La nuora, l’autista e tutto il cucuzzaro potrebbe essere benissimo il titolo di una commedia all’italiana degli anni Settanta-Ottanta. quelle che noi “ragazzi” nati negli anni Sesanta vedevamo al cinema quando eravamo adolescenti. Tornando indietro nel tempo si potrebbe ambientare questa commedia nei corridoi di Palazzo dei Bruzi, dove vanno in scena intrecci e intrighi di potere che sarebbero stati perfetti per quelle “atmosfere”.
Tutta Cosenza è tornata a parlare dei concorsi pilotati dalla malapolitica che ormai da decenni gozzoviglia su quel che resta di questa povera città, saccheggiata e sventrata. Siamo alle solite: siamo passati dai magnifici “venti piccoli indiani” dello staff di Mario Occhiuto e dai parenti di Spataro ai quali siamo riusciti ad “assegnare” una clinica (!) alle nuore di Franz Caruso e di Nicola Adamo e Madame Fif’, all’autista di Giggino Incarnato e a tutta quella pletora di portaborse e co.co.co che fa il suo ingresso trionfale nel palazzo delle pastette. Uno scenario squallido e desolante che ormai non porta più indignazione ma soltanto sarcasmo, amaro a dire il vero ma che alla fine provoca sempre risate. Questa è.
Se tornassimo negli anni Settanta, la protagonista del film, la nuora, potrebbe essere benissimo Edwige Fenech mentre sul ruolo dell’autista non abbiamo dubbi: è Lino Banfi, noblesse oblige. E poi tutto il cucuzzaro con le “maschere” di Alvaro Vitali, Mario Carotenuto, Renzo Montagnani, Gastone Moschin, Boldi, persino il figlio di De Sica… e per le donne Barbara Bouchet, Gloria Guida, Nadia Cassini, Eleonora Giorgi, Annamaria Rizzoli: quanti ricordi…
Ma rieccoci all’amara realtà. Oggi sui marciapiedi di Cosenza la gente clicca i siti (non tutti perché c’è incappata anche… la moglie di un giornalista e quindi i suoi colleghi più stretti non hanno pubblicato la ferale notizia) e racconta le storie di tutti i nuovi impastettati che hanno conquistato il Palazzo.
Ecco Assunta detta Susy Porco, promessa sposa di Ciccio Adamo “bello” di papà e mammà. Lo sappiamo che è politicamente “scorretto” pubblicare le foto dei raccomandati ma non è altrettanto “scorretto” truccare e pilotare i concorsi anche se non è reato? E allora niente scrupoli: eccola qua in tutto il suo splendore insieme al fidanzato che conta…

Andrea Sconza, figlio del prode Lucio, già colletto bianco della sanità cosentina e sodale storico di Mario Occhiuto. Qui non abbiamo la foto del rampollo ma quella del padre sì. Questa è una foto antica ma rende l’idea.
I collaboratori di Giggino Tic Tac li raggruppiamo in un’unica soluzione: la signora Raffaella Stranges, Giuseppe Mirabelli e il signor Francesco Scornajenchi che altri non è che un parente del titolare del ristorante dove pranza e cena il solito Giggino.
Poi ci sono quelli stretti di Franz Caruso e famiglia: Alessandra Todini, storica amica del rampollo avvocato del sindaco, il prode Mattia, proprio lui, il marito della Rocchetti, la famigerata nuora del primo cittadino, già cliente di Occhiuto (sempre sia lodato). Ma anche il mitico cerimoniere Emiliano Sacco. 
Ma insieme alla nuora di Nicola ed Enza, il grande protagonista di questa nuova infornata è indubbiamente l’autista di Incarnato, al secolo Alphonse Travo ma tutti lo chiamano Alfonsino che fa rima alla grande con Giggino. Della sua assunzione si parla ormai da due anni e qui addirittura carta canta perché, all’epoca, un nostro lettore aveva fatto espressamente il suo nome tra i vincitori di questo concorso e naturalmente – sputa che ci indovini… – c’ha azzeccato in pieno! nelle stanze del Comune senza lavorare ma solo per lucrare un corposo stipendio a fine mese a scomputo della loro “fedeltà” politica, del loro lecchinaggio sui social e compagnia cantante.
