Quegli “irresponsabili” della Flotilla

Quegli “irresponsabili” della Flotilla

di Alessandra Pasqua, Architetto

Le manifestazioni per la pace a Gaza, che si sono svolte ieri per le piazze italiane e di tutto il mondo, riempiono il cuore di speranza e di gioia. La gente è unita nel dissenso contro una politica dell’odio, della prevaricazione, del riarmo, che arricchisce una sparuta élite di potenti con lo spargimento di sangue e con la sofferenza dei più deboli, dei più poveri, di quei territori che sono periferie del mondo.

Le piazze piene dimostrano lo scollamento fra chi governa e le esigenze della popolazione che chiede pace, rispetto dei diritti e delle disuguaglianze, lavoro, futuro per i giovani. Non si vuole un pianeta pieno di armi e testate nucleari, una politica colonialista e sfruttatrice. Si vuole PACE, stabilità ed una più equa distribuzione delle ricchezze. La risposta con il pugno di ferro del governo italiano alla forte opera di sensibilizzazione e di mobilitazione della Flotilla evidenzia l’incapacità di lettura della sete di giustizia sociale che è trasversale fra elettori di destra e di sinistra.

Il rifiuto del rimpatrio con un volo messo a disposizione dal nostro paese manifesta tutta la debolezza della politica estera, la vulnerabilità cui sono soggetti gli italiani all’estero. Gli italiani sono distinti fra figli e figliastri: si dimostra efficienza, giustamente, nel caso di Cecilia Sala, cittadina di serie A; immobilismo nei confronti dei militanti pacifisti, come nel caso di Alberto Trentini ( cooperatore italiano nelle carceri in Venezuela), cittadino di serie B, e come gli attivisti della Flotilla, esponendoli alle ripicche di Israele. Il governo abbandona e si disinteressa dei propri cittadini, fatti prigionieri illegalmente da Israele, perché non ha compreso che si è trattato di una missione umanitaria che ha coinvolto attivisti di tanti paesi del mondo. Si è dato vita ad una iniziativa dal basso contro governi inermi di fronte agli orrori e ai crimini di guerra. Quando le missioni le fanno gli uomini di chiesa sono ammirevoli, quando sono frutto della sensibilità e delle coscienze di uomini civili sono da denigrare. Eppure sono l’esito di coraggio ed abnegazione le une e le altre, non si possono usare due pesi e due misure. Si dovrebbe ringraziare tutte le persone coraggiose che lottano attivamente per la pace e i diritti civili, di cui poi godiamo tutti, favorevoli e contrari alle loro azioni.