Sono quattro le aziende del servizio sanitario regionale della Calabria oggetto di diffida per reiterate criticità. È quanto fa sapere il sindacato Anaao-Assomed, che ha presentato oggi alla Camera dei deputati il “libro bianco” che documenta le inadempienze contrattuali e le distorsioni organizzative rilevate dal sindacato nella gestione del personale dirigente medico e sanitario.
Le aziende calabresi diffidate quest’anno, secondo quanto si afferma nel documento, sono le Aziende sanitarie provinciali di Cosenza e di Catanzaro; l’azienda ospedaliera-universitaria Dulbecco di Catanzaro e il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Per tutti gli altri enti del servizio sanitario il sindacato ha reso noto di avere avviato la contrattazione integrativa aziendale, che non si é ancora conclusa.
Nello specifico, le principali criticità riscontrate consistono nel mancato rispetto dell’orario di lavoro. Nell’Asp di Cosenza, in particolare, sono state riscontrate violazioni delle 11 ore di riposo giornaliero. Si sono, inoltre, superate le cinque guardie mensili e le dieci pronte disponibilità sempre mensili previste dal Contratto nazionale di lavoro. Non sono stati definiti, inoltre, in tutte le strutture i contingenti minimi in caso di sciopero e i dirigenti hanno effettuato reperibilità e guardie in sedi diverse da quella di assegnazione. Gli incarichi professionali, inoltre, non sono stati regolarmente assegnati e attribuiti.
Per quanto riguarda l’Asp di Catanzaro, sono state superate le dieci pronte disponibilità mensili previste dal contratto. Nell’azienda ospedaliera-universitaria Dulbecco, secondo il sindacato, non sono stati definiti in tutte le strutture i contingenti minimi in caso di sciopero. Inoltre, gli incarichi professionali non sono stati regolarmente assegnati e attribuiti e non sono state adottate in maniera adeguata misure per la salute e la sicurezza sul lavoro.
Infine, il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria è stato oggetto di diffida a causa del mancato avvio della contrattazione integrativa aziendale. Secondo l’Anaao-Assomed, “l’organizzazione del lavoro nelle quattro aziende sanitarie diffidate continua a scaricare sui professionisti il peso delle carenze di organico e della programmazione. Questi numeri indicano un problema strutturale e non episodico ed un modello organizzativo che tende a normalizzare prestazioni e disponibilità oltre i limiti contrattuali, con un impatto diretto sulla sicurezza delle cure e degli operatori”.
“Se la contrattazione non arriva a conclusione – sostiene infine il sindacato nel libro bianco – i professionisti restano esposti a discrezionalità e disomogeneità applicative e il contratto diventa di fatto teorico”.