Ultima new entry alla categoria istruttore informatico il signor Giannotti, fidanzato di Rosy Caligiuri, segretaria del Pd di Cosenza. Perché non era giusto lasciare fuori dalla grande festa il partito più clientelare d’Italia.
LA NUORA DI FRANZ E LA CLINICA DI SPATARO
A Palazzo dei Bruzi appena qualche mese fa – a giugno – era andata in scena una pietosa faida di potere tra Franz Caruso da una parte (con contorno di guappi di cartone piazzati a presidente del Consiglio e assessori) e Michelangelo Spataro dall’altra (con contorno di altrettanta guapparia ma senza più posti di potere). Franz Caruso e la sua corte dei miracoli non avevano gradito per niente che qualcuno degli “spatariani” non solo avesse spifferato ai media di regime ma addirittura avesse “osato” intervenire ufficialmente sulla vicenda della nuora Rita Rocchetti pietosamente assunta per 3 anni al Comune in stile Cetto Laqualunque.

E così, in una tragicomica conferenza stampa nella quale decantava le lodi della… nuora, ex candidata nelle liste di… Occhiuto nel 2016 e poi “piazzata” a Palazzo dei Bruzi in attesa di una nuova assunzione puntualmente arrivata grazie anche alle… nozze col figlio del sindaco, ha tirato fuori un po’ di scheletri dall’armadio della famiglia Spataro come rappresaglia. Ben sapendo tuttavia che se a Spataro l’operazione è riuscita, il merito è esclusivamente… suo. Ma tant’è.
Caruso, in particolare, aveva parlato della famigerata questione relativa alla clinica “Villa della Serenità” di proprietà del Comune di Cosenza ma ubicata a Mendicino, che per un bel po’ di tempo è stata gestita direttamente dal figlio di Spataro, Leonardo, prima di essere passata a prestanome che tutti conoscono.
“Si tratta di “Villa della Serenità” oggi diventata “Terza Età Srls” – aveva urlettato con la sua inconfondibile erre moscia il “pennacchio” -. Un immobile composto da 21 vani, con 1.300 metri di corte fittato a fronte di un misero e amorale canone da 1.150 euro all’anno. E c’è anche una morosità importante. Appena insediati ci siamo subito opposti a questo tipo di contratto dalla durata di sei anni…”.
Ovviamente, Caruso mente perché la disdetta del contratto da parte del Comune era stata annunciata dai guappi che gli fanno corona ma non è stata mai applicata per accordi sottobanco tra i soggetti, che adesso evidentemente sono saltati ma che ormai non possono più incidere sull’affare nonostante Caruso faccia finta di sbraitare perché gli hanno toccato la… nuora.
Ma veniamo al quibus. Era il 16 dicembre del 2021 quando il guappo al servizio di Caruso girava per le redazioni dei giornali annunciando che il Comune stava per formalizzare la disdetta del contratto grazie al quale un gruppo di faccendieri s’è appropriato di una clinica nel territorio di Mendicino ma che è a tutti gli effetti di proprietà di Palazzo dei Bruzi. Disdetta che NON è mai arrivata al traguardo, lo ribadiamo.
Parliamo della squallida e vergognosa vicenda della villa dell’800 di proprietà del Comune di Cosenza “occupata” da una banda di affaristi che fa capo a un ex assessore di Occhiuto e a un boss della sanità privata che hanno messo in piedi una Rsa abusiva che si chiamava “Villa della Serenità” (https://www.iacchite.blog/mendicino-villa-della-serenita-tutte-le-strade-portano-a-un-furbissimo-ex-assessore/) che per qualche tempo ha fatto anche tremare il palazzo del potere a Cosenza. Si può dire che sia il caso-limite della Giunta guidata da Mario Occhiuto che ha saccheggiato la città per 10 interminabili anni.
Per questa incredibile vicenda (a Reggio Calabria Falcomatà per molto meno è stato condannato a 1 anno e 4 mesi, ma lì c’è una procura seria mentre a Cosenza c’è il porto delle nebbie venduto al potere) ci sono in campo gli “amici degli amici” che in combutta tra di loro si sono prima autoassegnati “un bene inalienabile nel patrimonio pubblico del Comune di Cosenza del valore di 3.199.450,49 euro” (Villa della Serenità a Mendicino, appunto) e poi lo hanno “occupato” con una società intestata a prestanome e denominata “La Terza Età” – che gestisce una Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani, cioè Villa della Serenità a Mendicino. In sostanza, hanno apparecchiato la tavola e si stanno mangiando tutto, alla faccia dei cittadini.
