Roma. Chi era Octay Stroici, romeno di Suceava. Operaio esperto e coraggioso

Octay Stroici aveva 66 anni e lavorava come operaio specializzato. Era originario di Suceava, in Romania, e viveva alla periferia di Roma. Martedì è rimasto intrappolato sotto le macerie della Torre dei Conti, a largo Corrado Ricci, quando una parte della struttura ha ceduto all’improvviso. Per più di undici ore ha continuato a chiamare, con la testa e una spalla fuori dai detriti, mentre i vigili del fuoco cercavano di raggiungerlo in una situazione resa instabile da un secondo crollo che li ha costretti a ripiegare e poi a ricominciare da capo.

I soccorritori dei gruppi Saf e Usar hanno usato droni e sensori, hanno creato una sorta di scudo sopra di lui con assi e ringhiere cadute, hanno rimosso materiale con un grande aspiratore dedicato e, quando possibile, hanno lavorato a mani nude. Un medico del 118 gli ha somministrato un antidolorifico e gli ha applicato una maschera d’ossigeno sul volto. A un certo punto erano riusciti persino a toccarlo: Stroici era bloccato due metri sotto di loro, in un cunicolo di macerie che si richiudeva a ogni vibrazione. L’estrazione è avvenuta in serata, tra le 22 e le 23, al termine di un’operazione resa difficile dalla fragilità dell’edificio.

Il policlinico Umberto I ha ricostruito le ultime fasi: l’uomo è arrivato al pronto soccorso alle 23.05 in arresto cardiocircolatorio. Le manovre di rianimazione cardiopolmonare, iniziate già sul luogo del crollo dal personale del 118, sono proseguite per circa un’ora in ospedale. Nonostante i tentativi, la ripresa dell’attività cardiaca non è riuscita. Il decesso è stato constatato alle 00.20.

All’esterno, tra decine di mezzi di emergenza, la moglie Marianna e la figlia, accorsa dalla provincia di Lecce, hanno atteso notizie assistite dai servizi sociali del Comune e dall’ambasciatrice di Bucarest, Gabriela Duncau. Il sindaco Roberto Gualtieri le ha abbracciate e si è fermato a lungo con loro. Intorno, i colleghi di Stroici, con le tute coperte di polvere, hanno raccontato di un cedimento arrivato all’improvviso: lui lavorava più in basso degli altri, su un fronte dove gli interventi per la rimozione dell’amianto e la preparazione della riqualificazione erano ormai prossimi alla conclusione. In serata sono stati convocati in caserma dai carabinieri per ricostruire le sequenze e chiarire cosa sia accaduto prima del crollo.

Il dolore per la sua morte ha attraversato anche le istituzioni. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso cordoglio “a nome mio e del governo”, ringraziando i soccorritori “che si sono prodigati, senza sosta e con coraggio, nel tentativo di salvargli la vita”, e si è detta vicina alla famiglia e ai colleghi “in questo momento di indicibile sofferenza”.

Il profilo di Stroici è quello di un lavoratore esperto, impiegato da tempo nei cantieri romani. Al loro arrivo, i soccorritori hanno impostato una strategia che tenesse insieme rapidità e sicurezza, consapevoli che ogni manovra poteva innescare nuovi cedimenti. È la stessa tensione che ha accompagnato tutte le ore successive: capire se fosse ancora vigile, parlargli, mantenere una via d’aria, rimuovere senza scosse ciò che lo schiacciava. Le condizioni dell’uomo sono rimaste gravi fino al trasporto in ospedale, dove la battaglia per far ripartire il cuore non ha avuto esito. Fonte: Huffington Post