Ritorniamo alla saga degli Sbano, i signorotti di Paola ammanigliati ed ammanicati con tutto il potere politico che conta.
Ce ne siamo occupati perché il patriarca, Lucio Sbano, è stato clamorosamente denunciato dall’Italgas alla procura di Paola per furto aggravato di metano. Un dipendente dell’Italgas, nel corso di un controllo, aveva sgamato il trucco di un allaccio abusivo ma non gli era stato permesso di entrare nello studio-abitazione del dottore. Successivamente, quando Sbano si degnava di far entrare i carabinieri, l’Italgas accertava che Sbano aveva “smontato” l’impianto per non essere beccato con le mani nella marmellata lasciando solo il “tappo” non conforme. Il processo è in corso di svolgimento e riprenderà a febbraio.
Lucio Sbano è uno dei principali collaboratori del Cinghiale a Paola e componente del direttivo nazionale del NCD, il figlio Francesco è vicesindaco della giunta Ferrari e politicamente sta con Fausto Orsomarso, la moglie Maria Pia Serranò è presidente di commissione.
Non contento di aver creato casini con la storia del metano, oggi veniamo a conoscenza che si è preso finanche il lusso di fare causa al Comune (dove il figlio meglio conosciuto come Lapo è stato vicesindaco fino alla conclusione della consiliatura!) per non pagare la TARI, la tassa sui rifiuti.
Sì, Lucio Sbano insieme ad altri cittadini (l’avvocato Marta Perrotta, Emy Mazzeo, Domenico Bruno) ha prodotto ricorso alla Commissione Tributaria di Cosenza contro il Comune di Paola per accertare e dichiarare l’illegittimità e l’infondatezza della richiesta di pagamento di somme a titolo di TARI.
Pensate che sia finita qui? Neanche per idea. Quando Lucio Sbano fa una cosa, gli piace farla perbene e così è arrivato addirittura ad imporre l’avvocato da nominare al Comune di Paola per seguire il contenzioso.
L’avvocato nominato, tale Valentina Valente, altri non è che sua nipote, ossia è la figlia dell’ex direttore del Banco di Napoli, Armando Valente, a sua volta cognato di Maria Pia Serranò (la moglie di Lucio Sbano per l’appunto) e quindi dello stesso dottore Lucio Sbano.
Una precisazione doverosa: all’atto del voto Francesco Sbano ha avuto almeno il pudore (o, forse, il timore di finire nei guai) di lasciare l’assemblea di Giunta per poi ritornare alla successiva delibera.
La deduzione logica è che, in questa circostanza, essendosi assentato Sbano, il ruolo dell’idiota l’ha giocato il sindaco Basilio Ferrari (per non perdere i voti degli Sbano non guarda in faccia nessuno!), che detiene pure la delega del contenzioso nonostante sia organico al Consiglio dell’Ordine degli avvocati del foro di Paola (è tesoriere).
Così vanno le cose nella città del Santo.
P.S.: ormai non mettiamo più i numeri delle puntate. La rubrica sugli Sbano resta… permanente.