L’ipocrisia dei politici calabresi non perde mai una occasione per mettersi in mostra. E lo fa ogni volta che accade qualcosa di raccapricciante, disgustoso, inumano, che coinvolge emotivamente tutta l’opinione pubblica.
Come nel caso delle otto bestie di Melito Porto Salvo che per anni hanno abusato di una bambina nella totale e completa omertà di tutto il paese. Nessuno escluso. Mafiosi, e persone perbene. Parroco e carabinieri. La presenza nel branco del figlio del boss ha fatto sì che tutti, di fronte a questa mostruosa storia, rispettassero l’omertoso silenzio mafioso. Questo per dire quanto comanda un boss in un paese, e il potere che esercita su tutta la comunità.
Neanche di fronte a questo orrore c’è stato un solo cittadino di Melito che abbia alzato la testa per dire: io non ci sto, non voglio essere complice di queste bestie. Questa è la triste realtà dei nostri territori. Dove succede anche che il fratello spara la sorella perché indossa la minigonna e rientra tardi la sera.
Una arretratezza culturale che fa paura quanto gli episodi citati. Una ignoranza a cui devono adeguarsi tutti, anche chi culturalmente si è emancipato. Perché è il potere mafioso che te lo impone. E nessuno ha il coraggio di opporsi a questo.
In Calabria si rispettano e si ammirano di più i mafiosi che chi li combatte. Nessuno da noi si oppone realmente a questo stato di cose, men che meno i magistrati spesso e volentieri complici del malaffare.
Quando si tratta di arrestare i veri boss mafiosi, ovvero il livello politico/massonico/mafioso, e non la solita manovalanza criminale che deve essere comunque arrestata, ma non può essere la sola, sono propri i magistrati a nascondere ed insabbiare tutto. Creando così nell’opinione pubblica il triste e malsano “luogo comune” che esiste l’impunità per i potenti e i boss. Instillando nella gente il “sentimento” che è inutile denunciare.
E’ la mancanza di una vera Giustizia che crea l’omertà. La gente non nasce omertosa. Si adegua. Ed è proprio questo adeguarsi anche all’orrore che ha permesso, e permette che in Calabria si verifichino episodi come quello che è successo a Melito: anche di fronte a tanta inumanità nessuno parla.
Perché in Calabria diciamolo a viso scoperto: nessuno crede allo stato. E a ragion veduta, visto che lo stato è tra le “entità” più corrotte in questa terra.
Non parliamo poi della politica che come si sa è collusa fino al midollo con la malavita, i massoni, gli speculatori, gli affamatori di popolo, i truffatori. Quando non solo loro direttamente i capi di qualche cosca. E per darsi un tono da esseri umani, quali non sono, di fronte a queste tragedie, con lo scopo di compiacere la gente cavalcando l’onda dell’indignazione, non si fanno scrupolo di sciacallarci sopra.
Come sta facendo quell’incapace di Palla Palla annunciando questo e quello. Come se lui avesse scoperto oggi l’omertà, o la presenza dei boss nei nostri territori. Un falso di prima categoria ed un ipocrita matricolato.
E’ una vita che Oliverio pratica l’omertà. E oggi fa finta di stupirsi. Non ha mai denunciato un mafioso in vita sua. Eppure ne ha conosciuti tanti. Ha sempre coperto intrallazzi e ruberie varie. Ha difeso massoni, imprenditori prenditori, e mafiosi politici di ogni sorta. Non ha mai fatto una denuncia in vita sua contro la corruzione.
Eppure sono secoli che abita nelle istituzioni. Lui non vede e non sente mai niente. Perché per lui la ‘ndrangheta non esiste, come non esiste la corruzione o i mafiosi dentro il suo partito. Altrimenti li avrebbe già denunciati, a sentire quel che dice, o meglio blatera. La ‘ndrangheta e l’omertà per lui esistono solo quando accadono questi episodi. Durante tutto l’anno non si accorge di nulla.
L’ipocrisia di Palla Palla è vomitevole. Come vomitevole e non meno squallido delle otto bestie di Melito, è il suo retorico discorso su quanto accaduto in quel paese. Come da copione, e da sciacallo matricolato qual è, annuncia la solita apertura di un osservatorio contro la violenza e l’omertà. Un’occasione che lo sciacallo sfrutta per aprire e piazzare in un altro inutile ufficio, cinque o sei suoi lecchini.
E’ una vita che apre e chiude sportelli e osservatori su ogni cosa. Non hanno mai prodotto niente. Non si fermano davanti a niente, questi sciacalli politici, nemmeno di fronte alla disperazione umana.
Per questi politici ogni occasione è buona per firmare una delibera e dare soldi agli amici degli amici. Perciò benvengano le disgrazie. Non hanno nessuna coscienza civile. Né una morale. E pensano di risolvere tutto annunciando la solita fiaccolata contro l’omertà. Una bella sfilata dove mettersi in mostra a favore di telecamere amiche e passare magari da eroe.
Come sempre, finite le parate, quella povera ragazza resterà sola nella sua disperazione. Costretta a vivere in una comunità arretrata che non smetterà mai di additarla. Se proprio Palla Palla vuole dare mano, dia lui per primo l’esempio.
Dica chiaro con i fatti che il peggior male della nostra terra è l’omertà mafiosa. Lo faccia subito, iniziando a denunciare con nomi e cognomi i mafiosi presenti nel suo partito. Tutti gli intrallazzini che ogni giorno gli ruotano attorno. I corrotti con i quali è costretto ogni santo giorno a scendere a patti.
Faccia i nomi dei massoni mafiosi che entrano ed escono tranquillamente dal suo ufficio. Dica cosa ci fanno conclamati strozzini per le stanze della Regione. Denunci tutto questo pubblicamente Oliverio se ha un briciolo di dignità, invece di sciacallare sulla disgrazia di questa povera ragazza. Altro che fiaccolata! Ma lui, come tutti i suoi compari, vive di finzione, e sa che l’unica forza che li tiene in vita politicamente, è proprio l’omertà diffusa. Che è il mantello di cui si copre. E spera sempre che tutti voi continuate ad essere tali, cioè omertosi, così da non potergli mai sputare in faccia tutta la verità sulla sua ipocrisia.
GdD