Vibo. L’ultima piroetta della ex sindaca “Spettacolo”: entra in un CdA per “consolazione”

di Rocco Tripodi

Questa è una misera storia di ORDINARIA POLTRONERIA Succede che l’ex commissario vibonese della Lega, MINO De PINTO, alla vigilia delle elezioni regionali, che bavosamente aspettava per accomodarsi, scopre che, per i suoi padroni della Lega, il suo culo non era compatibile, per ingombro, stato di manutenzione ed ergonomia, con la POLTRONA di Consigliere che era certo spettasse a lui inquanto antiterrone  di provata fede. Non fosse altro, come lui stesso lamenta, per essersi  arruolato nella colonna degli Ascari calabresi nel partito degli Autonomisti Padani, agli albori dell’occupazione longobarda della Calabria. E a nulla gli è valso l’aver frequentato ben “Due scuole di formazione di CELODURISMO” nelle officine della Lega. Sta di fatto che, senza che né al tapino né ai suoi compaesani sottoposti ne venisse anticipata la scelta, il Nazionale del suo partito annunci la candidatura alla Regione di MARIA LIMARDO.

Dunque parliamo della exsindaca SPETTACOLOLIMARDO che avevamo lasciata impressionata ed estasiata (lo dice lei) davanti a (sempre parlando con decenza) SALVINI che le mostrava il PLASTICO ovviamente del ponte sullo Stretto. E in quel contesto, tra il lusco e il brusco, viene fatta pervenire all’ingenuo Commissario terronleghista (con la delicatezza che gli è propria all’ungulato padano), l’avvenuta scelta di candidare  al suo posto, MARIA LIMARDO, transfuga da Forza Italia. Ma tutto si sgonfia ad elezioni concluse quando la candidata MARIA SPETTACOLO viene tromb…, no è politicamente scorretto, quando viene pifferata…, no, peggio mi sento…, quando poi  viene, diciamo, SCACCIAPENSIERATA dagli elettori. C’è  stato certo in tutta la provincia un moto di sdegno e di stupore tra i suoi sostenitori per la mancata adesione popolare alle urne sul suo nome, che si prevedeva di portata VITOPITARESCA.

Che dire? Diversa la reazione dello scartato d’ufficio DePINTO, che altro che fuochi d’artificio le avrebbe riservato qualora fosse stata eletta; e non solo lui. Anche gli amici di Forza Italia, infatti, che se la sono tenuta come sindaca fino ad un anno fa, certamente hanno bambinescamente gongolato a lungo facendo spericolati giochi d’acqua in piazza Municipio. Gli stessi suoi camerati che, dal MSI in avanti fino a Fratelli d’Italia, se la sono sempre “preiata”, e persino la nonna, Segretaria cittadina del fascio nel rovinoso ventennio, dubito le abbiano fatto pervenire, dalla terra i primi e dal cielo la nonna, segni di stima e di solidarietà. È da classificare un “Caso umano”? No. Mo non ci allarghiamo! Non prendetevene pena! Lo dico a quei concittadini particolarmente sensibili e premurosi, che – raccontano –  anonimamente, per sostenerla dopo la sciagurata avventura, in questo momento di comprensibile difficoltà, hanno provveduto a lasciare, a loro spese, un caffè sospeso per la sfortunata e sconfortata exsindaca in evidente inatteso stato di bisogno.

Ma scorrendo le ultime notizie del giorno, comprendiamo meglio le ragioni di tanto risentimento di DePINTO nei confronti della pur sempre scacciapensierata LIMARDO, e soprattutto si spiega la sua lunga attesa prima di uscire allo scoperto per denunciare l’ ingiusto scavalcamento all’interno del partito. Arriva la notizia infatti che il prode vicepresidente del consiglio longobardo ha provveduto ad assegnare alla nuova arruolata Ascara un più che sostanzioso premio di consolazione. Tra l’altro è raro  che un politico sbandato saltando al volo sul CARROCCIO del PERDENTE (e non del vincente), porti a casa una bella ricompensa… (è  la svolta del mondo al contrario Vannacciano?). Un posticino comodo comodo, prestigioso, caldo e protetto, come componente di un CdA. Che sta per Consiglio d’Amministrazione. 

Credetemi, quando mi è stato detto che era entrata in un CdA, sapendo che era reduce da un’umiliante e lacerante sconfitta, e conoscendo la sua profonda religiosità, ho ingenuamente immaginato che avesse scelto, per espiazione, di entrare in un Convento delle Assunte.

Ma non ci ho preso neanche questa volta. È stato lì che mi è stato chiarito che il CdA è un Consiglio di Amministrazione, nello specifico della FINTECNA, che si occupa della gestione del Patrimonio Pubblico, con sede a Roma. Fondamentalmente sovrintende la gestione di società, proprietà e enti pubblici, partecipazioni ed eventuali liquidazioni. Certo le ultime prestazioni della nuova assunta non sono state particolarmente performanti. Dopo un mandato come sindaca da tutti definito SPETTACOLARE o meglio “TEATRALE”, bocciato dalla critica, dai cittadini e dai suoi stessi sponsor politici che, da sindaca uscente, non l’hanno ricandidata contro un “gigante” come ROMEO.

E in ultimo alle Regionali, il disastroso risultato in camicia verde, dopo aver rinnegato la camicia nera; successione di fatti che ha dimostrato quanto quelli come lei che passavano per mastini della politica non siano altro che cani da fiuto, che sanno sempre dove scovare una poltrona. Certo che se fattivamente tratterà con il suo nuovo incarico il patrimonio pubblico così come ha fatto da sindaca, consegnando gratuitamente il Palazzo storico più  prestigioso della città per una speculazione privata, ad un personaggio con lei impastettato o per farci all’interno personale campagna elettorale, infestandolo di bauscia che odoravano di cassoeula, allora  siamo certi che lascerà, anche lì dov’è, uno smagliante ricordo di sé. Le cose stanno così. Bisogna riconoscere che a certi personaggi una notevole dose di intraprendenza, buona sorte e azzardato opportunismo non mancano mai, e questa è la chiave del loro inesauribile successo; ma a parziale giustificazione o conforto per  una massa sempre più  crescente di “SCONFITTI”, passatemi un vecchio detto calabrese: ALLI POVERI E SBENTURATI ‘NCI CHIOVI ‘NTO CULU, PURU STANDU ASSETTATI!