Sembra che la procura della Repubblica di Cosenza abbia intenzione di scoperchiare anche il pentolone degli appalti all’ospedale dell’Annunziata, che, come si sa, sono saldamente nelle mani della politica corrotta. Cinghiale e Madame Fifì in prima fila.
Nel mirino del procuratore capo ci sarebbe la Coopservice, il colosso emiliano che ha commesse in tutta Italia e che ha vinto all’Annunziata un appalto da 25 milioni di euro per il servizio di pulizia dei reparti.
L’obiettivo è stato quello di venire a conoscenza delle mansioni svolte. Sono stati anche acquisiti alcuni documenti custoditi negli uffici ospedalieri della società emiliana. C’è da accertare la regolarità dei contratti dei dipendenti ma soprattutto verificare la regolarità e legalità degli appalti con i quali sono stati affidati i lavori.
Appresa la notizia, sono in molti a chiedersi se è arrivata l’ora di scoprire quello che tutti sanno da anni e cioè che la cooperativa Seatt di Gianfranco Ponzio alias il Cinghialotto, vero e proprio ufficio di collocamento del Cinghiale, al secolo Tonino Gentile, è un grande imbroglio.
Ora che si è appreso che Spagnuolo indaga sulla Coopservice e su tutti gli appalti ospedalieri un po’ di speranza c’è.
Perché la Seatt “schiavizza” i dipendenti, dando loro un terzo di ciò che riceve.
Perché nella Seatt figura come dirigente Annamaria Pullicani, la moglie di Ponzio, consigliere comunale rendese, il cui stipendio gonfiato è uno dei tanti elementi che consente a Ponzio di trarre utili, essendo una cooperativa sociale.
Certo, Ponzio ha un figlio che è capitano dei carabinieri a Girifalco.
Certo, Ponzio ha messo la moglie di un finanziere a lavorare, così come congiunti di carabinieri e questurini e persino qalche parente di ispettori del lavoro.
Perché Ponzio non è mica uno scemo.
Ora tocca alla procura dimostrare che il tempo è cambiato.
Basta requisire le immagini dell’ufficio ticket, vedere quante ore lavorano quelle persone e quanto guadagnano. Basta saper leggere i bilanci della Seatt e non farli leggere a chi potrebbe avere conflitti di interesse. Basta poco se ci fosse davvero l’intenzione di frenare corruzione e malaffare.
Attendiamo fiduciosi.