Nel desolante panorama della scuola italiana in quest’inizio di anno scolastico, tra proteste, ritardi, incompetenza, irregolarità, quello che lascia veramente sconcertati è il comportamento delle maggiori sigle sindacali.
Guardando a ciò che sta succedendo nella provincia di Cosenza, viene da chiedersi: “Ma i sindacati non sono quelli che hanno il compito di tutelare interessi professionali COLLETTIVI di una categoria?”.
La definizione dell’autorevole Treccani è proprio questa. Ma certi princìpi forse non vanno più di moda. Bisogna adeguarsi ai tempi e quindi a quel modello di società che il nostro Governo vorrebbe costruire, gli uni contro gli altri, una competitività poco sana, un conformismo che fa il gioco di chi detiene il potere. E in tutto questo un’idea di scuola che corrisponde a quella di un’ azienda dove per ragioni demagogiche e manipolatorie si fanno gli interessi ora degli uni ora degli altri. Che tristezza! Che squallore!
Signori di CGIL, CISL, UIL, SAB e compagnia cantante, noi docenti ancora inseriti nelle Gae, da voi totalmente ignorati, abbiamo una parola sola nei vostri confronti:” Vergogna”. E non perché avete tradito noi ma perché avete modificato il senso del vostro stesso esistere. Il vostro compito è quello di difendere gli interessi di un’intera categoria.
Ma che ve lo diciamo a fare? Lo sapete benissimo, solo fate finta di dimenticarlo per interessi di vario genere. Certo è difficile credere alla vostra buona fede. Non sarà stata, infatti, solo una forte motivazione intrinseca quella che ha ispirato l’arroganza, la prepotenza con cui avete chiesto e ottenuto risultati solo per una parte degli insegnanti della provincia di Cosenza : i famosi deportati. Ci scusiamo con le persone a cui questo termine sproporzionato provoca spiacevoli ricordi ma lo si usa ormai perché tutti sanno di chi si parla.
Cari sindacalisti, tutelate pure chi ha scelto volontariamente di essere assunto al Nord e però ora vuole restare; ci mancherebbe, solo gli idioti non cambiano idea. Ricordatevi però che anche i precari rimasti nelle Gae avevano e hanno bisogno di essere salvaguardati nei loro diritti. Siamo noi quelli ingannati, truffati da una legge cambiata in corso d ‘opera attraverso l’emendamento Puglisi.
Siamo sempre noi quelli che rischiano di non lavorare perché avete rastrellato posti in deroga al sostegno per chi il lavoro già ce l’ha. Conosciamo benissimo le regole e sappiamo che non si potevano accantonare posti per gli incarichi annuali prima delle assegnazioni provvisorie. Bastava però un po’ di buon senso e magari anche una veloce lettura, vostra e anche di quei politici e dirigenti che si sono interessati alla questione, del comma 69 art. 1 della legge 107/2015.
E’ una pessima legge ma un merito ce l’ ha : è scritta in italiano.
Comitato Tutela GAE