Sono stati mesi difficili per Orlandino Greco.
Le stesse fonti (riconducibili all’attuale ministro dell’Interno Marco Minniti) che nell’estate 2015 avevano diffuso a mo’ di azione di killeraggio giornalistico i verbali secretati dei pentiti Foggetti, si sono finanche spinte, a febbraio 2016 (tanto loro hanno tutte le immunità e le impunità possibili ed immaginabili), a “profetizzare” una richiesta di arresto della DDA nei suoi confronti e nei confronti di Sandro Principe.
Per l’ex sindaco di Rende la “profezia” (vedi tu un po’ come siamo ridotti!!!) si è “avverata” mentre per Orlandino la richiesta è arrivata a giugno 2016 ed è stata rigettata qualche giorno fa.
Ormai lo sanno tutti: il nome di Orlandino Greco ricorre spesso nei verbali del pentito Ernesto Foggetti diffusi a Cosenza dopo la fuga di notizie provocata dalla mancata cancellazione degli omissis. A ottobre 2015 ha ricevuto un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di voto di scambio, poi la richiesta di arresto e poi il rigetto.
Negli atti che costituiscono il processo “Nuova Famiglia” questi verbali secretati, trasmessi direttamente dall’ufficio del pm Pierpaolo Bruni, ma abilmente “violati” da qualcuno che ormai conoscono tutti, contengono molti spunti che portano al livello politico. E qui, a quanto pare, è cascato anche Orlandino. Il pentito Foggetti, almeno dalla pubblicazione dei verbali secretati, lo ha chiamato pesantemente in causa in due occasioni e parla apertamente di accordi sottobanco con tanto di versamento di denaro da parte di Greco.
Al di là del chiaro intento di volerlo mettere in croce e quasi “sacrificare”, evidentemente per questioni politiche all’interno del PD, non c’è dubbio però che occorra svolgere una seria analisi sull’irresistibile ascesa del giovane Orlandino.

Greco è stato un enfant prodige della politica cosentina partendo dalla sua piccola Castrolibero. Dopo l’apprendistato, nel quale ha combattuto ad armi pari contro un vecchio marpione come Vincenzino Aiello e ha consumato qualche esperienza giovanile con il Fronte della Gioventù, Orlandino fa il salto di qualità e si prende Castrolibero diventandone sindaco con percentuali bulgare.
Non sottovalutate la cittadina alle porte di Cosenza. Da queste parti storicamente sono accaduti molti fatti importanti. Non solo in ambito politico.
Greco, giovane sindaco di Castrofranco, nell’immaginario collettivo dei cosentini che abitano ad Andreotta, Rusoli, Garofalo e Serra Miceli, è il ragazzo dalla faccia pulita. Quello che fa politica ma non sembra neanche un politico. Lontano dai potentati e apparentemente indipendente.
Orlandino è sempre stato corteggiato dalla famiglia Gentile o se preferite Cinghiale ma non si è mai piegato al loro carisma (per usare un eufemismo). A causa dei Gentile, per esempio, è andato in crisi uno dei più importanti rapporti di amicizia di Orlandino ovvero quello con Aldo Figliuzzi. Che con i Cinghiali ha stretto rapporti politici allontanandosi dal suo vecchio amico.
Greco però non può dire di non conoscere Foggetti e anche quando, tempo fa, attraverso il nostro profilo Fb, commentava i contenuti delle sue dichiarazioni, è sembrato un po’ contraddittorio.
“Non conosco il soggetto – scrisse Orlandino -, non ho mai avuto rapporti e poi basta che il magistrato acquisisca verbali di diverse denunce del sottoscritto nei confronti di alcuni affiliati al clan per chiarirsi le idee…”.
Delle due l’una: se non conosce il soggetto, e quindi non ha mai avuto niente a che fare con lui, non può dire di aver denunciato alcuni affiliati al clan, che evidentemente sono sodali del “soggetto”. Di conseguenza, se conosce i sodali, conosce anche il soggetto.
Sul fatto che Orlandino abbia un’immagine pulita non ci piove. E’ sempre stata la sua forza. Magari avrà anche fatto qualche denuncia ma che abbia avuto qualche contatto con la numerosa famiglia dei Foggetti è praticamente scontato.
Ai tempi delle vacche grasse i Foggetti stazionavano molto spesso tra Castrolibero e la zona dello stadio. Non era affatto raro incontrarli anche nei bar: alla Conca d’Oro soprattutto ma anche al Daily, il bar del Quotidiano della Calabria. Ci sembra poco credibile che Orlandino non li conoscesse, anche se gli possiamo concedere l’attenuante dell’esagerazione del racconto del pentito.
Greco, per difendersi, sostiene che “se leggessi bene le dichiarazioni del soggetto, capiresti che sono solo bufale e illazioni che addirittura si riferiscono al 2002 o 2003. Cerca invece poi di sapere cos’è successo qualche anno dopo e capirai tante cose…”.
Orlandino viene eletto sindaco nel 2003 ed è proprio da allora che comincia il corteggiamento nei suoi confronti da parte dei Gentile. Con tanto di spaccatura della sua amicizia con Figliuzzi.
E’ evidente che Orlandino si riferisce a questo spartiacque della sua carriera e della sua stessa esistenza. Ed è possibile che allora abbia pensato a qualche rivelazione “mirata” da parte dei pentiti della famiglia Foggetti, che, stranamente, non chiamano quasi mai in causa i Cinghiali, pardon i Gentile.
Se poi aggiungiamo che il Cinghiale capo, in tutto questo trambusto tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, è entrato addirittura nel governo Renzi, insieme a Minniti (che c’era già dall’inizio) il quadro è completo.
Chissà se queste cose Orlandino le avrà dette al pm Pierpaolo Bruni. E’ stato interrogato due o tre volte ed è rimasto a Catanzaro per ore.
Il quadro politico adesso, tuttavia, è cambiato e tutto potrebbe accadere.
Per dirla tutta: il rigetto dell’arresto di Orlandino potrebbe prefigurare altri scenari. O se preferite e per dirla con Orlandino, una nuova partita di poker.