Israele minaccia e prepara l’assalto alla Global Flotilla
di Alessandro Mantovani – Il Fatto Quotidiano
Manca qualche ora e le barche della Flotilla saranno a 150 miglia da Gaza, dove comincia lo specchio di mare che Israele considera suo e tutti si attendono l’intercettazione da parte della Marina e della polizia di Tel Aviv. Nella serata di ieri, in Israele viene concessa un’autorizzazione rabbinica speciale per permettere alla polizia di operare durante la festività sacra dello Yom Kippur. “Alla fine del digiuno verranno espulsi nei loro Paesi d’origine, coloro che si opporranno saranno processati da un tribunale speciale composto da funzionari del ministero dell’Interno, poiché la loro definizione giuridica è di aver operato ingressi illegali in Israele e non saranno dunque condotti davanti a un tribunale ordinario”: il capo della polizia, Dany Levi, ha approvato il piano operativo per “accogliere” i naviganti. All’operazione prenderanno parte, riferiscono i media israeliani, circa 600 agenti appartenenti a unità di frontiera e altre unità speciali.
E le navi militari israeliane ieri sera si stavano posizionando tra le 100 e le 120 miglia dalla costa di Gaza, le 43 barche della flotta potrebbero esserci arrivate nella notte passata o più probabilmente questa mattina, specie se, come pare, continueranno ad avanzare lentamente. L’intercettazione di giorno sarebbe migliore da gestire. Comunque allerta massima.
Ora la tensione a bordo si sente, anche su Otaria che ospita il Fatto Quotidiano. Dopo una giornata a ripassare tutte le procedure, dall’abbordaggio agli interrogatori
A qualche decina di miglia da qui Israele prepara appunto la complessa operazione con 600 agenti, che abborderanno le imbarcazioni per prenderne il controllo. Sono tante 43, in passato erano una o due barche e il rischio di incidenti è molto elevato. Ci sarà anche l’unità speciale Shayet 13, incursori di Marina. Ci vorrà tempo, le barche saranno fermate una per una, anche quelle su cui viaggiano i parlamentari Arturo Scotto e Annalisa Corrado del Pd, Benedetta Scuderi dei Verdi e Marco Croatti del M5S.
Sempre secondo i media israeliani, le circa 400 persone che sono a bordo saranno trasferite su una nave militare, quindi al porto di Ashdod e di lì la polizia dovrebbe portarne almeno una parte nel carcere di Ketziot, nel sud di Israele, dove al personale è già stato rilasciato, appunto, un permesso religioso speciale perché stasera comincia l’importante festività ebraica dello Yom Kippur. Dura diversi giorni, le procedure si allungheranno anche per quanti sono destinati a un’espulsione in tempi brevi. È chiaro che il trattamento non sarà lo stesso per tutti, rischia di più chi è già stato espulso come Thiago Avila, Greta Thunberg o diversi attivisti senza nomi noti.
La Nave Alpino della Marina Militare italiana tra qualche ora si fermerà, come la spagnola Furor e le tre navi militari turche, le uniche, queste ultime, ad essersi avvicinate molto alle barche della Flotilla nella giornata di lunedì. Un messaggio chiaro a Israele, che poteva far salire la tensione. Per il governo italiano proseguire sarebbe una sfida a Israele, per la Flotilla – che pure non ha mai chiesto scorte militari – anche l’Italia lascia fare, si gira dall’altra parte di fronte a un intervento armato, in acque internazionali, su una missione civile e non violenta che mira a rompere un assedio e un blocco navale contrari al diritto internazionale. Il ministro della Difesa Crosetto ha ribadito che potrebbe succedere l’irreparabile: “Mi sento in dovere di fare un ultimo appello affinché prendano atto di ciò che sta accadendo e utilizzino una delle soluzioni alternative per far arrivare gli aiuti”. Mentre la presidente Meloni ha addirittura legato la missione della Flotilla al piano Trump, accusando i naviganti di mettere a repentaglio la possibile pace.
Ieri pomeriggio, via radio, abbiamo sentito il messaggio della nave Alpino: “La nave Alpino non supererà il limite delle 150 miglia nautiche da Gaza. Da ora e sino al limite delle 150 miglia nautiche da Gaza saremo in grado di recuperare eventuale personale che volesse trasferirsi a bordo”. Non risulta che nessuno sia sceso.