Poi, a dicembre del 2021, Spataro ha intimato al figlio di levarsi dalla società che gestiva la clinica e di farle cambiare addirittura… nome, ovviamente in perfetto accordo con Caruso e la sua corte di guapparia. E infatti la clinica va avanti senza nessun problema.
I VENTI PAPPONI DI OCCHIUTO
Ed eccoci, per chiudere in bellezza, ai venti papponi al soldo di Mario Occhiuto, che hanno gozzovigliato per anni dando la mazzata definitiva alle finanze della città e portando il Comune al default.
Passiamoli in rassegna, allora, anche a futura memoria. Nel 2017 i dirigenti esterni che sono costati di più ai cosentini sono stati Giuseppe Nardi (83.034 euro), Francesco Converso (82.313 euro), Giovanni De Rose (79.994 euro), Giampaolo Calabrese (il nipote del procuratore capo Spagnuolo alias il Gattopardo, 71.732 euro) e Mario Campanella (nominato a luglio 2017, 35.035). L’ultima arrivata, tale Angela Carbone (probabilmente architetto e proveniente dallo studio del cazzaro), ha “succhiato” soldi solo per pochi mesi.
Siamo in presenza di burocrati senza arte né parte, privilegiati solo perché leccano e hanno leccato il culo ad Occhiuto nel corso degli anni. A cominciare da Giuseppe Nardi, fannullone inutile e buono solo a firmare atti illegittimi, vecchio compagno di merende del cazzaro fin dai tempi dell’Udc, al quale è riuscito anche il “colpaccio” di piazzare la moglie alla Regione e di farsi dare anche lui in extremis un incarico da “attuatore del piano contro il dissesto… idrogeologico”, che sembra una barzelletta ma purtroppo è realtà.
Giovanni De Rose, invece, è un soggetto molto più trasversale, un vero e proprio “Giuda” della politica, traditore nel senso letterale del termine come dimostrano tutte le “parrocchie” che ha saccheggiato: ex Udc, ex Ccd, ex Udeur, poi assessore con Morrone nel centrosinistra e poi forzista, ex Piercarlo Chiappetta… insomma un Campione del trasformismo, pronto a riciclarsi anche quando Occhiuto era stato fatto fuori e anche quando il suo regime finirà, diventato superdirigente insieme a Giuseppe Nardi (occhiutiano della prima ora, come abbiamo visto).
Francesco Converso è il successore della “buonanima” di Domenico Cucunato al quarto piano, colui che firma tutto il firmabile per parare il culo ad Occhiuto ed eventualmente per finire in galera al posto suo. Un ingegnere senza un minimo di dignità, piegato a 90 gradi al potere del cazzaro, fino al punto da mettere la faccia finanche ai disastri combinati con il manto erboso del “Marulla”. Oggi De Rose e Converso sono passati a libro paga della regina squallida, al secolo Rosaria Succurro: Giovanni alla Provincia, Francesco al Comune di San Giovanni in Fiore.
Giampaolo Calabrese, nipote del procuratore capo Mario Spagnuolo, è stato l’uomo del giorno per diversi mesi nella città dei Bruzi. Non era mai capitato, almeno qui a Cosenza, che un organizzatore di concerti salito poi alla ribalta di “gestore-padrone” di un monumento pubblico come il Castello, diventasse addirittura dirigente comunale. E adesso pare che stia per diventare il numero uno della Calabria Film Commission perché al peggio non c’è mai dine…
Ma non abbiamo ancora finito. In rapida rassegna: Luigi Vircillo, Eva Catizone, Geppino De Rose, Roberto Albano, naturalmente Luciano Vigna (dopo aver lasciato il posto di vicesindaco è rientrato dalla finestra come consulente…), Vincenzo Pezzuto, Emanuela Gagliardi, Federico Totera (in rigorosa quota Bar Due Palme), Marcello Falbo, Roberta Santelli, Massimo Bozzo (non sappiamo se a titolo gratuito oppure se pagava… lui per stare lì), Antonio Molinari, famigerato boiardo di stato e Iole Perito. E ovviamente stiamo parlando soltanto dei casi-limite. Povera Cosenza nostra!













