Dopo mio padre, circa 20 anni fa, anche mio suocero è purtroppo dovuto ricorrere, dalla scorsa primavera, alla terapia della dialisi per curare l’insufficienza renale cronica.
A gennaio del 2017 compirà 83 anni e purtroppo non sempre riesce ad essere autonomo nello svolgimento delle operazioni giornaliere minime (ha da poco ottenuto anche il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento).
Lunedì, mercoledì e venerdì lo portiamo sul Lungofiume Busento dalle 14,00 alle 17,00 circa per sottoporsi all’operazione di dialisi. Queste malattia lo costringe a dover stare attaccato per oltre 3 ore ad una macchina che sostituisce le funzioni vitali dei reni.
Al termine di questo vero e proprio “lavaggio centrifugato” le sue condizioni fisiche sono di estrema debolezza.
A questo locale si accede esclusivamente con la scalinata che vedete nella foto (tralascio i commenti sugli ambienti dove ci sono i macchinari…).
Guardate cosa è obbligato a salire e scendere una persona che viene sottoposta a questa terapia ! Una scalinata di circa 10 gradini senza rampa per essere accompagnato con una sedia a rotelle.
Quando abbiamo fatto presente agli operatori questa mancanza, ci hanno risposto che la Sovrintendenza delle Belle Arti, anche dopo tante segnalazioni, non consente questa variazione alla scalinata (sic!).
Questo è il riconoscimento del diritto alla salute dalle parti di casa nostra ?
Marcello Spera