Gianluca Gallo veniva appellato da tutti – oltre che Gallo cedrone, anche Mister 20 mila preferenze. Adesso il dato è stato opportunamente aggiornato in Mister 30 mila preferenze. Noi preferiamo definirlo Gallo cedrone perché è così pieno di se da sfiorare la magniloquenza. Ma mentre il gallo cedrone – quello vero – si nutre di bacche, gemme e germogli, lui si nutre di fiere agroalimentari e di sagre del vino paesane fatte passare per eventi internazionali. Naturalmente ciò è possibile perché il servo eloquio della stampa è assicurato a botte di determine di pagamento di pubblicità e campagne promozionali.
Il comizio di apertura Roberto Occhiuto l’ha fatto naturalmente a Cassano, feudo sotto il controllo del nostro Gallo cedrone. Un comizio fatto di continui riferimenti a Gianluca, di amorosi sensi, tipo “noi la Calabria la amiamo”, o “siamo partiti da zero”, per arrivare all’apoteosi di: “Gallo migliore assessore dell’agricoltura d’Italia”. Una cosa così pacchiana e volgare che all’esclamazione: “Noi non vogliamo vincere. Vogliamo stravincere oltre il 60%” il giorno dopo gli osservatori hanno notato un calo di consensi del 6%… Come da sondaggio pubblicizzato su Porta a Porta.
Ma torniamo al nostro Gallo cedrone. Non poteva non essere che Cassano la sede della sua più grande invenzione nel corso di questi quattro anni di assessorato. Il Vinitay and the city Sibari. Tutti conosciamo il Vinitaly di Verona, esposizione internazionale dei vini italiani che viene presa d’assalto ogni anno da imprenditori internazionali del vino e da comuni cittadini che vanno a farsi una bella bevuta di vino. Da qualche anno a questa parte la Fiera di Verona ha inventato il Vinitaly and the city che non sarebbe altro che l’estensione della fiera nel centro di Verona con stand e manifestazioni collaterali. Per fare un po’ di soldini aggiuntivi e tanto spettacolo.
La Calabria da sempre partecipa alla fiera del Vinitaly a Verona e diremmo anche giustamente. Negli anni ha voluto ingrandire la sua presenza arrivando ad allestire uno stand megagalattico arrivando a spendere nel 2024 quasi due milioni di euro. Un gigantismo che si giustifica soltanto con la vanagloria del duo Occhiuto/Gallo e con un tratto di ruffianeria visto che in pratica la regione ospita tutte le cantine calabresi accollandosi gran parte delle spese. Si tenga conto che il ritorno in termini di commercializzazione da tutte le fiere a cui la Calabria partecipa è poca cosa.
La Calabria copre appena lo 0,7% della produzione nazionale dei vini e lo 0,2% dell’export nazionale. Di contro siamo tra i primi contribuenti della Fiera di Verona. La vanagloria si sa non ha limiti e quindi il nostro duo Occhiu’/Gallo che pensa bene di inventarsi per ingrossarla sempre più? Di portare il Vinitaly and the city in Calabria. Naturalmente non ci vuole molto a convincere la direzione della fiera di Verona, lo si fa sganciando altri soldoni che prendono la direzione del Nord. A luglio abbiamo avuto la seconda edizione del Vinitaly and the city che naturalmente Gallo cedrone porta nella sua Cassano, nell’area antistante il Parco nazionale di Sibari. L’evento viene lanciato in pompa magna, tutti a parlare della sua “grandezza” dietro lauto compenso, La Calabria capitale del vino nel mondo, previsto l’arrivo di imprenditori e di buyer internazionali…
Tutto falso e non vero. In pratica la Fiera di Verona ci ha venduto l’uso del nome poi tutto il resto è stato a carico nostro. Nessun buyer la Fiera di Verona ha fatto arrivare, nessun incontro bit to bit (domanda/offerta) si è svolto, solo tre giorni beverecci con vino calabrese portato dalle nostre cantine e chi voleva bere doveva pure prenotare on line sul sito della Fiera di Verona. Un evento che i giornaletti calabresi hanno descritto come super partecipato ma che è stato un mezzo fallimento, con ticket di ingresso in omaggio ai dipendenti dell’Arsac e distribuiti in omaggio ai clienti dei villaggi turistici amici.
