COMUNICATO STAMPA
Comitato 18 Gennaio SAN GIOVANNI IN FIORE
Staffetta in famiglia al Comune: Alla moglie subentra il marito. Una cricca affaristica cosentina che umilia la storia di San Giovanni in Fiore. Il recente comunicato dell’ex vice Sindaco Salvatore Cocchiero scoperchia definitivamente il vaso di Pandora sulla gestione del Comune e rivela anche una verità amara: la nostra città è stata trasformata in un feudo ad uso e consumo di una cricca cosentina. L’epilogo della vicenda Cocchiero è grottesco.
Dopo averne impedito il subentro come Sindaco facente funzione con atti viziati anche sul piano della legittimità, Cocchiero con un scatto di orgoglio ritardato, si è dimesso da assessore denunciando arroganza ed illegittimità della coppia Succurro-Ambrogio che ha gettato la maschera. Al posto del dimissionario, la nuova vice Sindaca facente funzione Claudia Loria, all’uopo nominata dalla Sindaca Succurro al momento della sua decadenza, ha nominato assessore Marco Ambrogio, marito dell’ex sindaca sua dante causa. Alla spregiudicatezza non c’è limite !
Un atto grave che mortifica le istituzioni e riduce il Comune di San Giovanni in Fiore a un fatto privato, una dote matrimoniale da gestire in famiglia. Di fronte a questo incredibile ed indecoroso spettacolo, non possiamo esimerci da due riflessioni amare: Come è possibile che si sia potuto arrivare a tanto? Come è possibile non rendersi conto dei processi degenerativi che hanno segnato in questi anni la vita amministrativa del Comune di San Giovanni in Fiore? L’ex assessore Cocchiero oggi parla di “arroganza” e “colpi bassi” confermando ciò che il Comitato 18 Gennaio denuncia da tempo e che solo i ciechi ed i sordi potevano non vedere, sentire, notare. Sappiamo bene che l’uso sfacciatamente clientelare del potere locale, della Provincia, di alcuni Enti regionali, è stato non secondario per la costruzione di un consenso basato sul ricatto e sulla clientela. Tuttavia c’è un limite a tutto.
Quando l’arroganza assume i caratteri e le forme della prepotenza e della illegalità, della protervia e dell’uso sfacciatamente privatistico delle istituzioni non ci sono ragioni che possano giustificare silenzio, o peggio, accondiscendenza e sostegno. I cittadini al di là di ogni appartenenza politica hanno il dovere civico e morale di non subire e accettare passivamente pratiche e metodi che non troverebbero spazio in nessun altro Comune della Calabria per non dire d’Italia e d’Europa. Coloro che sono stati eletti a rappresentare i cittadini nel Consiglio Comunale,in particolare se in maggioranza, non possono consentire tanta degenerazione senza reagire.
A loro va rivolta una domanda semplice senza alcun pregiudizio o spirito partigiano : è normale che il Sindaco Succurro dopo la sua decadenza abbia potuto nominare un nuovo vice facente funzioni di Sindaco con il compito di nominare assessore suo marito Ambrogio ? L’ appartenenza alla maggioranza non può e non deve essere rinuncia alla propria dignità ed al proprio dovere di rappresentare il popolo pretendendo il rispetto della legalità e degli elementi basilari della moralità e dell’etica pubblica. In questi anni si è assistito passivamente a processi degenerativi di inaudita gravità. San Giovanni in Fiore non merita di essere governata da chi la usa come pedina di scambio o come ufficio di collocamento familiare. Legalità,trasparenza, buon senso devono tornare ad essere la normalità nella nostra comunità. Il Comitato 18 Gennaio si farà carico di investire formalmente il Prefetto affinché sia garantito il rispetto della legalità e delle regole democratiche. È tempo che i sangiovannesi riaffermino la dignità e l’autonomia che ha contrassegnato la loro storia. Fuori i mercanti dal tempio.









