L’operazione “Six Towns” della DDA di Catanzaro, che tra rito abbreviato e rito ordinario, è arrivata proprio qualche giorni fa al quadro generale delle sentenze di primo grado, chiama in causa direttamente la città di San Giovanni in Fiore, all’interno della quale operava una vera e propria ‘ndrina protagonista di numerose attività criminali.
Tra i componenti della ‘ndrina non c’è dubbio che Saverio Gallo sia uno tra i più attivi e rispettati. Per lui in primo grado, col rito abbreviato, c’è stata la condanna a nove anni di reclusione.
Un riscontro importante sulle dichiarazioni rese dal pentito Francesco Oliverio circa l’appartenenza sia di Saverio Gallo che dell’orefice Giuseppe SPADAFORA alla consorteria di ‘ndrangheta IONA/MARRAZZO, è riscontrabile dalla captazione di una serie di conversazioni ambientali registrate all’interno dell’autovettura del GALLO Saverio, che confermavano oltre allo stretto rapporto esistente tra i due colloquianti, anche la capacità criminale che consentiva loro di rapportarsi con il massimo esponente della potente cosca di ‘ndrangheta ARENA di Isola Capo Rizzuto, ARENA Giuseppe classe ’66.
Ed invero, in data 25 agosto 2013, a meno di un mese di distanza dalla scarcerazione del citato boss ARENA Giuseppe avvenuta il 29 luglio 2013, venivano registrate due conversazioni ambientali nel corso delle quali si rilevava come il GALLO Saverio, dopo aver incontrato in un ristorante di Isola Capo Rizzuto il boss ARENA Giuseppe, insieme al suo interlocutore l’orefice SPADAFORA Giuseppe, ne vantassero la stretta amicizia e “collaborazione” pianificando la consegna di un regalo al mafioso in occasione del suo compleanno che sarebbe stato il 4 settembre successivo.
I predetti SPADAFORA Giuseppe e GALLO Saverio, entrati nell’auto di quest’ultimo dopo aver pranzato al ristorante “Orchidea Bleu” di Isola Capo Rizzuto, come si rileva dalla posizione GPS dell’auto, commentavano l’incontro con l’ARENA Giuseppe e la disponibilità mostrata dallo stesso nei loro confronti.
“ …omissis…… cioè… tu capisci… voglio dire… il cristiano è Pinuzzo…omissis……ha detto… compà io… per quello… per quello che sono… ha detto… io ci sono… ha detto a me…. ha detto… compare Pì… per quello che sono io ci sono…! qualunque cosa… ho detto grazie…! altrettanto io gli ho detto… omissis….”
E’ in particolare lo SPADAFORA Giuseppe a consigliare l’amico GALLO – il quale lamentava il fatto che è andato a trovarlo a seguito della scarcerazione senza però avergli potuto portare nulla in “dono”- a predisporre la consegna di un regalo, che lui come orefice avrebbe avuto cura di preparare (si presume che siano gioielli, ndr), per la citata ricorrenza. Si rappresenta che effettivamente ARENA Giuseppe è nato in data 4 settembre 1966.
Il pentito Francesco Oliverio inquadra il Saverio Gallo quale soggetto inserito a pieno titolo nell’organigramma del sodalizio da lui capeggiato, fornendo specifiche indicazioni sul suo ruolo di ndrangheta (“picciotto”) e descrivendo, al contenpo anche le specifiche attività che o hanno visto impegnato in prima persona anche nello svolgimento di delicati compiti.
Di rilievo, a tal proposito, è il suo coinvolgimento nell’omicidio di Nicoscia Pasquale, sia pure con un ruolo di supporto logistico e che, tuttavia, per l’importanza dell’evento, rappresenta un dato evidentemente rappresentativo del ruolo assunto dal Gallo.
Nondimeno, il Gallo viene indicato dall’Oliverio come soggetto coinvolto anche nel tentato omcidio di FERRARO Vittorio Salvatore, avvenuto a San Giovanni in Fiore in data 26 agosto 2006, per avere partecipato alla riunione in cui era stato pianificato l’evento e portato una pistola calibro 7,65 munita di silenziatore.

Allo stesso tempo, in altri passaggi delle sue dichiarazioni, il collaboratore lo indica anche quale soggetto dedito per conto della cosca ad attività estorsive, attivo nella raccolta dei proventi da parte di un farmacista e di un notaio della zona.
Gli elementi di conferma e di riscontro rispetto alle dichiarazioni del collaboratore, si rinvengono agevolmente nella copiosa attività intercettiva acquisita e che da ampiamente conto del ruolo dell’indagato, della sua capacità di muoversi in ambiti e contesti delinquenziali e ‘ndranghetistici, nonché di relazionarsi con gli altri appartenenti al sodalizio (o a soggetti di altre cosche) esattamente nei termini descritti dal collaboratore.
Dal compendio intercettivo emerge, infatti, il suo indiscusso coinvolgimento in forniture di armi, ma anche il suo diretto ed immediato relazionarsi con gli Arena di Isola Capo Rizzuto e la sua assoluta padronanza e conoscenza delle dinamiche criminali della zona, delle quali discute con particolare competenza di causa, descrivendosi come soggetto coinvolto in prima persona.
Del resto, il GALLO Saverio oltre a detenere illegalmente armi, riusciva ad avere nella propria disponibilità anche materiale esplodente e tale dato si rileva dalla lettura della conversazione ambientale registrata, in data 29 settembre 2014, a bordo dell’autovettura del predetto ed intercorsa con GUARERI Mario.
O anche quella intercorsa con tale STAMATI Domenico e nel corso della quale il GALLO rappresentava la necessità di reperire del plastico da utilizzare prevalentemente per la pesca ma anche per altre attività illecite, ricorrendo alla collaborazione di Giulio FORTEZZA.
Nella circostanza il GALLO giustificava tale collaborazione in quanto temeva che, se si fosse recato egli stesso con la propria autovettura, le forze dell’ordine, riconoscendolo, lo avrebbero sicuramente sottoposto a controllo.