Organizzazione pessima con file di ore in entrata ed in uscita per potere prendere le navette che portavano dall’area di parcheggio all’ingresso. Questa l’amara verità che nessuno ha mai riferito. Non più tardi di dieci giorni fa è uscita la determina di pagamento N° 12408 DEL 03/09/2025 avente come oggetto “Liquidazione servizio di organizzazione dell’evento “Vinitaly and the City Sibari: Calabria in Wine” (18 – 20 luglio 2025, Sibari).
Ebbene, sono partiti direzione Nord, Fiera di Verona la bellezza di euro 274,500,00 ivati. Qualcuno potrebbe dire: ma non sono tanti se si considera tutta l’organizzazione dell’evento, dall’attrezzare l’area e allo svolgimento dell’evento. E qui casca l’asino. I duecento mila euro e passa che sono andati alla Fiera sono andati puliti puliti a Verona, sono in pratica il diritto di utilizzare il marchio Vinitaly. Punto, due punti, punto e virgola. Tutto il resto è stato affrontato dalla Regione Calabria e ne abbiamo dato conto nei nostri articoli arrivando a spendere oltre due milioni di euro tramite l’Arsac. Qui uno degli articoli di luglio: https://www.iacchite.blog/sibari-la-vergogna-di-vinitaly-oltre-due-milioni-spesi-finora-per-tre-giorni-di-fiera-di-paese/
Sempre a settembre con la determina N° 11828 DEL 08/08/2025 la regione Calabria provvede a pagare sempre la Fiera di Verona per la partecipazione al Vinitaly 2025 che si è svolto a Verona dal 6 al 9 luglio e qui andiamo a spendere un milione e trecento mila euro per la fiera. A cui si aggiungono altri 53 mila euro per “imprevisti”. E in più altri 660 euro per contributo Arsac. Non si capisce bene che cosa sono questi imprevisti.
Si sa che l’appetito vien mangiando. E così dopo aver soddisfatto la Fiera di Verona con il Vinitaly in salsa calabrese il duo Gallo/Occhiuto ha pensato bene di accontentare l’altra grande manifestazione del vino che si tiene a Merano. Ed ecco a voi il MERANO WINE FESTIVAL CALABRIA-ESSENZA DEL SUD 2025, svolto a Ciro’ Marina dal 7 al 9 giugno. E qui partono per Merano altri 154 mila euro ivati a favore della società Gourmet’s International Srl.
Naturalmente il sistema di potere messo su da Occhiuto e stato quello di ridurre l’Arsac che dovrebbe essere un ente strumentale in agricoltura ad una specie di braccio operativo. Alla direzione è stata collocata Fulvia Michela Caligiuri, ex parlamentare di Forza Italia. In pratica l’agricoltura è una faccenda tutta di forzisti tra il duo Occhiuto/Gallo e come braccio esecutivo l’Arsac diretta dalla Caligiuri, loro amica fidata. Ancora oggi se andate sul sito dell’Arsac si appalesano altre decine e decine di determine per pagamenti di agenzie di comunicazioni, giornali e siti giornalistici.
E’ questo il sistema di potere creato da Occhiuto in questi 4 anni. Un sistema volto non a magnificare le bellezze e i prodotti calabresi ma a ingrossare la propria vanagloria. Sia chiaro che la nostra critica non è diretta alle cantine e alle aziende agro alimentari che fanno solo il proprio mestiere nel tentativo di conquistare sempre più fette di mercato. Non sono loro in discussione. In discussione è la CALABRIA DELLO SPETTACOLO DI ROBERTO OCCHIUTO.
Occhiuto dice che lui sta raccontando quello che ha realizzato in questi quattro anni. E noi lo raccontiamo secondo verità e in base ai fatti. Bella Schifezza. E Pasquale Tridico, che dovrebbe essere il suo oppositore che racconta ciò che è successo nella regione in tutti i campi, sta zitto… Purtroppo non lo aiutano i consiglieri regionali uscenti e i partiti politici che sono stati silenti nel corso di questi anni. Tridico, invece di imitare Occhiuto sfoggiando camicie bianche in serie, dovrebbe smontare la narrazione di Occhiuto parlando dello sciupio del denaro pubblico di questi anni. Di una Calabria che non cresce, anzi cala nel suo Pil, nonostante le ecoballe del nostro cazzaro di Calabria. E Tridico non ha aperto bocca, pardon non ha toccato palla. Come al solito.









