Non si può fermare il vento

di Andrea Fabozzi

Fonte: il manifesto 

Le immagini vanno e vengono. Prima di interrompersi definitivamente mostrano donne e uomini seduti in cerchio sul ponte della barca. Giubbotti di salvataggio indossati, aspettano l’abbordaggio. Che arriva. Un atto di pirateria violenta sotto gli occhi del mondo. Preceduto da un messaggio radio che è un’altra conferma di come Israele debba stravolgere la realtà per mantenere l’impunità: «State violando la legge». Loro.

La Flotilla che è arrivata pacificamente e nel pieno rispetto del diritto internazionale vicina alle coste di Gaza. Cioè vicina a una striscia di terra dove da due anni va avanti un genocidio senza che la comunità internazionale faccia nulla di concreto per fermarlo. Non potevano fermarlo queste donne e questi uomini in ginocchio e con le mani alzate. Ma hanno fatto più loro di tanti, quasi tutti i governi, a cominciare dal nostro.

La Flotilla è entrata in profondità, nel mare che Israele considera sua proprietà, dove sequestra, affonda e ammazza. Si sapeva che avrebbe abbordato anche questa volta, che lo avrebbe fatto col buio. Non si sapeva a quante miglia marine dalla costa avrebbe agito perché Israele si prende la libertà di decidere fin dove estendere le sue proprietà. In mare come in terra. Nel frattempo però la missione umanitaria è entrata in profondità anche nei sentimenti dell’opinione pubblica che con crescente attenzione e ammirazione l’ha seguita da lontano. Fino all’ultimo, fino a che il collegamento internet a bordo ha retto, gli equipaggi hanno continuato non solo a informare su quanto stava accadendo, ma anche a ricevere telefonate e messaggi di solidarietà, di gratitudine, di incoraggiamento.

La vergogna del governo italiano che ha lasciato aggredire i suoi cittadini, tirando via addirittura con un giorno di anticipo la nave militare per non intralciare Israele, spicca per contrasto con la nobiltà degli attivisti della Flotilla. Ma mentre siamo in apprensione per la loro sorte, il loro messaggio è arrivato forte. Non si può star fermi di fronte alle atrocità che commette Israele, non senza perdere l’umanità. E ora saranno in tanti a non stare più fermi.