Catanzaro. Sergio Dragone: “I ‘miei’ Rotella dimenticati e trascurati”

di SERGIO DRAGONE 

Tra meno di un mese, l’8 gennaio, ricorrerà il ventesimo anniversario della scomparsa di Mimmo Rotella, uno dei più rivoluzionari artisti del Novecento, celebre per i suoi “décollages” e per il suo fondamentale contributo a correnti culturali come i Nouveaux réalistes e la Mec-art.

Strano e controverso il suo legame con la città natìa. “Mi conoscono più a Soho e nel Bronx che a Catanzaro”, confiderà al suo inseparabile braccio destro Piero Mascitti e all’amico di sempre Mario Foglietti. Eppure, l’artista che ha diviso la sua vita tra l’America, Parigi e Roma ha voluto riposare per sempre nel cimitero della città dove era nato il 7 ottobre del 1918. Un ultimo atto d’amore. Che Catanzaro non ha mai ricambiato come avrebbe dovuto.

L’unica celebrazione vera e autentica è stata la grande mostra  retrospettiva con cui, nel lontano 2000, venne inaugurato il complesso monumentale del San Giovanni. Un evento straordinario prodotto dal Comune e dall’Associazione “L’una di sera”. Tra i protagonisti di quell’irripetibile appuntamento ricordo, tra gli altri, due cultori dell’arte come Tonino Sicoli e Antonio Viapiana e poi un appassionato Vito Verrastro. Ancor prima Marcello Furriolo, uno dei pochi ad avere intuito la straordinaria potenza dell’arte di Mimmo, gli commissionò da sindaco nel lontano 1982 il “dècollage” dedicato alla visita di Papa Giovanni Paolo II, da cui furono realizzati i manifesti ufficiali e migliaia di cartoline-ricordo dell’evento.

In tempi più recenti, dalla mia postazione di capo dell’ufficio stampa di Palazzo De Nobili e con la condivisione del sindaco Abramo, ho promosso e portato avanti tre iniziative, tre piccoli ma significativi tasselli di un progetto più grande e ambizioso che non è mai decollato: “Catanzaro, città di Mimmo Rotella”. Più o meno quello che ha fatto la piccola Città di Castello, in Umbria, diventata la “Città di Alberto Burri” e che muove ogni anno un consistente flusso turistico legato all’arte.

La più importante di quelle iniziative è stato il restauro del murale realizzato da Rotella sulla facciata del Palazzo delle Poste. Grazie ad una bella interlocuzione con i colleghi dell’ufficio stampa di Poste Italiane, sono riuscito a sensibilizzare l’allora presidente Luisa Todini, attraverso una fitta corrispondenza istituzionale. Devo dare atto alla presidente Todini, che è un’imprenditrice di rara sensibilità culturale, di avere subito sposato l’idea e di avere dato il via libera al restauro di un’opera che fa parte del patrimonio di Poste italiane.

La seconda iniziativa, che ho condiviso con l’indimenticabile architetto Franco Zagari, è la realizzazione dei pannelli che raffigurano alcune opere iconiche di Rotella nella porzione di piazza Matteotti che poi abbiamo intitolato al Maestro. Non è stato facile, anche perché la Fondazione Rotella, giustamente molto rigorosa e gelosa dell’immagine di Mimmo, ci fece sudare prima di dare l’ok al progetto e approvare le dimensioni, i supporti e i testi dei pannelli.

La terza iniziativa, forse più marginale ma non per questo meno importante, riguarda il grande cartello di benvenuto in città che campeggiava all’entrata della galleria del San Giovanni. Trattandosi di una piattaforma privata, sono riuscito a coinvolgere il vulcanico Roberto Talarico che, sempre dopo autorizzazione della Fondazione, ha realizzato a sue spese il 6×3 che indicava Catanzaro come “Città di Mimmo Rotella”.

Ho letto qualche giorno fa la segnalazione del consigliere comunale Eugenio Riccio che denuncia il degrado e l’abbandono di queste tre “tappe” del percorso di Mimmo Rotella. Ne sono ovviamente molto dispiaciuto e mi auguro che l’Amministrazione – che sicuramente avrà previsto per l’8 gennaio adeguate celebrazioni per il ventennale della morte del Maestro – voglia chiedere a  Poste Italiane un nuovo intervento di manutenzione straordinaria del murale. E contemporaneamente ridare dignità al mini-museo all’aperto di piazza Rotella che di recente è stato anche vandalizzato. La benemerita azione dell’associazione “Cara Catanzaro”, che a sue spese ha risanato i pannelli, è servita a cancellare le orribili scritte con lo spray che avevano deturpato le immagini di alcune delle opere più belle e i relativi testi illustrativi. Ma ovviamente non si può fare sempre e solo affidamento sui volenterosi.

Se possibile, chiedere al buon Roberto Talarico di ripetere il suo atto di generosità e ricollocare un nuovo maxi cartellone con la scritta “Benvenuti a Catanzaro, la città di Mimmo Rotella”.

Ai catanzaresi suggerisco di portare, nella giornata dell’8 gennaio, un fiore sulla tomba di Mimmo e di visitare la sua bellissima Casa della Memoria in vico dell’Onda dove respirare le atmosfere che hanno rivoluzionato l’arte dello scorso secolo nel mondo.