornalistica passa attraverso lo sputtanamento dell’inventore del reddito di cittadinanza, come lo definisce Polito con una punta di sarcasmo, che adesso gli ha cambiato nome chiamandolo reddito di dignità. Si sa che a quelli del Corriere della Sera il reddito fa ribrezzo, loro che sono il simbolo della Milano operosa e produttiva. Se poi uniamo che al padre del reddito di cittadinanza viene in mente di proporre come capolista della sua lista la professoressa Donatella Di Cesare che viene definita da tempo putinista (non dimentichiamoci mai la famosa lista di proscrizione dei putiniani italiani) solo perché è contro la guerra in Ucraina, allora è chiaro che questo Tridico va fermato subito, secondo Polito e secondo il Corsera.
L’operazione prende piede rilanciando un commento sulle sue pagine facebook di un paio di anni fa della Donatella Di Cesare dopo la morte della brigatista Barbara Balzerani, la terrorista che aveva partecipato al rapimento di Moro in via Fani e all’omicidio del professor Tarantelli, aveva scritto sui social in solidarietà con lei. «La tua rivoluzione è stata anche la mia». A nulla sono serviti le spiegazioni della stessa professoressa e il ritiro immediato di quel post, è da allora che se lo porta come un marchio sulla viva pelle.
Fratelli d’Italia urla allo scandalo e così tutto il centrodestra. Tutti garantisti quando si tratta di parlare dei reati propri degli amministratori pubblici e dei politici ad iniziare dalla corruzione e concussione, invece spietati e pronti alla fucilazione per una espressione piu’ o meno infelice. Per completare l’opera di sputtanamento arriva anche il morto che firma l’appello a favore di Pasquale Tridico. “Pare anche, afferma l’Antonio Polito, che abbia resuscitato un intellettuale, il sociologo Federico Butera che risulta tra i firmatari dell’appello a favore di Tridico ma che purtroppo è scomparso nello scorso febbraio”. Notare l’accostamento linguistico: resuscita il reddito di cittadinanza e resuscita il Prof. Butera. Che sputtanamento. Purtroppo lo sdegno anti populisti del grande Polito lo porta a scivolare e a prendere una cantonata colossale. Perché, già Tridico aveva precisato subito dopo lo scoop di Libero che il Butera che ha firmato l’appello in suo sostegno è un omonimo del sociologo scomparso a febbraio. La gatta presciarola fa fare di queste figuracce. Sta di fatto che mentre il video che circola su internet non può essere modificato, nell’articolo del Corriere della Sera questo passaggio scompare. Se la De Cesare non si deve candidare per una frase fraintesa, lo stesso dovrebbe fare Polito e il suo direttore dal Corriere della Sera. Per non parlare poi dei tanti ministri e sottosegretari che inneggiavano al fascio o avevano amicizie quantomeno discutibili.
Ci saremmo aspettati che Tridico e i partiti che lo sostengono aprissero una polemica su questo scivolone e invece notiamo il silenzio più assoluto. E ormai sono passati un bel po’ di giorni. Ben diversa è stata la reazione quando Occhiuto ha diffuso quel sondaggio fasullo. Tutti sono insorti. Persino il consigliere regionale Tavernise ha detto che la società che ha condotto il sondaggio ha preso dalla regione Calabria circa 50 mila euro nel 2024. Sbagliando anche denuncia. Perché il dato principale che scaturisce da quel sondaggio è la bocciatura di Roberto Occhiuto da parte dei calabresi. Su oltre 4400 cittadini chiamati ad esprimersi solo 600 hanno detto di votare Occhiuto. Nemmeno il 15%.
In più adesso Tavernise e gli altri consiglieri di opposizione hanno perso la parola. Forse perché il Corriere della Sera fa parte del gruppo Cairo. Non più tardi di un 15 giorni fa abbiamo pubblicato un articolo per dimostrare come la galassia dell’informazione si abbevera dalla Regione Calabria e dal sistema messo su da Roberto Occhiuto. Parlavamo a suo tempo della Calabria Film Commission che è l’anima e core del sistema Occhiuto. E abbiamo analizzato anche i rapporti della società Cairo, così come sulla Rai e su Mediaset, dove Occhiuto è a casa nella trasmissione di Nicola Porro, con la Regione Calabria.
Scrivevamo come la Calabria Film Commission con determinazione 500/2024 ha impegnato la somma di € 273,000 oltre Iva nel 2024 per la realizzazione di una campagna di comunicazione sulle emittenti facenti capo a Cairo Rcs Spa. E stiamo parlando di Corriere della Sera, Corriere.it e Social Corriere, Corriere dello Sport, la Gazzetta dello Sport, la 7: Bell’Italia in viaggio, Bell’Italia magazine; la 7-like: 6 contenuti redazionali dedicati da 120 secondi cadauno. Tanti articoli redazionali ricadono in pacchetti promozionali e pubblcitari. Ormai il confine tra notizia giornalistica e pubblicità è veramente labile. Per dare il quadro generale tenete conto che è da pochi giorni che è terminato il Magna Graecia Film Festival che quest’anno ha introdotto la sessione politica con interviste fatte da Tommaso Labate giornalista del Corriere della Sera e ideatore del festival dell’argomento a caso che si tiene a Roccella e patrocinato dalla Regione Calabria. Qui l’articolo completo. https://www.iacchite.blog/lo-psicodramma-di-robertino-continua-i-droni-i-piromani-la-pubblicita-a-valanga-coi-nostri-soldi-e-le-solite-minchiate/.
Siamo certi che l’articolo di Polito e altri sono di natura squisitamente giornalistica. Certamente non c’è alcuno scambio intenzionale e voluto, ma di certo tutto questo pone un problema di commistione e opacità tra l’indipendenza della stampa e il potere politico e amministrativo.
Ma il silenzio del campo largo su questo scivolone del Corriede della Sera pone una domanda. Tridico, Schlein, Fratoianni e Conte, sugli altri dirigenti calabresi dei partiti sorvoliamo, vogliono vincere realmente oppure no questa campagna elettorale? Perchè se la voglino vincere veramente allora non si capisce cosa aspettano ad iniziare una campagna elettorale vera, dura, battagliera. Serve la clava non il fioretto. Non è che esibendo solo il volto pulito di Tridico la gente accorre al voto. Ad oggi, se si tolgono le uscite di Tridico sui social, non c’è uno straccio di iniziativa pubblica da commentare. C’è zero iniziativa. Forse pensano che il sistema di potere messo su da Occhiuto in questi quattro anni si sia dissolto all’improvviso. Per quante magagne possa avere al suo interno e un sistema di potere che gode di un consenso in una parte della società calabrese.
Per sconfiggerlo bisogna rimboccarsi le maniche e fare la Calabria terra chiana, avanti indietro, andare ovunque. Portare nuovi elettori al voto. E per fare questo servirebbero liste con persone credibili, nuove e di spessore. Non sempre lo stesso presepe. Pasqua’, ti piace o presepe? E facciamoglielo piacere sto presepe a tanta gente che se ne sta a casa. Se invece pensano che la battaglia sia persa, allora lo dicessero che ognuno si regola di conseguenza e ci prepariamo all’Occhiuto due. Naturalmente, magistratura e Giorgia Meloni permettendo.









