Televisione: interviste-manicure e fuga da Report

(di Nanni Delbecchi – ilfattoquotidiano.it) – Nei millanta talk show che presidiano la televisione italiana dalle sei del mattino a notte fonda, caso unico al mondo, si discute molto dell’irrefrenabile assenteismo elettorale. Forse più di tanti battibecchi sui massimi sistemi – l’astensione è più di destra o di sinistra? Ne strega più Meloni o ne manda in fuga più Vannacci? – e di tanti cartelli irti di flussi sarebbe utile uno specchio. Uno di quegli specchi a figura intera di una volta; o, meglio ancora, i “trittici” da barbiere con le ante apribili, in modo che uno possa vedere i suoi profili e fare qualche domanda a se stesso. La buttiamo là: e se i cittadini fossero così nauseati dal vedere politici, opinionisti e conduttori, quasi sempre piazzati lì dal potere che fingono di interrogare, da avere una crisi di rigetto che li tiene alla larga dalle urne? Perché mai ogni giorno devo sapere come si è svegliato Calenda, dove è andato ospite Renzi, cosa ha postato Salvini? Perché devo votare questi buffi di varietà?

È dura credere che il proprio voto conti qualcosa quando si ha sotto gli occhi un’oligarchia molesta e asfissiante, ogni giorno le stesse facce, gli stessi alterchi, le stesse manicure spacciate per interviste. Se la scelta è quella proposta dalla società dell’avanspettacolo, meglio restarsene a casa. Non abbiamo né cartelli di Floris, né il tavolo luminoso di Porro; è il principio dei vasi comunicanti a dire che la saturazione della politica sui media è inversamente proporzionale allo svuotamento delle urne. Più aumentano i follower (non si sa quanto autentici), più diminuiscono gli elettori veri. C’è un unico caso televisivo in cui i politici non accorrono alla chiamata, anzi tirano di lungo, scantonano, addirittura mandano a quel paese chi li vuole ascoltare e poi mandano querele. Stiamo parlando di Report, il programma di Sigfrido Ranucci. Il potere volta le spalle alle sue inchieste, anche se poi qualcuno le segue talmente tanto da mettergli una bomba sotto casa. Bello che oggi si stringano attorno a Report. Più bello ancora se domani smettessero di scappare.