Il Comune di Gioia Tauro è indirettamente coinvolto nell’operazione “Res Tauro” della Dda di Reggio Calabria. Il motivo è molto semplice: tra gli indagati figura Antonino Mangione, cognato della sindaca Simona Scarcella in quanto marito della sorella di Simona Scarcella e cugino del marito: due sorelle hanno sposato due cugini. Il marito della sindaca, Francesco Mangione, anche lui è coinvolto in vicende giudiziarie.
Tornando all’oggi, Antonino Mangione è finito tra gli indagati nella sua qualità di imprenditore, amministratore unico della Biemme Finestre srl di Gioia Tauro. E gli viene contestata il concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso perché “offriva un contributo concreto, specifico e determinante per il perseguimento della finalità della cosca Piromalli, della quale pur tuttavia non faceva parte. Contributo che si sostanziava nel garantire sistematicamente alla cosca Piromalli opportunità di lavoro per i familiari dei sodali della cosca o direttamente in favore di questi ultimi in virtù di un rapporto sinallagmatico stipulato con la cosca Piromalli. Riceveva protezione ed interventi mafiosi sia per accrescere economicamente l’impresa che per ragioni personali”.
La circostanza, sia pure rimasta praticamente nascosta agli occhi dei media, deve avere creato parecchio imbarazzo alla sindaca Scarcella, che nel corso della mattinata ha diffuso una nota criptica che riportiamo di seguito: «Abbiamo appreso dagli organi di stampa delle risultanze dell’attività investigativa relativa all’operazione denominata ‘Res Tauro’». È quanto c’è scritto nella nota stampa dell’amministrazione comunale di Gioia Tauro che «conferma la piena ed incondizionata fiducia nell’attività di indagine svolta dalle forze dell’ordine e dall’autorità giudiziaria inquirente a tutela degli interessi supremi della collettività e della legge. Nel rispetto dei principi costituzionali di cui all’articolo 27 della Costituzione, nelle sedi giudiziarie verrà affermato il principio di verità e di giustizia che governa la nostra democrazia. – conclude il comunicato dell’amministrazione guidata dalla sindaca Simona Scarcella -. Ringraziamo le forze dell’ordine per la costante presenza nel territorio».
LA CONFERENZA STAMPA E LA MAZZATA DI MUSOLINO
Intervenendo nella conferenza stampa, il pm Stefano Musolino ha detto con chiarezza che “quello che si può registrare è una mollezza del tessuto sociale di Gioia Tauro, sia imprenditoriale che cittadino. Giuseppe Piromalli ha indossato il manto del lupo e per indossarlo ci vogliono tanti agnelli”. Musolino poi riferendosi alla nota stampa del Comune di Gioia Tauro ha detto che si tratta di un “comunicato stampa anonimo in cui non si capisce nulla… e che dalle indagini che emergono in questa mollezza, se io fossi un cittadino di Gioia Tauro sarei preoccupato…”.
«Speriamo che ne arrivi un’altra di nota – ha detto ancora Musolino – dopo aver letto ciò che emerge dall’indagine. Perché al di là della rilevanza penale, ciò che colpisce è la totale assenza di resistenza da parte di una comunità che sembra quasi non vedesse l’ora che Piromalli tornasse a comandare». Insomma, verificato che la pezza messa dal Comune di Gioia era peggio del buco, Musolino ha affondato il colpo, ben sapendo fino a che punto è coinvolta nell’inchiesta la sindaca attraverso un suo diretto congiunto.
La seconda nota
E Musolino è stato facile profeta perché dopo la sua reprimenda, la sindaca ha scritto un’altra nota che riporriamo: «A seguito di quanto ascoltato nel corso della conferenza stampa relativa all’operazione ‘Res Tauros’, e facendo seguito al comunicato istituzionale che questa amministrazione nell’immediatezza ha diramato in mattinata, ribadendo la piena ed assoluta fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente, riteniamo doveroso confermare la nostra adesione alle attività portate avanti dalla magistratura». Nulla di nulla, niente di niente e men che meno il nome “Piromalli”: zero! A scrivere “Piromalli” ci avrebbe pensato, con non poca faccia di… bronzo, il solito Ciccio Cannizzaro, tragicomico deputato di Forza Italia, padrino politico della sindaca e di suo marito. Ma anche per lui il coinvolgimento dell’amico Mangione è stata una pesante mazzata.









