“Umiliata Greta”: Sadismo e angherie a Israele per la “star nemica”
Di Riccardo Antonucci – Fonte: Il Fatto Quotidiano
Hanno diffuso ai media una sua foto con occhi chiusi e mezzo sorriso, l’aspetto un po’ stropicciato ma in salute. Il volto di Greta Thunberg, la 22enne svedese già simbolo del movimento contro il cambiamento climatico e oggi convinta attivista pro Pal, è diventato un’ossessione per la destra israeliana. Il governo di Tel Aviv la considera una “celebrity” di Hamas, come ha detto il ministro degli Esteri Sa’ar; i media e gli influencer di destra la bersagliano quotidianamente con commenti satirici e insulti. Il più noto giornalista politico di Canale 12, Amit Segal, venerdì ha pubblicato un retroscena in cui riferiva che il fotografo della polizia israeliana incaricato di immortalare gli attivisti della Flotilla arrestati appena sbarcati al porto di Ashdod, si era dovuto “inventare di tutto per strappare un sorriso a Greta”, perché “gli organizzatori della Flotilla si erano raccomandati con tutti di non farsi ritrarre mai sorridenti”.
È la seconda volta che Thunberg viene arrestata dagli israeliani in acque internazionali, per aver partecipato a una Flotilla. Dopo la prima, a bordo della Madleen la primavera scorsa, è stata dichiarata da Tel Aviv “persona non grata”. Quella volta aveva fatto il giro dei social la foto in cui un militare, salito sulla barca per intercettarla, le offriva un panino al prosciutto avvolto nella plastica e una bottiglietta d’acqua. Stavolta Greta sarebbe stata oggetto di più che del semplice scherno da parte delle autorità israeliane. Il quotidiano britannico Guardian ieri ha rivelato una mail inviata dal ministero degli Esteri svedese ai familiari di Thunberg. Il funzionario riferisce che il console di Stoccolma in Israele aveva incontrato Greta nel carcere di Ketziot, e aveva registrato che la giovane ha lamentato di essere tenuta in una cella infestata da cimici, dopo essere stata costretta a sedere per molte ore sul pavimento (probabilmente durante la detenzione temporanea ad Ashdod), e di non aver ricevuto abbastanza cibo né acqua. Un altro attivista detenuto con lei, continua la mail, ha detto “a un’altra ambasciata di averla vista costretta a tenere delle bandiere mentre venivano scattate delle foto”. Circostanza confermata anche dal team legale italiano della Global Sumud Flotilla. Thunberg avrebbe chiesto al suo ambasciatore se quelle foto erano state pubblicate. Non lo sono state, per il momento, e forse non lo saranno mai perché proverebbero una violazione dei suoi diritti di detenuta.
L’ambasciata svedese non ha specificato che tipo di bandiera fosse quella messa addosso a Greta. Lo hanno detto alcuni tra i 50 attivisti turchi rimpatriati ieri a Istanbul, con loro anche 25 italiani e l’inviato del Fatto Alessandro Mantovani. “Hanno trascinato la piccola Greta per i capelli davanti ai nostri occhi, l’hanno picchiata e costretta a baciare la bandiera israeliana”, ha dichiarato alla Cnn Turk l’attivista Ersin Celik, ancora sulla pista dell’aeroporto di Istanbul. Un’altra attivista della Flotilla, Aycin Kantoglu, ha raccontato: “Al porto siamo stati accolti da qualcuno che parlava bene turco. Ci hanno detto ‘Siete in Israele, Gaza non esiste più’. Siamo rimasti senza cibo per 36-40 ore, ci hanno detto di bere dal water”. Secondo Ikbal Gurpinar, “sulle pareti della prigione c’erano scritte in arabo. Chi era stato detenuto lì dal 2019 ha scritto i nomi dei figli”. I racconti vengono tratti da attivisti della Turchia, Paese notoriamente ostile nella retorica a Israele, che ieri ha accolto gli attivisti della Flotilla con fiori, manifestazioni di giubilo e bandiere con la mezzaluna turca.
Ma i racconti di molti attivisti combaciano. Non lamentano problemi nell’intercettazione da parte della marina, ma dopo l’arrivo ad Ashdod, quando a guidare era la polizia del ministro Ben-Gvir. Il giornalista italiano Lorenzo D’Agostino del manifesto e anche lui rientrato ieri, ha parlato di “umiliazioni” per tutti i partecipanti, e per Greta in particolare, “avvolta in una bandiera israeliana ed esibita come un trofeo”. È successo pure a un’influencer spagnola, come racconta Mantovani nel suo primo resoconto dell’arresto (a fianco). Il ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben-Gvir aveva promesso un trattamento “al minimo del minimo”.









