Il potentissimo gruppo cariatese de iGreco ha iniziato le grandi manovre per accreditare definitivamente il trionfo della sua sanità privata paramafiosa al posto di quella pubblica, ormai al salasso grazie agli amici della politica che giorno dopo giorno la portano allo sfascio più totale.
Per arrivare all’obiettivo, la first lady della famiglia, Filomena Greco, che è anche sindaco di Cariati, ha organizzato un megaincontro nella “sua” casa comunale dove ha convocato tutti i sindaci della “Sila Greca” e poi i tre big dell’ASP di Cosenza ovvero Raffaele Mauro (alias faccia di plastica), Luigi Bruno e Ottorino Zuccarelli, rispettivamente Direttore Generale, Direttore Amministrativo e Direttore Sanitario dell’Ambito Ionio Sud dell’Asp di Cosenza.
I sindaci dei Comuni di Rossano Calabro, Mandatoriccio, Pietrapaola, Terravecchia, Bocchigliero, Campana, Calopezzati, Caloveto, Longobucco, Scala Coeli, Cropalati, Crosia, e Paludi hanno imparato a memoria la lezioncina di Donna Filomena e, come dei burattini ammaestrati, ripetevano che ormai non c’è più sanità se non quella dei cariatesi.
Ambulatori deserti, assenza di medici specialisti, mancanza del servizio di primo intervento: tutta roba che conosciamo a memoria e che viene agitata ad hoc da questa donna scaltra e furba che ha in mente una grandissima idea: quella di “prendersi” l’ex ospedale di Cariati, farci un pronto soccorso decente e “privatizzarlo”. Ovviamente col beneplacito di tutta la politica corrotta della quale è l’espressione più becera.
Le istanze che arrivano da questa congrega di cialtroni sono tutte mirate.
“… Occorre trasferire nel più breve tempo possibile i reparti di chirurgia ginecologia e ostetricia dall’ospedale di Corigliano Calabro all’ospedale di Rossano Calabro più facilmente raggiungibile da parte di tutti i cittadini del basso jonio cosentino. Occorre razionalizzare e prendere atto, ad esempio, che strutture come il Pronto Soccorso di Rossano Calabro sono del tutto sottodimensionate e costantemente intasate…”.
E ancora: “… Occorre individuare punti di convergenza e prendere atto che lo smantellamento dell’Ospedale di Cariati è stato un errore e che andrebbe ripristinato almeno il Pronto Soccorso, punto di riferimento anche della popolazione della provincia di Crotone…!”.

Figuratevi che i media hanno riportato anche il “iGreco pensiero”, che più nazionalpopolare non si può. Della serie: lasciate fare tutto a noi, che di soldi e sanità ce ne intendiamo.
“Qui non si tratta più di cittadini di serie A o B, siamo cittadini di serie Z in campo sanitario – ha detto Donna Filomena – occorre pensare seriamente alla riqualificazione sanitaria di questa area vasta, oggi in stato di abbandono. Se è vero che l’unione fa la forza, questa aggregazione di Comuni può ottenere un ripensamento globale del modo in cui è stata organizzata la sanità pubblica su questo territorio. Ed è per questo che dopo questo primo passo che ha visto l’incontro di un intero territorio con il direttore generale dell’ASP, il prossimo passo sarà l’incontro con il Presidente della Regione, che invitiamo da subito ad un incontro, qui a Cariati, con tutti i Sindaci della Sila Greca unitamente ai vertici dell’ASP”.
Insomma, dateci tutto che ce la vediamo io (Donna Filomena, detta anche Biancaneve) e i miei sei fratellini (peccato, se fossero stati sette sarebbero stati senza dubbio i sette nani…). E mentre gli operatori (venduti) dell’informazione gongolano pensando ai soldi che ne verranno fuori (per le loro tasche), noi siamo qui a denunciare queste “grandi manovre”.
QUI TIRRENO: GUERRA PAOLA-CETRARO
Intanto, sul Tirreno, continua la guerra tra Cetraro e Paola. Le istanze di Cetraro, portate avanti dalla politica notoriamente vicina al clan di Franco Muto, contro quelle di Paola, difese a spada tratta dal clan del Cinghiale, al secolo Tonino Gentile.
Il sindaco di Paola Basilio Ferrari, che finge di non vedere che il suo ospedale è costruito sopra una frana, alza addirittura la voce e fa sapere che convocherà un consiglio comunale ad hoc sull’attuazione del Decreto 64. Sì, perché “… il presidio ospedaliero paolano ha tutte le carte in regola, a livello strutturale e di servizi, per soddisfare le esigenze dell’utenza territoriale; stop agli interessi di partito e della politica. Il presidente Oliverio & Co. la smettano di condurre la battaglia contro la comunità di Paola”.
Avete capito? Il sindaco di Paola, sostenuto dal Cinghiale, agita addirittura il ricorso all’autorità giudiziaria (!!!) nel caso in cui il Governatore della Calabria o chi per lui dovesse ulteriormente rallentare l’iter procedurale per l’attuazione dell’atto firmato dal Commissario Massimo Scura.
Questo è il livello della nostra realtà politica. Si vuole “regalare” un ospedale ad un colosso privato che vuole continuare ad arricchirsi e ad ingrassare alla faccia di chi soffre. E si vuole continuare a far morire la sanità pubblica potenziando un ospedale costruito su una frana. O, nella migliore delle ipotesi, vendersi al clan Muto per ridare centralità all’ospedale di Cetraro.
Tanto, a noi che ce ne frega? Mangiamo e sguazziamo lo stesso, forse anche meglio!
E la gente continua a subire senza ribellarsi. Anzi, votando ancora questi soggetti…