ANNUNZIATA 2.0: ANDREA BRUNI E PINO PASQUA TAGLIANO 18 POSTI LETTO
Pare che a Cosenza ci sia una maledizione antica quanto l’Annunziata: ogni volta che qualcuno dice “facciamo un Pronto Soccorso nuovo”, da qualche parte nel cosmo un architetto piange, un contabile sviene e un paziente rimane incastrato tra due tende che manco nei camerini del Centro Commerciale Metropolis.
Qui però abbiamo superato il livello “tragicomico” e siamo arrivati a “sitcom con budget milionario”. Un milione di euro. Tondi tondi. Una cifra che, detta così, ti fa immaginare un reparto futuristico, tutto luci LED, robot che portano flebo e cateteri e infermieri con telecomandi tipo Tesla.
Invece a Cosenza hanno fatto un upgrade di 750-800 metri quadrati, tre triage separati, nuovi ambulatori e l’OBI bello lucido. Tutto inaugurato a luglio 2024 con l’entusiasmo da taglio del nastro, flash, sorrisi e mille “finalmente”, davanti a un Occhiuto sempre più tronfio e compiaciuto che manco avesse scoperto l’America.
Poi però è arrivata la Calabria reale. E lì, pure gli Avengers si sarebbero arresi. La struttura nuova c’era, sì. Mancava però un dettaglio minuscolo, insignificante, proprio da rompiscatole: il personale. Quello che nei reparti serve per lavorare. Per curare. Per far funzionare la sanità. Robetta.
E in mezzo a questo panorama da “ci arrangiamo con quello che c’è”, spunta l’ultima trovata del Ras Occhiuto: piazzare a capo del Pronto Soccorso il professoricchio Andrea Bruni, il suo “pupillo” più fedele. Curriculum brillante come una lampadina fulminata, zero requisiti, zero esperienza specifica e con una Spada di Damocle sulla testa: un’indagine della Procura di Catanzaro per truffa che, in confronto, i casi di “Affari Tuoi” sembrano episodi di Peppa Pig. Ma tranquilli: a quanto pare in Calabria basta sapere a chi stringere la mano…
Risultato? Dopo neanche un anno, da circa un mese, la parte più moderna del reparto, l’OBI, viene smantellata come fosse una bancarella del mercato a fine giornata. Ben 18 posti letto cancellati, tra le bestemmie degli operatori e l’indifferenza di tutti.
Di conseguenza diciotto e più pazienti buttati dentro il Pronto Soccorso vero e proprio, riportando la superficie operativa da circa 800 mq ai gloriosi 300 scarsi di sempre. Praticamente una lavatrice piena di gente, flebo, barelle, rumore e odori che non descrivo per rispetto dei lettori più sensibili.
Privacy? Scomodità? Logica? Nessuna pervenuta. Adesso i pazienti sono separati da tende che, più che dividere, sembrano progettate da un mimo depresso: sussurrano l’illusione del muro, ma in realtà non nascondono nulla. Ci manca poco che una vecchietta di novant’anni denunci la vicina di letto perché, complice l’infermiere che le stava facendo una puntura, le ha visto il culo in HD. Siamo insomma a livelli che servono più avvocati che infermieri…
E il bello è che tutto questo è stato fatto senza uno straccio di criterio, senza rispetto per i soldi spesi, zero rispetto per i pazienti e lo stesso zero spalmato sul personale sanitario. Manco una riunione di condominio è così disorganizzata.
Gli artefici? Sempre loro: il professoricchio ANDREA BRUNI, fresco di nomina ed il marpione dott. PINO PASQUA.
Il risultato? Il pronto soccorso non è più un reparto: è un lazzaretto autentico, totale, definitivo. Senza se e senza ma.
Nel mezzo di questo caos medievale, ti passano accanto medici, operatori, OSS, ecologici, uno studente in crisi esistenziale e parenti spaesati che a forza di girare tra le tende stanno pensando di mettere radici. Tutti schiacciati in un ambiente che doveva essere il fiore all’occhiello (almeno cosi veniva propagandato) e invece è finito per sembrare la versione ospedaliera di un Black Friday in un negozio cinese.
Il risultato finale è praticamente un ambiente a metà tra un reparto ospedaliero e un concerto trap underground: calca, barriere improvvisate, rischio infezioni, zero spazi, zero sicurezza. Se ti muovi troppo ti strusci contro qualcuno, se ti muovi poco ti inciampa addosso un infermiere, se respiri male fai scattare un codice giallo.
Medici ed operatori? Gioiosi come chi trova la ruota forata sotto la pioggia. Ecologici? Non sanno più se stanno pulendo un reparto o partecipando a una gara di orientamento. I pazienti? “ammunzeddràti” (accatastati) come sardine, compressi dentro un reparto che doveva essere il gioiello dell’Annunziata e invece pare un after tra persone che non volevano conoscersi.
Così, dopo un milione di euro e un’inaugurazione in pompa magna, con Occhiuto modalità risata di soddisfazione a 65 denti, siamo tornati al punto di partenza. Anzi peggio: al punto di partenza col trucco sbavato.
Insomma, se l’obiettivo era migliorare il Pronto Soccorso, la missione è riuscita… ma solo nella locandina del cantiere. Per il resto, Cosenza continua a fare acrobazie con la sanità, mentre ai piani alti ci si vanta di “aver modernizzato”. Modernizzato sì: come mettere un filtro Instagram su una stalla.
BRUNI e PASQUA, dovreste vederli quando entrano in Pronto Soccorso, sembrano la pantomima di due ’mbriachi che cercano di rinnovare un bar alle quattro del mattino. Spostano barelle come fossero tavolini, cambiano percorsi come se stessero decidendo dove mettere il flipper e parlano fitto fitto con l’aria di chi ha capito tutto, mentre intorno nessuno capisce più niente. E siccome noi di Iacchité abbiamo questo brutto vizio di non farci mai i cavoli nostri, abbiamo voluto saperne di più.
Quindi siamo andati a cercare un motivo, uno straccio di logica, una spiegazione anche fantasiosa di questi cambiamenti fuori luogo. Ma niente. Il deserto. Tra un “non lo so”, un “KTM” (detto sottovoce, come se fosse Voldemort), un “qui sopra decidono e noi subiamo” e qualche risposta che per decenza non riportiamo integralmente, non ne è uscita una che fosse una.
Alla fine però una risposta è arrivata. Una sola. Secca. Lapidaria. E incredibilmente credibile: “IACCHITE’, ma lo sai quanto si mettono in tasca a fine anno questi due, in premi di produzione, per aver prodotto il nulla e per aver fatto ‘sta cagata?” Sipario. Luci spente. Applausi registrati.
E mentre il Pronto Soccorso diventa un lazzaretto senza se e senza ma, qualcuno brinda ai “risultati raggiunti”. Non per i pazienti, non per il personale, non per la sanità. Per le loro tasche sì. Benvenuti nell’Annunziata 2.0: ora con meno spazio, meno privacy, più caos e due dirigenti medici, BRUNI-PASQUA, che sembrano usciti da una puntata di “Camera Cafè”.









