mercoledì, Dicembre 17, 2025
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La rapina del secolo, il “debito” di Carminati per il furto al caveau

Un estratto del nuovo libro di Massimiliano Vucetich, già capo dell’unità insider dei carabinieri di Roma, che svela il dietro le quinte delle più importanti inchieste sul crimine organizzato capitolino. E svela un’intercettazione inedita che collega la rapina del secolo agli interessi di un boss della Banda… 

Fonte: Domani 

Nell’ambito delle indagini su Marcello Colafigli, uno dei più noti boss della Banda della Magliana, il “Bufalo” di Romanzo Criminale, sono emersi dei rapporti inediti con il “Cecato” Massimo Carminati. Inediti che ruotano attorno ai proventi della rapina al caveau del tribunale di piazzale Clodio.

Si tratta della rapina per la quale è stato condannato Massimo Carminati che, ha svaligiato, insieme ad alcuni complici, nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1999, il caveau della banca interna al Tribunale di Roma, nella cittadella giudiziaria di Piazzale Clodio. Qualcuno l’ha ribattezzata la rapina del secolo, avvolta da mistero e sospetti, da molti considerato l’episodio che ha garantito lunga vita criminale e impunità all’ex Nar. Ma partiamo dall’inizio.

L’inizio dell’indagine

Nel 2020 l’unità che dirigo inizia ad occuparsi di criminalità organizzata dopo le inchieste sulla pubblica amministrazione. Riusciamo a mettere via via sotto controllo personaggi strategici del sistema criminale romano. Tra questi vi è Marcello Colafigli, uno dei più noti boss della Banda della Magliana, il “Bufalo” di Romanzo Criminale. Per una fortunata congiuntura arriviamo a lui e al sodalizio che, appena uscito dal carcere in regime di semilibertà, ha costituito. Lo riteniamo impegnato in importanti attività di narcotraffico.

L’indagine sin da subito si rivela particolarmente complessa, con molti obiettivi da seguire e un intenso impegno esterno per controllare le manovre degli indagati, che non si fermano mai. I componenti dell’organizzazione che Colafigli ha formato da quando gode del regime di semilibertà, infatti, non solo si occupano di carichi di cocaina (sempre secondo la nostra valutazione, non lo ripeterò più) ma ne combinano di tutti i colori: entrano in contrasto con altri narcos, ai quali ipotizzano di portare via in maniera violenta la droga contesa, terrorizzano i pusher che devono loro del denaro.

Ogni giorno c’è una novità che ci tiene con il fiato sospeso. Se avviene una sanguinosa rapina con conflitto a fuoco fra trafficanti a telefoni aperti – come si dice – può essere un problema. Se ci scappa il morto invece è veramente un grosso guaio, oltre che un problema di coscienza per un lutto che si poteva evitare. Ecco allora che a ogni allarme i ragazzi devono correre a monitorare gli eventi che sembra possano verificarsi, magari, come extrema ratio, facendo passare pattuglie del 112 in zona per convincere i “nostri amici” ad abbandonare i propositi più feroci.

I capitali nascosti

Passiamo ora ai fondi e i capitali di cui verosimilmente il nostro Colafigli tutt’ora dispone. Arriva un elemento a suffragio di questa tesi quando durante un servizio sentiamo uno dei soggetti ritenuti complici del boss raccontare a una terza persona coinvolta nei loro traffici che Colafigli «avanza i soldi in giro», cioè ha crediti per denaro prestato o, comunque, dato a soggetti che sono in debito con lui, per centinaia di milioni delle vecchie lire.

L’uomo cita, tra i debitori di Marcello, diversi personaggi, tra i quali uno che chiama «il Gatto» (secondo alcuni vecchi componenti della squadra potrebbe trattarsi del noto Walter Domizi, detto il Gattino, considerato in passato uno dei boss di Roma Nord e zio di Leandro Bennato, boss di Roma).

Poi il colpo di scena: il sodale afferma che tra coloro che hanno debiti nei confronti di Colafigli vi è anche «il Cecato», il quale deve ridargli i soldi «del Caveau». La conversazione è stata intercettata nel periodo in cui il trojan era ascoltato dalla Polizia; quando la gestione del captatore è passata a noi, gli stessi colleghi ce ne hanno parlato, suscitando il nostro stupore; i ragazzi dell’unità che dirigo hanno quindi riascoltato la conversazione … che è stata poi oggetto di innumerevoli discussioni, nel corso dei briefing.

Per noi infatti il riferimento è chiaro: il Cecato a cui si riferisce l’amico di Marcello è Massimo Carminati, e il caveau è quello della banca interna al tribunale di Roma, che lo stesso Carminati ha svaligiato, insieme ad alcuni complici, nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1999. Un delitto celeberrimo, indicato – forse esagerando un po’ – come «la rapina del secolo»…

Dopo aver ascoltato la conversazione in cui si richiama il caveau moltiplichiamo gli sforzi per verificare se ciò che ha detto l’amico di Colafigli corrisponda al vero, ma sull’argomento … non esce altro. Ma quell’ascolto è più di una traccia su quella rapina avvolta dai dubbi e dai misteri.