Quando qualcuno, a Rende, fa notare che ci sono disservizi,, disagi o problemi legati alla manutenzione o gestione del territorio, la formula magica usata in premessa è ”non ci sono soldi e con le poche risorse che ci sono è un miracolo quello che si fa”; questa frase la si ascolta oramai da circa 1000 giorni ed è usata dal sindaco Manna, dagli assessori ed anche dai dirigenti.
Però scorrendo le determine e le delibere presenti sull’albo pretorio on line del comune di Rende ci si accorge che i soldi ci sono e con questi si pagano cospicue fatture per la Rende servizi, che fatica però a dare segni tangibili della sua presenza, rendendo necessaria la firma di una convenzione con il Consorzio di Bonifica per la manutenzione dei parchi, delle aree verdi e dei canali di scolo delle acque, che si aggiunge peraltro ad un appalto di 80.000 euro per “Manutenzione straordinaria Parchi” affidato ad una ditta, con determina nr. 20931 del 01/06/2016.
E poi si pagano corposi straordinari allo staff del sindaco, si pagano missioni e consulenze sempre agli stessi avvocati.
Ma soprattutto si pagano le retribuzioni di risultato ai dirigenti del Comune. Si tratta dei premi per aver raggiunto tutti gli obiettivi fissati. In pratica tutti i dirigenti comunali, secondo il sindaco e il nucleo di valutazione questi hanno raggiunto tutti gli obiettivi di gestione. Se fosse così, il comune di Rende dovrebbe andare a gonfie vele e non dovrebbero esserci problemi ma tant’è.
Quindi a Rende non c’è nessun problema, nemmeno quello del predissesto da cui ancora non si è usciti e che ha fatto sì che le imposte comunali venissero portate al massimo livello senza previsione di sgravio.
Eppure il problema delle acque potabili è stato rimandato di cinque anni con un provvedimento che farebbe ridere, se non fosse per la penuria d’acqua e per i costi esorbitanti legati al servizio, la dispersione, la mancanza di investimenti in infrastrutture, la mancanza di chiarezza nel dare/avere per la società Acque Potabili che ha ceduto crediti e debiti (nove milioni) ad una srl con 200.000 euro di capitale, l’evasione dei tributi e gli allacci abusivi.
E allora c’è anche il problema della Maggioli, la ditta a cui è stato prorogato il mandato per i tributi, con un provvedimento strano e per certi versi incomprensibile.
E che dire del problema dei rifiuti, rimandato a dopo il 2018 con il servizio di raccolta differenziata fermo al palo e un olezzo insopportabile a Quattromiglia di Rende e in tutta la zona industriale.
Il problema della pubblica illuminazione, con un contratto-capestro ancora in essere pagato a peso d’oro a fronte di servizi scadenti e qualche palo pitturato oltre a lampadine di vecchia generazione ancora in uso.
Il problema del tratto di collegamento di Viale Parco a contrada Magdalone per il quale sono stati stanziati 150.000 euro senza far sapere ai cittadini che fine ha fatto il milione e mezzo di euro stanziato per l’allargamento del tratto della SS19 nei pressi del Poliambulatorio di Rende, con abbattimento del dismesso ponte del vecchio tracciato ferroviario.
Il problema degli appalti assegnati tramite “procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara” citando l’art. 122 del codice degli appalti dando una interpretazione di detta normativa un tantinello ardita visto che l’art. 57 del medesimo codice degli appalti prevede casi stringenti che consentono il ricorso alla procedura negoziata.
Questi sono solo alcuni dei tanti punti dolenti che sono sotto gli occhi di tutti i cittadini di Rende: Ricapitolando: servizi pagati a peso d’oro a fronte di una qualità pessima.
Ce n’è abbastanza per dire che siamo arrivati al capolinea?