Calabria 2025. La sconfitta del centrosinistra. Santo Gioffré: “Nulla dovrà finire a tarallucci e vino: chi ha sbagliato se ne deve andare”

NULLA DOVRA’ FINIRE A TARALLUCCI E VINO

di Santo Gioffrè 

Al di là delle analisi di facciata, buone per ogni pancia, deve essere organizzato un momento di discussione dialettica, che, partendo dalle esigenze (vita reale, perdite, sconfitte) si ponga in alternativa a chi intende la politica e la rappresentanza, esclusivamente come una questione di clientele feudali; dall’una e dall’altra parte, che, poi, una sola cosa sono.

Detto questo, le elezioni appena concluse non possono essere annoverate a nessuna delle manifestazioni che portano a democratiche, reali e libere manifestazioni, in cui si decidono le rappresentanze e le maggioranze che devono governare i territori. Quello che è, improvvisamente, successo è il risultato di un progetto, studiato a tavolino, un Piano pernicioso rapportato alle povertà calabresi.

Se Occhiuto, e gli interessi politici, mediatici ed economici che lo sorreggono, ci sono riusciti, nessuno ha tentato di fermarlo e, in una terra sbranata dalle libere consorterie di malaffare, dirigenti nazionali, segretari nazionali e regionali, coordinatori, parlamentari, avevano il dovere assoluto di tentare di farlo. Invece, dopo aver desertificato, in una Terra che si sta spopolando, i luoghi della discussione, sorpresi, pur avendo l’obbligo di monitorare, continuamente, i processi distorti della politica, si sono ritirati nei loro feudi per autogarantirsi le comode poltrone di parlamentari e consiglieri regionali, all’interno di una logica di CASTA. Sterilizzando la dialettica e emarginando chi sollevava le problematiche.

Il come si è arrivati a queste elezioni e, poi, ad una colossale sconfitta del campo dei progressisti, riassume il deficit di ogni garanzia costituzionale in questa Regione,ormai allo sbando e in mano ad ogni incursore letale.

Come nascono, solo apparentemente improvvise, le dimissioni di Occhiuto, che non è, solo, un politico capace e molto avvezzo alla furbizia? Occhiuto è soprattutto un profondo conoscitore, non solo delle tecniche che generano il consenso clientelare in una terra debole dal punto di vista culturale e che sta morendo, ma sa intercettare gli umori profondi e le dinamiche che animano tutto ciò che gli gira attorno, persino dei suoi alleati, potendo contare in ogni leva del potere esercitandolo da solo.

Tutti, oramai, sanno benissimo che tra un anno gli indicatori di vivibilità in Calabria crolleranno. Sanno di una sanità pubblica persa, sanno gli effetti deleteri che l’autonomia differenziata apporterà a questa Terra e sanno degli appetiti coloniali dei grandi gruppi economici, della speculazione finanziaria e dei banchieri sul porto di Gioia Tauro, sui contratti relativi al Ponte sullo Stretto, sugli affari che girano attorno alla sanità calabrese, ormai un bancomat ad uso delle altre Regioni.

Probabilmente, Occhiuto, fin dal mese di aprile, allarmato da fonti private, aveva capito che non sarebbe stato più ricandidato e la Calabria sarebbe stata persa.
L’avviso di garanzia non c’entra nulla, se non per giuste modalità d’uso. In Calabria, gli avvisi di garanzia, i rinvii a giudizio e i processi, hanno, da storia antica, distrutto i meno, chi non faceva parte del potere, di un certo potere, soprattutto, a sinistra, distruggendo vite e carriere politiche.
La discussione è avvenuta, con relative decisioni, nelle alte stanze del potere governativo, dove tutte le novità e i segreti circolano. Certo di non trovare alcun intoppo o avversione, visto il debole Consiglio Regionale e l’assenza totale di Partiti antagonisti.

Alla mossa di Occhiuto, da esperto giocatore, che dichiarava guerra alle giuste prassi, bisognava rispondere con altrettanti atti di guerra e solo in una maniera: denunciare, al Parlamento e all’Italia, lo sfregio alle regole, che ancor esistono e che devono garantire l’agibilità politica ed elettorale delle persone, imponendo, con ogni giusto atto, che le elezioni si svolgessero non entro un mese, come ha imposto, comodamente, Occhiuto, ma entro il tempo massimo previsto in caso di elezioni per dimissioni e anticipate.

Invece, e il Consiglio Regionale e i Partiti locali progressisti e nazionali e le Dirigenze, sono stati proni e succubi. Una compagine politica attenta, in caso di rifiuto o indifferenza da parte degli organi gerarchici a garantire i tempi giusti, non avrebbe dovuto presentare liste, per mancanza di agibilità, denunciano la forzatura costituzionale anche in relazione al mistero che circondava le dimissioni. Invece, si è dato mano libera ad Occhiuto che aveva la piena consapevolezza del mercato e le leve di potere giuste per condurre una rapidissima, e senza scampo, campagna elettorale come meglio gli conveniva.

PASQUALE TRIDICO, persona molto per bene, che più di tutti gli attori, in quel teatro di balordi, ha sentito la responsabilità verso la triste sorte della Calabria, parlo dei Partiti e dei Segretari, dopo aver subito inusitate pressioni, sostanzialmente, lo si è lasciato solo ad affrontare la campagna elettorale, contro una mastodontica armata che già aveva in mano ogni strumento per racimolare voti, tutti i voti che volevano. Senza denunciare il trasversalismo, il trsformismo, i comodi passaggi da un campo all’altro…

Dall’altra parte, la preoccupazione non è stata, visto che avevano assecondato Occhiuto, quella di combatterlo usando armi straordinari, ma solo di autogarantirsi.
Altrimenti, non si capisce, per esempio, il non aver protestato, ritirandosi dalla competizione, visti i tempi e i modi ristretti dettati eslusivamnete da Occhiuto e il perché siano state presentate solo 6 liste e non cercare di comporne almeno altre due, mettendo in campo tutte le forze che facevano riferimento ai Progerssisti, come i Sindaci, ma proprio tutti, i parlamentari, i segretari regionali, le realtà sociali e le associazioni che operano sui territori. Invece, nulla… non conferenze programmatiche nelle aree, né convegni, né grandi iniziative. Nulla! Non c’era il tempo? Allora, io mi chiedo: non sarebbe stato meglio ritirarsi dalle elezioni e lasciare Occhiuto da solo, padrone assoluto della Calabria, qual era e qual è rimasto?
Chi ha sbagliato, nel campo progressista, si deve fare da parte. A loro, la massima responsabilità della terza sconfitta consecutiva, e un grande grazie a Pasquale TRIDICO, a cui auguro un buon lavoro, come fin ora ha fatto, al Parlamento Europeo.